Fiorenza Sarzanini, IoDonna 5/4/2014, 5 aprile 2014
INCONTRI RAVVICINATI
Rotta Fiumicino-Punta Raisi, 14 settembre 1972, ore 16,47. Rapporto di “mancata collisione” redatto dal comandante A.P. del volo Az 122: «Vedevo un oggetto volante di notevoli dimensioni che procedeva con prua Z30 gradi in rotta di collisione a non più di 13.000 FT. Veniva contemporaneamente notato dal pilota B. che era ai comandi e fermava la salita per poi scendere a FL 110. Accendevo i fari di rullaggio e improvvisamente l’oggetto effettuava una inversione e si allontanava ad altissima velocità verso sud. Chiedevo al radar di Roma informazioni sul traffico: non esisteva alcun traffico a quella quota e non era stata notata alcuna traccia sullo schermo radar».
Napoli 30 luglio 2009. «Una palla più piccola della luna, luminescente e cangiante» viene avvistata a Capodimonte. L’oggetto «sembra diretto a est del Vesuvio e sparisce improvvisamente in apparente corrispondenza con l’isola di Capri. Ma questo avviene dopo due ore di permanenza sui cieli partenopei, il che permette a diversi cittadini di fare videoriprese e scattare foto». Sono soltanto due delle decine di storie raccontate in un libro che indaga sul materiale raccolto e contenuto negli archivi dell’Aeronautica Militare. Ufo, i dossier italiani, edito da Mursia, è scritto da due bravissimi giornalisti, Stanislao Petrilli e Vincenzo Sinapi. Ed è la prima approfondita inchiesta sul fenomeno degli avvistamenti avvenuti negli ultimi 35 anni nei nostri cieli. Un fenomeno che certamente vale la pena di indagare. Anche se sembra fantascienza.