Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 05 Sabato calendario

ANDREA VITALI


Come si rilassa?
Mi piace seguire il calcio. Sono tifoso del Como, e spesso per applaudire la mia squadra vado allo stadio che è bellissimo, con la vista sul lago. E poi, naturalmente, non mi perdo una partita in tv.
Nel guardaroba?
Mi vesto male, almeno a sentire mia moglie Manuela. Non vado per negozi, non sono un elegantone. Ho messo la cravatta solo due volte in vita mia: il giorno della laurea in Medicina e quello del matrimonio.
Che cosa canta sotto la doccia?
La valigia dell’attore di Francesco De Gregori.
Che cos’ha sul comodino?
Solo libri. La sveglia non mi serve, perché mi alzo molto presto, tra le 5 e le 6. Così posso lavorare nelle prime ore del mattino, nel silenzio, con le idee più chiare: apro la finestra dello studio, con la vista sul lago di Como, e scrivo. Più tardi vado in ambulatorio, a Bellano, dove svolgo la mia professione di medico.
Il suo sogno da bambino?
Avrei voluto fare il giornalista e lo scrittore. Un sogno che ho realizzato, anche se solo in parte.
Il libro del cuore?
L’Odissea che rileggo tutti gli anni dai tempi del liceo. Ne ho tante copie con diverse traduzioni, da quella di Ippolito Pindemonte, di inizio Ottocento, a quelle più vicine a noi. È un libro modernissimo: c’è il viaggio, l’amore, la delusione, la vendetta, la difficoltà di vivere. Ora, ascoltando i Pink Floyd, mi vengono in mente alcuni passaggi dell’Odissea.
Che cosa fa nel tempo libero?
Leggo, di tutto. Amo Murakami Haruki: capisci poco ma non lo dimentichi più. E Leonardo Sciascia. O lo svizzero Martin Suter.
Che musica ascolta?
Da quando ho letto lo straordinario libro Rosso Floyd di Michele Mari, ho riscoperto i Pink Floyd, soprattutto album “minori” come Animals o Ummagumma. Ho comprato anche il dvd Pink Floyd: Live at Pompeii, il documentario sul concerto del 1972. Insomma, sto facendo un percorso di riscoperta.
Il rito del mattino?
Accendo il televideo secondo un ordine preciso, sempre lo stesso. Prima vado sulla pagina 201, per le ultime notizie di calcio. Poi passo a 103, con le news principali, a seguire 140 con le notizie italiane, 160 cultura, 150 mondo e per chiudere 229, ancora le brevi di calcio.
Il luogo del cuore?
Porto Maurizio, vicino a Imperia, dove vado in vacanza da una quindicina d’anni. Non mi piace viaggiare; se, per esempio, vado in qualche città per presentare un nuovo libro, torno la sera stessa. La mia vita oscilla tra il residence al mare, dove mi sento libero di passare le giornate come voglio, e la mia casa a Bellano, il paese dove ambiento i miei romanzi. Compreso quest’ultimo, Premiata Ditta Sorelle Ficcadenti (Rizzoli).
Ha una collezione?
Sì, colleziono matite, ne avrò un migliaio. Se entro in un supermercato ne compro un pacco da 100, non riesco a trattenermi. In realtà mi servono: scrivo a matita i miei libri, solo in fase di revisione passo al computer. A seconda del consumo, riesco a capire quanto ho lavorato. Un tempo scrivevo con la penna stilografica, ma dopo aver macchiato alcune giacche, mia moglie mi ha imposto di buttarla via.
L’oggetto feticcio? Il quadretto del Sacro Cuore di Gesù che mi ha ispirato per La signorina Tecla Manzi. Quando è morta l’ultima delle mie zie l’ho staccato dalla parete, vicino alla stufa; sul muro, era rimasto il segno. Da quel particolare sono partito per scrivere il libro. Ora il quadretto è sulla scrivania.
Come ha speso il primo stipendio?
Era il 1983, avevo vinto il concorso come guardia medica a Colico. Per 5 anni ho fatto i turni festivi e notturni. Con le prime 600 mila lire ho comprato 100 libri dell’Einaudi, in offerta. Ho fatto man bassa di Elio Vittorini, Italo Calvino, Mario Rigoni Stern, Marcel Proust, Friedrich Dürrenmatt, Giovanni Arpino, Nico Orengo.