Carla Massi, Il Messaggero 9/4/2014, 9 aprile 2014
IL MATCH BALL DI DJOKOVIC
IL PERSONAGGIO
Proprio mentre stava per raggiungere la vetta ha toccato il fondo. Proprio mentre sembrava che il trionfo nella finale dell’Open di Croazia 2006 fosse vicino «la forza di gravità mi risucchiò all’indietro e mi ritrovai sdraiato sulla terra rossa del campo, ansimante, a guardare il cielo». Novak Djokovic, il serbo ex numero uno del tennis mondiale, svela il suo lato segreto attraverso i successi, gli insuccessi e poi ancora i successi della sua carriera.
Il cambio di dieta alimentare (niente più glutine) ma anche lo yoga, la meditazione, la scelta degli amici giusti, le ore di sonno, gli integratori, il diario giornaliero. Tutto in un libro autobiografico, “Il punto vincente” di Sperling & Kupfer, che può prendere in mano chi è atleta, chi intende diventare campione, chi è caduto e piano piano vuol risorgere. Non solo la mera cronaca di chi ha vinto sei titoli del Grande Slam, tre Masters di fine anno, diciassette Master 1000, una Coppa Davis e il bronzo olimpico a Pechino. Per raccontare quella basta riguardare i giornali, le foto, i video, mettere sulla carta i ricordi. Djokovic rende pubblico tutto quello che è accaduto prima della stagione degli allori, il 2011. Solo due anni prima riusciva a malapena a completare un torneo. «Avevo dolori, difficoltà respiratorie e non si contavano gli infortuni sul campo». Poi il cambio di alimentazione, nuove ricette (ne ha raccolte alcune nel libro), la scoperta della sua intolleranza al glutine. Una svolta che il tennista fa sua ma che, dice, vorrebbe condividere anche tutti coloro che sentono le forse venir meno, i pensieri accavallarsi e l’insicurezza vincere sulle decisioni.
LA SVOLTA
Duecento pagine che il tennista di Belgrado classe ’87 («Guardai i due missili gemelli partoriti dal ventre dell’F-117 mente fendevano il cielo sopra la mia testa e si conficcavano in un palazzo basso e largo a pochi isolati di distanza, un ospedale. Un istante dopo i missili esplosero... Ricordo nell’aria l’odore di sabbia, polvere e metallo, la città illuminata del colore di un mandarino maturo.....Per settantotto notti di fila la mia famiglia e io ci siamo nascosti nel rifugio antiaereo del palazzo di mia zia») rivolge a tutti, non solo agli sportivi. Propone un piano di 14 giorni per eliminare lo stress, perdere i chili di troppo e diventare più sani, più forti e più lucidi. Lui scrive che bastano due settimane per stare meglio. «Il mio nuovo modo di mangiare ha cambiato anche le persone che lavorano con me. Potrei essere utile alle persone che vogliono cambiare il proprio stile di vita. Potrei realizzare i loro sogni». Una sorta di trasformazione mediatica ora che sul campo i successi non arrivano più, o quasi più. Ma il racconto è, comunque, accattivante.
LA MOTIVAZIONE
Il bambino Novak, il tennista Novak e l’uomo Novak. «Per stimolarmi durante gli allenamenti, mio padre mi dava delle bottiglie da colpire e metteva delle monete sotto ad ognuna... se riuscivo a colpirle, potevo prendere i soldi». Rinunciare agli alimenti che alzano la glicemia e provocano l’impennata di insulina come scelta di base. «Così - spiega - diventerà più facile mangiare alimenti ricchi di sostanze nutrienti come verdura e carne magra, perché non sarete più schiavi di voglie matte e disperate crisi di fame». Consiglia alimenti bizzarri, Djokovic. Oltre alla dieta priva di glutine, tanti ma tanti frullati a base di concentrato di proteine di piselli, burro di anacardi, avocadi. Si rilassa con il tè alla liquirizia, sceglie la sera prima di andare a letto per meditare, pratica lo yoga che «schiarisce i pensieri», segue il Tai chi cinese, prende ogni giorno integratori alla melatonina. «Bevo molta acqua tiepida durante tutto il giorno - scrive ancora - perché quella fredda rallenta la digestione».
Dal corpo alla mente. Agli esercizi contro lo stress, a quelli che aiutano a “sentire”, a quelli che mettono ordine in testa. «Analizzare i pensieri senza giudicarli mi aiuta a trovare la lucidità - sono parole di Djokovic -. In maniera obiettiva, senza giudicarli, consapevoli dell’istante in cui si manifestano. Pratico questi esercizi ogni giorno per un quarto d’ora, e li considero altrettanto importanti dell’allenamento fisico. Ritagliatevi cinque minuti e restate seduti in silenzio concentrandovi sulla respirazione, sul tempo presente e sulle sensazioni fisiche. Lasciate scorrere i pensieri. Li sentirete rimbalzare in tutte le direzioni, ed è così che dev’essere».
Alcol e caffeina non rientrano nella sua quotidianità. Non solo perché, in grande quantità, possono diventare danno per la salute ma perché «remano contro la capacità del corpo di regolare autonomamente il suo orologio interno». Ancora un passaggio in cui il campione spiega, attraverso quelle che ormai sono le sue abitudini, come governare, da soli, corpo e cervello. Salute, forza, capacità di allenarsi e vincere ma anche equilibrio, concentrazione, sicurezza del proprio credo.