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 2014  aprile 08 Martedì calendario

UN DE MITA È PER SEMPRE DOPO CIRIACO, ANTONIA


Il vecchio leader di Nusco non ce la fa più. Ciriaco De Mita, classe 1928, non si ricandiderà al Parlamento europeo, ma il suo cognome non sparirà dall’aula di Strasburgo. Al suo posto l’ex presidente del Consiglio ed ex segretario della Democrazia Cristiana, candiderà la figlia Antonia.

Carattere tostissimo, Antonia è una giornalista che si occupa di costume e cinema, è la vera erede politica del papà. Una che su Pier Ferdinando Casini ha idee chiarissime e lo scrisse su Facebook: “Casini utilizza tutti per poi fregarli”. E non sopporta i tanti che dal papà hanno avuto benefici e si sono sistemati carriere, che poi tradiscono. “Francesco Pionati entrò in Rai con una pedata atomica di mio padre, dal quale era sempre in coda a chiedere favori. Poi ha cambiato cavallo”: La colpa del giornalista Rai, randellato a dovere sempre sul social più famoso, era quella di essere passato alla corte di Re Silvio intestandosi il ruolo poco onorevole di cacciatore di peones. Sempre in coda. Antonia ha la memoria lunga e ricorda la fila di questuanti davanti ai cancelli della villa di famiglia a Nusco in quei favolosi anni Ottanta del secolo scorso. Quando papà era “il potere”. Segretario della Dc, presidente del Consiglio, e il “clan degli avellinesi” aveva in mano l’Italia . Anche la Rai con Biagio Agnes. Anni d’oro e di feroci polemiche per quelle azioni della Banca Popolare dell’Irpinia che i leader della Dc (da De Mita a Mancino) avevano amorevolmente intestato ai figlioli e che erano lievitate dopo il terremoto che colpì Campania e Basilicata, e soprattutto dopo il fiume di miliardi di lire della ricostruzione (64mila calcolò la commissione d’inchiesta di Oscar Luigi Scalfaro da allora odiato da papà e dai “demitiani”).

ALTRI TEMPI, il mito di Ciriaco De Mita, 86 anni portati alla grande, non è mai appassito. E con il mito il cognome che dal 1963, anno della prima elezione di Ciriaco e tranne una piccola interruzione, risuona con forza nell’Aula di Montecitorio. Perché dopo lo zio è stato il turno del nipote Giuseppe, classe 1968, già consigliere provinciale in Irpinia e già vicepresidente della Regione Campania. Eletto deputato alle ultime elezioni politiche. Ma c’è un altro Giuseppe, nipote pure lui, che è sindaco di Nusco. Molti anni fa, innamoratosi politicamente di Marco Pannella, attaccò duramente lo zio e il suo sistema di potere. Pentito, chiese scusa all’illustre parente in una assemblea pubblica, ma zio Ciriaco non ebbe pietà, le lacrime agli occhi gli consigliò di “cambiare cognome”. Altri tempi e tempi tristissimi. Ora è il momento di Antonia, sarà lei l’erede della fortuna elettorale di papà: 56 mila voti utili per volare in Europa.

di Enrico Fierro, Il Fatto Quotidiano 8/4/2014