Gianni Mura, la Repubblica 6/4/2014, 6 aprile 2014
IL MANIFESTO DI MARIN E UNA MANO DA EVITARE
TUTTO mi sarei aspettato nella vita, se è lecito parafrasare Scopigno, tranne che sentire un papa dichiarare: non sono comunista. Così ha detto papa Bergoglio parlando a un gruppo di studenti belgi e ribadendo che a stare dalla parte dei poveri, degli umili, dei diseredati, aveva invitato il Vangelo con parecchi secoli d’anticipo su Marx. Innegabilmente, però, il papa è cattolico e quindi gli toccherà l’etichetta di cattocomunista. Non se la prenda, più comunista di D’Alema è certamente e per molti è un compagno (di strada, almeno). E, pur avendo i suoi annetti, ha rivoltato il Vaticano a una velocità che Renzi se la sogna. A proposito di Renzi, molto interessante un titolo della Stampa sui consigli che gli ha dato Blair: “Mantieni sempre le promesse”. Non si sa cos’abbia risposto Renzi, anzi preferisco non saperlo, ma Blair merita il premio Banal Grande della settimana. Poteva dirgli “se fa freddo, copriti” ed era uguale.
Di ben altro livello le ricerche Usa, di cui ha dato conto il New York Times in una pagina uscita tradotta su Repubblica, mercoledì. Rivalutare l’astio, il rancore, il disprezzo. Titolo ultrainteressante: “Ecco perché essere cattivi può aiutarci a vivere meglio”. Lo venisse a sapere Bergoglio, cavoli vostri. David K. Marcus, psicologo alla Washington State University, ha messo a punto una “scala di cattiveria” interpellando 946 studenti e 297 adulti. Ne è emerso che gli uomini sono più dispettosi delle donne. E chi ci aveva mai pensato? Di più: che i giovani sono più dispettosi dei vecchi. Inaudito. Cosa intende per dispetto il professor Marcus? «Il desiderio di punire, umiliare o tormentare una persona anche quando ciò non ci porta alcun vantaggio». E adesso tenetevi forte, c’è un’altra conclusione sconvolgente: «il dispetto si accompagna, di solito, a tratti quali l’insensibilità e il machiavellismo, mentre di norma non si concilia con la gentilezza e la coscienziosità». Spero che continuino le ricerche Usa così illuminanti. Che so, una dell’università del Delaware basata su 365 giorni di osservazione del cielo. Conclusione: quando nelle ore vespertine il cielo assume una tonalità leggermente più carica del rosa è presumibile che il sole illumini la giornata successiva. Titolo suggerito: “Rosso di sera, bel tempo si spera”. Oppure una dell’università del Texas, condotta sull’osservazione di 288 donne e 1.106 manzi e vitelli. Notato un miglior adattamento coniugale e negli allevamenti di elementi indigeni. Titolo: “Mogli e buoi dei paesi tuoi”. È la scienza, bellezza.
Parlo poco di calcio? È vero. Mi adeguo. Il contorno di Napoli-Juve ha visto Benitez e Conte (un 5 a testa) rimpallarsi investimenti, piani triennali, spese di mercato, budget. Bei tempi quando si dibatteva tra italianisti e offensivisti, ma anche tra sostenitori del gioco a uomo oppure a zona. Belli e passati. Si sono adeguati anche Marotta e Luigi De Laurentiis. Il primo ha detto: «Hanno vissuto la vittoria con troppa enfasi, da provinciale, ci ha dato un po’ fastidio». Il secondo su Twitter: «Marotta grande Ignorante! Confonde il cuore di una città unica come Napoli per un’euforia da Provincia ». Ergo, 5 a Marotta, a Luigi De Laurentiis 4 per uso improprio di maiuscole e aggravante di punto esclamativo. Senza punti esclamativi ma con molto affetto, ieri pomeriggio a Milano la Casa d’accoglienza di viale Ortles è stata intitolata a Enzo Jannacci. Una cena e un posto letto tre euro. È la casa dei senza casa, dei barbùn. I bambini hanno giocato, i musicisti hanno suonato, i cantanti hanno cantato, gli attori hanno recitato in un clima da festa campestre. E molti si sono commossi, prima, durante e alla fine, con l’inevitabile El portava i scarp de tennis tutti in coro. Mi piace precisare che l’idea è partita dal nostro Fabrizio Ravelli (8). Anche a questo servono i giornali. E i giornalisti.
Giornalista era Vladimir Herzog, direttore del tg d’una tv di San Paolo. Giornalista, tra i più popolari in Brasile, è anche Juca Kfouri, che ha raccontato la storia di un collega entrato per chiarimenti in una caserma l’11 ottobre 1975, torturato e morto suicida (secondo i militari): impiccato, la notte stessa. Molti particolari, nella foto sulla presunta impiccagione, (vedere Alias del 29 marzo) facevano credere da subito che si trattasse di una messa in scena. Nel 2001 una sentenza stabilì che Herzog è stato ucciso. Ivo, il figlio di Herzog, e Kfouri hanno firmato un manifesto “Fora Marin” che indica in Josè Maria Marin il mandante morale dell’uccisione di Herzog. Fuori, è un po’ difficile che Marin ci vada: è presidente della federcalcio brasiliana e numero uno dell’organizzazione del mondiale, la Fifa su questioni etiche non si pronuncia mai, a questi livelli. Vorrei che i calciatori si rifiutassero di stringergli la mano, dice Ivo Herzog. Lo vorrei anch’io. Marin ha querelato Kfouri per diffamazione. Le firme sono già
55mila.