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 2014  aprile 08 Martedì calendario

CALCIO E FACCE DI BRONZO

Va bene tutto, ma la statua del Polpo Paul no. E invece sì, c’è, protetta da una corda come meritano le opere d’arte: è in mostra all’acquario di Oberhausen, dove Paul prediceva il futuro a morsi. Non ha grandi chance di restare nei libri di storia dell’arte, questo si può dire: è un polipone di polistirolo e legno, una delle meno artistiche tra le oltre 350 statue dedicate al calcio visibili nel mondo. L’Università di Sheffield le ha censite e ha scoperto che ci sono monumenti pallonari in 56 Paesi e sei continenti. Raffigurano ovviamente calciatori, allenatori e presidenti ma anche telecronisti, tifosi e mascotte. Nella classifica dei più raffigurati - non ditelo a Maradona - vince Pelé: ha 6 statue e una in costruzione, tutte in Brasile. In una appare giovanissimo, con papà Dondinho che gli mette una mano sulla spalla. Nostalgico.
Non che fosse percepita come questione di vita o di morte, ma gli studiosi di Sheffield hanno fatto le cose in grande. Hanno scoperto che nel mondo ci sono (almeno) 125 statue dedicate a calciatori anonimi, che il monumento più antico è del 1903, che il Real Madrid è stato il primo club ad avere l’idea. Celebrò così nel 1925 Sotero Aranguren e Alberto Machimbarrena, due argentini in maglia bianca. Eccezioni, perché il 95% delle statue è stato eretto dopo il 1990, sintomo di una moda piuttosto recente, e le sculture si trovano un po’ ovunque. Ottanta sono nel Regno Unito, patria del calcio e della scultura con pallone, ma l’usanza è diffusa. In Cina hanno creato 44 statue per i 44 uomini che hanno contribuito alla qualificazione al Mondiale 2002 e a Calcutta hanno scolpito in onore di Gostha Pal, una specie di Thiago Silva di inizio Novecento che giocava a piedi scalzi. Al museo del Santos c’è un Neymar di latta e in Messico hanno fatto spazio a un bronzo di Jared Borgetti, attaccante della nazionale che fece gol anche a Buffon al Mondiale 2002. Poi le sorprese totali, gli omaggi impensabili. In Italia non c’è nulla - tranne un Batistuta costruito e poi rimosso dalla Fiesole - ma un Perrotta in bronzo si trova ad Ashton-under-Lyne, suo luogo di nascita. Nelle Azzorre c’è un Pauleta, idolo locale, in Svezia un Eriksson e a Tokyo un Capitan Tsubasa. Capi che? Capitan Tsubasa, Holly di Holly&Benji.