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 2014  aprile 08 Martedì calendario

CRIMEA, SANZIONI-BEFFA IL GOVERNATORE FILO-PUTIN FA AFFARI IN OCCIDENTE


Di giorno fa il governatore filo-russo della Crimea. La sera torna a occuparsi del suo business, come chief executive di un’azienda di apparecchiature elettriche. È uno degli oligarchi che figurano sulla lista dei 33 personaggi vicini a Vladimir Putin, colpiti dalle sanzioni Usa-Ue. Eppure i suoi affari vanno a gonfie vele, dalla Germania agli Stati Uniti. Il caso di Alexei Chaly è stato scoperto dal Wall Street Journal, sembra dimostrare che le sanzioni annunciate dall’Occidente dopo l’annessione della Crimea non sono soltanto limitate: sono anche inapplicate. La storia di Chaly ha il sapore di una beffa perché la sua azienda, Tavrida Electric, figura tra gli espositori alla fiera industriale di Hannover, inaugurata domenica da Angela Merkel. La cancelliera tedesca dall’inizio della crisi ucraina è apparsa allineata con Barack Obama sul tema delle sanzioni. Ma mentre lei parlava ad Hannover, a pochi metri di distanza l’azienda di Chaly stava firmando contratti coi suoi clienti tedeschi, alla luce del sole. Eppure la figura di Chaly è una delle più in vista, come neo-governatore della Crimea è il braccio operativo di Putin in quella regione. Lui stesso si è fatto intervistare dal Wall Street Journal e ha confermato tutto: «Per adesso gli affari mi vanno bene». Il 52enne oligarca filo-russo rivela di non avere sofferto dalle sanzioni neppure per quanto riguarda i suoi affari negli Stati Uniti, dove la Tavrida si sta espandendo. Il Dipartimento del Tesoro Usa, dicastero responsabile per l’applicazione delle sanzioni, non ha voluto commentare la rivelazione del Wall Street Journal. Un solo paese dell’Unione europea sembra avere preso sul serio le sanzioni: la piccola Estonia, dove Tavrida ha una filiale con 60 dipendenti, è l’unica ad averne congelato le attività. Chaly accenna a una possibile spiegazione: poco prima che lui venisse inserito nella lista nera dei 33 personaggi da punire, il fondatore e padrone della Tavrida si era premurato di vendere la sua quota. Una vendita fittizia, perché i compratori sono i suoi vecchi soci e collaboratori, che tuttavia può avere funzionato nell’ingannare le autorità occidentali. In assenza di commenti da Washington e dalle capitali europee, è difficile saperne di più. In quanto a sanzioni anche la Russia prepara le sue. Come rappresaglia verso le modeste misure annunciate da Usa e Ue, il gigante russo del gas Gazprom ha annunciato che potrebbe cessare l’uso del dollaro come valuta di pagamento delle sue transazioni.

Dal nostro corrispondente da New York,
Federico Rampini, la Repubblica 8/4/2014