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 2014  aprile 04 Venerdì calendario

NICK ‘O MERICANO DA VIA XX SETTEMBRE A FORZA CAMPANIA


A un mese e mezzo dalle elezioni Europee, la situazione in Campania è tornata a ingarbugliarsi. Si è appena deciso che il capolista al Sud sarà Raffaele Fitto, molto attivo nella politica delle alleanze, che la costola azzurra locale, Forza Campania, subisce un colpo al vertice. È tornato in carcere per la seconda volta, ieri mattina, Nicola Cosentino, ex coordinatore regionale del Poi e sottosegretario all’Economia del governo Berlusconi nel 2008. L’uomo da l00mila preferenze, e molti si chiedono adesso che direzione prenderanno. E con quali effetti sugli equilibri interni.
Pesanti le accuse a carico del ras di Casal di Principe, da sempre accusato di rapporti con il clan dei Casalesi: estorsione e concorrenza sleale con metodo mafioso nel settore dei distributori di carburanti nel Casertano. È l’ultimo capitolo dell’intricata storia politico-giudiziaria di Cosentino, che nel ’95 agli albori di Fi era già consigliere regionale azzurro e poi ne ha scalato i vertici locali, fino a diventare deputato e poi sottosegretario di via XX Settembre. Nel 2009 arriva la richiesta dei magistrati alla Camera di autorizzazione a procedere per concorso esterno in associazione di stampo camorristico. Montecitorio lo salva, lui getta la spugna e si dimette da sottosegretario, e nel 2012 di nuovo, accusato di collusione con la criminalità, i suoi colleghi deputati negano l’autorizzazione all’arresto. Lui però si dimette e, proclamandosi innocente, si costituisce: il 15 marzo 2013 entra nel carcere di Secondigliano con un pigiama e una borsa piena di libri. Ne esce a luglio.
Adesso, l’ennesimo inciampo. Eppure, Forza Italia accoglie quasi con indifferenza la notizia: pochissimi, come Capezzone, si esprimono, e lo fanno con prudenza, invitando a rivedere l’istituto della custodia cautelare. È solo Luca D’Alessandro, deputato vicino a Verdini, a parlare di «giustizia a orologeria».
La verità è che per Berlusconi, l’ingombrante Nick ’o mericano era già stato liquidato. I tempi in cui ne respinse le dimissioni sono lontani. Alle politiche del 2013 – a sorpresa – l’allora segretario Alfano vinse il braccio di ferro sulle «liste pulite» espungendone due pesi massimi come Cosentino e Dell’Utri. «Sono schifato, Silvio mi ha tradito» si sfogò allora lui al termine di una conferenza stampa al calor bianco all’hotel Excelsior di Napoli gremito di giornalisti. Nei mesi successivi, il ras campano nemico storico di Mara Carfagna e del governatore Caldoro, ma sopratutto di Francesca Pascale e Mariarosaria Rossi, ha assistito con rabbia impotente all’ascesa del duo campano protagonista del «cerchio magico», il nuovo potere che all’ombra di Palazzo Grazioli ha rottamato la vecchia guardia. Ed ha visto con sgomento la perdita di potere del suo mentore, Denis Verdini, che gli è stato vicino nei momenti più bui: con lui ha pranzato a Roma, in un bar a due passi da Montecitorio, il 18 febbraio scorso, quando si parlava del «soccorso azzurro» di alcuni dissidenti forzisti nel voto di fiducia a Renzi. Poi non ce ne fu bisogno, ma nel gruppetto Gal (praticamente i Responsabili di questa legislatura), ce n’è più d’uno di fede cosentiniana, a partire dal vecchio amico Vincenzo D’Anna che ha avvertito (o minacciato): «Nessuno sale sul patibolo cantando».
E la ex segretaria di Verdini, Luciana Scalzi, è una dei 7 consiglieri regionali campani che nel gennaio scorso hanno dato vita a Forza Campania: una mini-scissione, nonostante i proclami di voler rimanere nell’alveo di Fi, che ha molto irritato l’ex Cavaliere.
Da lì, quel che restava dei loro rapporti è andato a rotoli. Tanto che il leader, ieri, non lo ha gratificato neppure di una dichiarazione pubblica di sostegno contro i magistrati. Ma già gli aveva fatto sapere che alle Europee non sarebbe stato della partita.
Non ci sono solo i rancori personali, ma anche i sondaggi che segnerebbero tre punti in meno con lui in lista. Così ha affidato a Giovanni Toti dichiarazioni definitive. «Non ci sono uomini buoni per tutte le stagioni». Nessuna speranza, quindi, di un biglietto per Strasburgo e del relativo scudo giudiziario. Nonostante i tanti consensi (e i sei senatori) che «il Casalese» ancora controlla. E che potrebbero confluire, se l’accordo con Fitto va a buon fine, sull’eurodeputata uscente Giovanna Petrenga. Ma dopo il 25 maggio che succederà?