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 2014  aprile 08 Martedì calendario

BUFERA SUI GRILLINI, ATTACCANO L’ASSESSORE MALATO I DATI DI CAMERA E SENATO: LORO I VERI ASSENTEISTI


È una storia di ignoranza: non sapere, e non padroneggiare il minimo sindacale di creanza, civiltà, cultura. La furia contro i politici trascina il movimento Cinque stelle nell’infamia. Gli attivisti del Movimento di Lecce attaccano un assessore regionale del Pd, Guglielmo Minervini, che si occupa di politiche giovanili, e lo fa con l’argomento delle assenze in aula. «20% di assenze, 100% di stipendio». Un’accusa che chi denuncia prova a corroborare con argomenti semiseri, «scomparso dal 29 marzo del 2010», la data del rinnovo del parlamento pugliese. Un’ironia di basso cabotaggio che diventa oscena nel momento stesso in cui diventa pubblica: Minervini ha il cancro, sta combattendo da oltre due anni, si è operato nell’aprile del 2012, poi nel gennaio dello scorso anno la ricaduta da lui stesso raccontata in un intervento sui social network, e ripresa dai media. Una situazione a tutti nota: non ai cinque stelle. Ma è inconsapevolezza che non discolpa, anche perché il tono dell’attacco era comunque gratuito, nient’affatto rivolto all’azione politica ma solo a un dato statistico peraltro nemmeno così clamoroso: molti dei parlamentari grillini (vedremo più avanti) viaggiano a presenze medie più basse. E Minervini quando non è in aula è in ospedale, per la chemioterapia.
Il manifesto del Movimento «Chi ha visto Minervini?» si trasforma così in poche ore in un’occasione di affetto vasta per l’assessore, dirottando una quantità abbondante di vergogna verso gli autori. Da Vendola a Emiliano, e molti altri, sono arrivati messaggi puntuali: «Un amministratore appassionato, un gran lavoratore, un uomo coraggioso», e via dicendo. Penoso il tentativo di rimediare da parte dei grillini, chiamati alla sconfessione dal loro senatore Maurizio Buccarella: «Immagino che gli attivisti leccesi non sapessero che Minervini è affetto da un male gravissimo che verosimilmente spiega perché lo stesso ha una percentuale di assenze elevata. La Rete sta reagendo come ci si poteva aspettare, ovvero con una indignazione per le modalità di lotta politica che appaiono odiose ed aberranti. Invito pertanto l’autore/gli autori del post a chiedere scusa (magari spiegando che non si era a conoscenza delle motivazioni delle assenze) ed a rimuovere quel post da tutte le bacheche dove è stato pubblicato». Si diceva della toppa, peggio del buco: c’è l’augurio a Minervini «per la totale e pronta guarigione» ma sono scuse pelose, perché il Movimento ormai non scende a patti con nessuno e niente, nemmeno il buon senso, e infatti i grillini rivendicano di «non potersi esimere dal valutare come bassa e mediocre la strumentalizzazione della notizia ad opera del presidente Vendola che mai, finora, ha risposto alle insistenti domande che il territorio gli ha posto». Il governatore, da parte sua, aveva diffuso un messaggio di pura solidarietà per l’assessore, capace di «lavorare anche nei giorni del dolore e della malattia. L’ho visto trasformare una stanza d’ospedale in una succursale della Regione. Non c’è professionista della diffamazione o burocrate del fango che possa sporcare una persona così bella».
L’ottusa difesa dell’indifendibile, cioè una sostanza politica che nel manifesto stile «Chi l’ha visto» era del tutto inesistente, e che viene raffazzonata così, a tarda sera, 11 ore dopo la gaffe non è riuscita a invertire l’emotività della giornata. Vanno registrate però l’indignazione di molti grillini e la statistica – smerigliata da situazioni dolorose – che la rete ha impietosamente messo in circolo, con i numeri relativi alla presenze in Parlamento degli onorevoli a cinque stelle. Il sito openpolis.it premette che «con assenza si intendono i casi di non partecipazione al voto: sia quello in cui il parlamentare è fisicamente assente (e non in missione) sia quello in cui è presente ma non vota e non partecipa a determinare il numero legale nella votazione». E secondo questo totale alla Camera sono ben 28 i deputati grillini con assenze superiori al 20% (la quota imputata a Minervini), mentre un solo membro del gruppo M5S risulta fra i 50 più presenti (Vincenzo Caso, che ha partecipato al 95,66% delle votazioni). Fra i grillini meno assidui a Montecitorio ci sono Laura Castelli (assente nel 33,40% dei casi, 1325 su 3967 votazioni), Riccardo Nuti (33,07%), Alfonso Bonafede (32,50%), Cosimo Petraroli (32,44%) e Massimo Artini (32,17%). Non se la cava male neanche l’enfant prodige Alessandro Di Battista, che al suo attivo in questo anno ha il 22.81% di assenze alle votazioni.
A Palazzo Madama il senatore Cinque stelle più presente è Alberto Airola (ha partecipato al 98,81% delle votazioni), sesto nella classifica. Anche al Senato, però, sono cinque i grillini che hanno sommato assenze superiori al 20%: l’ex capogruppo Paola Taverna ha mancato il 37,29% delle votazioni, 1447 su un totale di 3880. Poi Massimo Girotto (27.42%), Laura Bottici (26.52%), la leccese Daniela Donno (22.40%) e Elena Fattori (20.82%).