Roselina Salemi, La Stampa 9/4/2014, 9 aprile 2014
A CHE ETÀ VORRESTI TORNARE?
Il primo amore. Quella festa passata giocando a Monopoli e ridendo come matti. La notte prima degli esami. Esistono davvero i migliori anni della nostra vita? Carlo Conti ci ha costruito su una trasmissione. La psicologa Gianna Schelotto ci ha scritto un libro che esce oggi da Mondadori, «Le rose che non colsi», in cui bacchetta (ma non troppo) i passatisti. Si comportano, dice, come «l’uccello stupido», l’albatros hawaiano: plana con la testa all’indietro...e cade. Un sondaggio di Barabino & Partners cerca di capire se esiste un’età alla quale gli italiani fermerebbero la macchina del tempo.
Un’analoga ricerca americana rivela che, tra gli adulti, un terzo dei maschi e un quarto delle femmine sceglierebbero di rimanere ai 15-19 anni. «Una condanna all’ergastolo scolastico»: l’ha definita lo psicologo James Hillman. Da noi hanno risposto in 2400: uno su tre sceglierebbe i 30-40 anni, il periodo dell’affermazione, della stabilità affettiva e professionale. Solo uno su 10 è contento dell’oggi. C’è differenza però tra Marte e Venere. Gli uomini tornerebbero alla spensieratezza dei 20-30, alcuni (l’8%) all’adolescenza, altri (il 4,7%) ai beati giorni dell’infanzia. Le donne hanno più fiducia nel presente e puntano sulla maturità: lavoro, famiglia, figli, obiettivi che è difficile raggiungere e consolidare prima dei 35. E dell’11% che approva il «qui e ora» la maggioranza è rosa. Spiega Schelotto: «Le risposte fanno pensare che il mito dell’eterna giovinezza sia più maschile che femminile. Ma c’è gente che si trascina il passato nel quotidiano, con la convinzione che il mondo in cui sta vivendo sia che brutta copia di quello sognato». Ma esiste un modo «buono» di essere nostalgici? Esiste, assicura Schelotto: «Rievocare i passaggi che hanno contribuito a fare di noi ciò che siamo, è di per sé un nutrimento della psiche».
Roselina Salemi, La Stampa 9/4/2014