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 2014  aprile 09 Mercoledì calendario

ROBIN WRIGHT


in un mondo di ventenni che, a furia di cercar se stesse, non trovano più le mutande, cinquantenni che rubano le suddette mutande alle figlie (e poi indossano solo quelle) e persino settantenni che si fanno fotografare in guêpière, la confusione dei modelli femminili proposti dal mondo dello spettacolo è stordente.
Per fortuna c’è Robin Wright. Che l’8 aprile ha compiuto 48 anni e che, in questo momento, è la numero uno. Intanto perché è la protagonista femminile della serie televisiva dell’anno, forse del decennio, House Of Cards (che, finalmente, andrà in onda anche in Italia: dal 9 aprile su Sky Atlantic). Ma anche perché è la prova vivente che non solo si sopravvive agli amori tormentati e allo sfiorire indotto dal tempo che passa: si può addirittura rinascere.
Solo tre anni fa, quando la intervistai in uno studio fotografico di Parigi era, da poco, la ex moglie di Sean Penn. Mi disse che voleva essere chiamata Robin Wright e basta. Le chiesi se si fosse mai pentita di aver usato, anche professionalmente, sui poster dei film, il cognome del marito in aggiunta al suo. Rispose: «Questo non glielo dirò mai».
Da allora, Robin si è lasciata alle spalle molto più di un semplice cognome. Ha archiviato quella relazione ventennale (quattordici anni di matrimonio, due figli, Dylan e Hopper, che oggi hanno 22 e 20 anni) che, negli ultimi tempi agonizzava tra alti e bassi e suscitava in lei certi sguardi di indiscutibile sofferenza che stringevano il cuore.
Si è tagliata i capelli, un grande classico delle trasformazioni femminili. Ha conosciuto David Fincher, regista che prima l’ha diretta in Uomini che odiano le donne e poi le ha trovato un ruolo formidabile che le ha fatto vincere un Golden Globe come «Best Actress in a Television Series, Drama»: la moglie machiavellica e manipolatrice, intelligente e piena di charme diabolico, del politico Kevin Spacey in House Of Cards, appunto.
Di questa serie, Fincher ha diretto le prime due puntate, firmando così la prima produzione originale di Netflix, piattaforma nata come servizio in streaming «on demand» e che sta rivoluzionando il mercato e l’idea stessa della televisione tradizionale.
E poi, in mezzo a tutte queste novità per l’attrice, è arrivato anche l’amore per la donna. Lui si chiama Ben Foster, attore, produttore e regista, quattordici anni più giovane di lei. Lui ha tatuato sul medio sinistro una «R» e lei una «B». Lei, che prima d’ora non si era mai tatuata un bel niente.
È probabile che, a breve, ai tatuaggi si affianchino delle fedi nuziali.
Per Robin sarebbe il terzo matrimonio. Il primo marito, Dane Witherspoon, è morto il 29 marzo scorso a soli 56 anni. Da tempo si era ritirato dal mondo dello spettacolo e, anche lui, come Robin, aveva iniziato come attore di soap opera. Si erano conosciuti ai provini per Santa Barbara. Erano gli anni Ottanta, il matrimonio durò un paio di stagioni. Sul piccolo schermo interpretavano i protagonisti di un amore impossibile. Robin lasciò presto la televisione per dedicarsi al cinema. Ma poi lasciò il cinema, rifiutando molti film di sicuro successo (uno per tutti: Jurassic Park) per dedicarsi al secondo marito, Sean Penn. Ogni volta che, tra una lunga pausa e l’altra, tornava a girare un film, da Forrest Gump a Le parole che non ti ho detto, faceva pensare: «Accidenti, quanto è bella e brava, ma perché lavora così poco?».
Era una scelta, per seguire i figli, per far loro da madre e forse anche da padre, visto che Sean Penn in quegli anni consolidava la carriera e aveva poco tempo per la famiglia.
Magari è solo un caso, ma sta di fatto che Robin non è mai stata così apprezzata come adesso. Adesso che ha divorziato, adesso che i figli sono grandi. Tardi, rispetto a certe carriere lampo di altre attrici. Ma nel migliore dei modi. E con un uomo nuovo al suo fianco, che la sta evidentemente rallegrando.
Robin e Ben Foster si sono conosciuti sul set di Rampart tre anni fa e sono subito diventati amici. Quasi un anno dopo, alla «prima» si siedono vicini e, durante la proiezione, lui, che era anche coproduttore del film, le sussurra: «Visto che noi il film l’abbiamo già visto, che ne dici se andiamo a cena, intanto?». Da allora sono inseparabili e Robin ha dichiarato: «La prima volta che mi ha preso la mano sono arrossita e ho sentito quella cosa delle farfalle nello stomaco. Erano anni che non mi capitava. E pensavo che non sarebbe capitato mai più».
Insomma, il secondo atto non c’è solo per gli uomini. Sean avrà anche trovato Charlize (Theron), ma Robin ha trovato Ben e tutti noi abbiamo trovato la consolazione che, ogni tanto, c’è giustizia a questo mondo. Che le brave attrici trovano i registi giusti, che la buona televisione ha successo, che l’amore arriva anche quando hai più del doppio degli anni di tua figlia. E quando ormai la sai così lunga sulla vita che a questa figlia saprai dare quei buoni consigli che certamente non ascolterà. A proposito. Prendete nota: Dylan Penn, figlia di Robin e Sean, è una delle più belle creature in circolazione e, inevitabilmente, sta già lavorando come modella e attrice. Sembrava avesse un flirt con Robert Pattinson. Purtroppo la notizia è stata smentita. Robin suocera del vampiro era un’interpretazione che avremmo tanto voluto vedere.