Guido Andruetto, la Repubblica 6/4/2014, 6 aprile 2014
PIÙ LUSSO CHE STORIA ECCO L’HOTEL GRAMSCI CHE IMBARAZZA TORINO
Si chiamerà Hotel Gramsci il nuovo albergo di lusso e design che tra maggio e giugno sarà inaugurato nel palazzo dove Antonio Gramsci abitò a Torino tra il maggio del 1914 e il 1922. Entrando oggi dall’ingresso di piazza Carlina 5, pieno centro città, ci si affaccia su un cantiere che procede a ritmi serratissimi. Dal piano terra si devono salire soltanto quattro scalini per tornare indietro di un secolo. Portano direttamente al piano ammezzato dove Gramsci, da studente, si riuniva con gli altri compagni della redazione del giornale “L’Ordine Nuovo”, che fu l’organo ufficiale del movimento dei Consigli di fabbrica nella città operaia di allora. Tre stanze con soffitti bassi e pochissima luce che sono in questo momento l’unica zona vincolata e intoccabile del maxicantiere che ha trasformato l’intero edificio in un albergo quattro stelle superiore.
Diecimila metri quadrati di superficie, cinque piani, centosessanta stanze, due negozi, un ristorante e un’area fitness con piscina sul tetto. Un cambio di pelle radicale rispetto all’antica “Casa Gramsci”. Per volere della società Immobilare Carlina l’hotel sarà intitolato non senza polemiche al fondatore del Partito comunista, ed è questa la novità che alla “vigilia” dell’apertura sta creando maggiori discussioni fra i promotori di un’operazione immobiliare e commerciale stimata intorno ai trenta milioni di euro.
I primi a esprimere perplessità sulla scelta sono stati in questi giorni innanzitutto i vertici della catena spagnola Nh Hoteles, partner dell’iniziativa cofinanziata da Intesa Sanpaolo e Credito Valtellinese, che gradirebbero un nome storico più “neutro”, ad esempio quello del Conte Cavour in relazione alla statua dello statista collocata proprio al centro di piazza Carlina. La rilevanza della figura di Gramsci anche fuori dai confini europei, però, ha convinto in via definitiva la società partner torinese a dedicargli la nuova struttura. «Parliamo di un hotel con uno standard internazionale — spiega Federico De Giuli, architetto e socio dell’Immobiliare Carlina, mentre mostra le nuove stanze e gli altri spazi comuni — che abbiamo progettato non solo per ospitare una clientela di fascia alta ma anche per valorizzare nei modi migliori possibili le memorie gramsciane legate al luogo».
Ex albergo di virtù per il ricovero e l’istruzione dei poveri, “Casa Gramsci” negli anni Trenta passò di proprietà alla comunità israelitica continuando ad ospitare alloggi e botteghe, ma è alla fine degli anni Settanta che il Comune la acquista per convertirla in case popolari. Una parentesi che si chiuderà una ventina d’anni dopo con lo sgombero degli occupanti a causa dello stato fatiscente dell’immobile. Seguiranno anni di abbandono e l’avvio di un discusso cantiere ormai al traguardo. Entro giugno l’Hotel Gramsci aprirà i battenti ma avrà una specie di zona franca al suo interno, proprio nelle stanze dell’Ordine Nuovo, che ospiterà iniziative divulgative di carattere esclusivamente storico-politico e culturale.
Tutto sta nascendo con la collaborazione dell’Istituto Piemontese Antonio Gramsci, che all’interno dello spazio organizzerà delle piccole riunione ed allestirà una biblioteca con tutte le opere del filosofo. «È una possibilità importante quella che ci viene data dall’hotel — commenta il professore Sergio Scamuzzi, direttore dell’Istituto — non potevamo certamente rifiutarci di supportare un’iniziativa che mira a salvaguardare la memoria di Gramsci e anche la storia del suo rapporto con la città. Con la prossima apertura, oltre alla biblioteca, nel centro convegni che sarà presente all’interno daremo il via ad una serie di conferenze, la prima delle quali sarà una maratona di letture di favole di Gramsci, che è stato anche scrittore e pedagogista».
E se gli eredi di Gramsci, in testa il nipote Antonio Gramsci Jr, che oggi vive a Mosca, hanno espresso più volte apprezzamento per la riconversione della Casa in queste forme, a storcere il naso, sia sull’intitolazione che sul progetto stesso, è il professore Nicola Tranfaglia, che per anni ha insegnato storia contemporanea all’Università di Torino. «Credo sia quanto meno opinabile intitolarlo a Gramsci — dice piccato — Il carcere duro e la terribile morte che gli sono toccati in sorte hanno poco a che fare con l’immagine di un hotel di lusso».