Piergiorgio Odifreddi, la Repubblica 6/4/2014, 6 aprile 2014
IL REGNO ITALIANO DI SATURNO
NOTIZIE eccezionali dallo spazio: la rivista Scienceha pubblicato i risultati di una ricerca coordinata da Luciano Iess dell’Università La Sapienza di Roma e finanziata dall’Agenzia spaziale italiana, secondo la quale su Encelado, una delle più piccole lune di Saturno, un grande lago, profondo otto chilometri e con un fondale roccioso, dovrebbe permettere reazioni chimiche ricche come quelle necessarie per sintetizzare la vita. La nostra scienza ha sempre dato contributi fondamentali allo studio di Saturno. Il primo fu Galileo, quando annotò il 30 luglio 1610 che «la stella di Saturno non è una sola, ma un composto di tre, le quali quasi si toccano, né mai tra loro si muovono o mutano». Egli credeva che Saturno fosse “trigemino” a causa della bassa risoluzione del suo cannocchiale a 20 ingrandimenti. Con uno a 50 ingrandimenti Christiaan Huygens scoprirà nel 1655 che il pianeta ha in realtà «un anello sottile e piatto», e possiede un satellite che chiamò Titano. E nel 1671 Giovanni Cassini scoprirà altri due satelliti, Giapeto e Rea, e capirà che gli anelli sono in realtà più d’uno, concentrici e complanari. Di qui il nome della sonda Cassini-Huygens, che dal 2004 è in orbita attorno al pianeta, e alla quale dobbiamo le osservazioni che hanno portato alla scoperta su Encelado, che corona un interesse tutto italiano per Saturno.