Vittorio Sabadin, La Stampa 9/4/2014, 9 aprile 2014
UNA RICONCILIAZIONE VOLUTA DA SUA MAESTÀ
Il 27 agosto del 1979 un cugino della regina Elisabetta, Lord Louis Mountbatten, venne ucciso dai terroristi dell’Ira con una bomba collocata a bordo del suo piccolo yacht, lo Shadow V. «Dickie» era stato uno dei membri più amati della famiglia reale, buon amico del principe Filippo e anche mentore di Carlo negli anni dell’adolescenza. Gerry Adams, ora leader del Sinn Féin, commentò così l’attentato: «Abbiamo fatto a lui quello che lui ha fatto ad altre persone. Visti i suoi trascorsi militari, non avrà avuto da obiettare contro il morire in una azione di guerra».
Martin McGuinness era all’epoca uno dei capi dell’Ira. Quando incontrò la Regina a Belfast nel 2012 e le strinse per la prima volta la mano, volle ricordare Mountbatten. «Anche voi - le disse - avete perso una persona che amavate».
La cena di ieri sera al castello di Windsor è uno storico momento di riconciliazione, fortemente voluto da Elisabetta. Non è stato il premier David Cameron a suggerirla, ma è stata la Regina a decidere tutto. Da Buckingham Palace «non si fanno commenti sugli inviti individuali», ma i portavoce confermano che Elisabetta ha voluto seguire ogni dettaglio della visita di quattro giorni del presidente irlandese Michael Higgins e del vicepremier nordirlandese McGuinness. Da Belfast, Gerry Adams approva, auspicando un futuro «basato sulla tolleranza e sull’uguaglianza».
A 87 anni, la Regina è ancora impegnata nel servizio al suo Paese, come aveva promesso di fare in un discorso alla radio il giorno che diventò maggiorenne. Lo fa dando l’esempio, mettendo da parte la ferita che l’Ira ha inflitto alla sua famiglia e considerandola uguale alle tante che l’esercito inglese ha inflitto alle famiglie cattoliche di Belfast. Bisogna guardare avanti, come Elisabetta rispose a McGuinness che ricordava Dickie 33 anni dopo averlo fatto uccidere, e lavorare insieme perché il passato non ritorni.
Vittorio Sabadin, La Stampa 9/4/2014