Maria Pia Fusco, la Repubblica 8/4/2014, 8 aprile 2014
HOLLYWOOD, ADDIO A MICKEY ROONEY DIVENNE UN DIVO A SOLI DUE ANNI
Una carriera lunga novant’anni, 340 interpretazioni tra cinema e serie televisive ed era nel cast di un’ennesima versione del Dottor Jekyll e Mr. Hyde. Mickey Rooney, l’attore dei record, il divo più longevo di Hollywood, si è spento circondato dall’affetto della sua grandiosa famiglia. Era nato il 23 settembre 1920 a Brooklyn, il vero nome era Ninian Joseph Jule jr., figlio di attori di vaudeville di origine scozzese che, a 17 mesi, lo avevano portato in scena con loro. Dal personaggio di Mickey McGuire, che interpretò in una serie di successo a partire dal 1926, scelse lo pseudonimo di Mickey Rooney. Piccolo di statura, 1 metro e 57, bruttino, lo sguardo vivace e il sorriso accattivante e comunicativo, fu un uomo da record anche nella vita privata: otto matrimoni, il primo nel 1942 con Ava Gardner di cui era stato partner in una serie di film, finito dopo poco più di un anno. Il matrimonio con Jan, l’attuale moglie sposata nel 1978 è durato più di tutti gli altri insieme. Lascia nove figli. La grande popolarità arrivò nel1937conilfilm Un affare di famiglia in cui nacque il personaggio di Andy Hardy, un adolescente capace di ogni impresa impossibile, furbo e piccolo mascalzone in alcuni casi, ma in realtà coraggioso e di buon cuore, pronto ad aiutare chiunque fosse in difficoltà. Lo interpretò in venti film, che per tre anni furono primi nelle classifiche degli incassi: era l’idolo dei teenager, era per tutti il piccolo grande Mick. Nel 1938 conquistò il primo Oscar giovanile. Poi cominciò la stagione con Judy Garland, una serie di musical indimenticabili, una grande amicizia, un affiatamento perfetto. «Non eravamo solo partner, insieme eravamo magia».
Nel 1944 Mickey Rooney, per l’impegno con cui si dedicò ad organizzare spettacoli per le forze armate, fu considerato il “piccolo eroe nazionale”. Negli anni Cinquanta si dedicò soprattutto alle serie tv, condusse per anni uno show in cui ballava e cantava con il talento di sempre. Era stato troppo popolare come attore bambino e adolescente, tanto che, nell’età adulta, non era facile trovare spazio nel cinema, se non in ruoli secondari. Ma la sua apparizione in Colazione da Tiffany, nel 1961, nel ruolo di Mr. Yunioshi, il fastidioso vicino di casa di Audrey Hepburn, elemento comico del film, lo riportò all’attenzione del pubblico e dei media. Dopo l’uscita però espresse pubblicamente il suo disappunto, il ruolo gli era stato affidato solo perché all’epoca l’industria non amava usare attori asiatici, e Rooney dichiarò che la scelta era stata offensiva. Una delle sue tante uscite memorabili, come quando, repubblicano convinto, piangente ai funerali di Reagan, definì Bill Clinton un marxista. Tornato in auge, ebbe l’occasione di dimostrare le sue qualità drammatiche con il ruolo dell’allenatore di box e in Una faccia pie-na di pugni( 1962)con Anthony Quinn e Jackie Gleason. Deciso a non ritirarsi dalle scene, ha lavorato sempre, tra cinema e teatro, passando dalla bella interpretazione in Black Stallion prodotto da Francis Ford Coppola al premiatissimo spettacolo di Broadway Sugar babiescon Ann Miller. Tra le ultime apparizioni sullo schermo l’irresistibile guardiano di Una notte al museo con Ben Stiller. Una vita intensa, vissuta al massimo, ma non priva di ostacoli e momenti neri. Come lo scandalo che esplose durante la lavorazione del film Maria Antonietta, protagonista Norma Shearer, 38 anni, Mickey, 18enne, fu sorpreso più volte nella roulette di lei in situazioni tutt’altro che caste, finché Mayer, il capo della Mgm, si infuriò e lo diffidò dall’avvicinarsi al set. E la droga. Ne divenne vittima alla fine degli anni Cinquanta, ne uscì nel 1970, raccontando la sua lotta nell’autobiografia intitolata “La vita é troppo breve”.
Maria Pia Fusco, la Repubblica 8/4/2014