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 2014  aprile 08 Martedì calendario

GLI OSTACOLI PER ALITALIA-ETIHAD

Sono tre i principali ostacoli da superare perché possa de­collare un forte patto tra Alita­lia ed Etihad. E il più importan­te è a Bruxelles, perché l’opera­zione dovrà avere il consenso definitivo dell’Ue. Le compa­gnie continentali, Lufthansa in testa, sono già sul piede di guer­ra. Il concetto è riassumibile co­sì: l’ingresso di Etihad, in pro­cinto di sottoscrivere una quo­ta del 30-35% della compagnia italiana, non dovrà apparire una presa di controllo fittizia. Se fosse dimostrabile che Etihad comanda a Roma pur avendo una quota di minoran­za, Alitalia rischierebbe di per­dere lo status e i diritti di una compagnia comunitaria, cosa che annullerebbe l’essenza stessa dell’accordo. Lufthansa è la più minacciata perché Etihad è già il primo socio di Air Berlin,e una forte collaborazio­ne tra quest­’ultima e Alitalia sot­trarrà a Lufthansa parte del suo traffico intercontinentale. Con­troversa la posizione di Air France, ex primo azionista di Alitalia, oggi derubricata a un ruolo trascurabile, i cui danni immediati sarebbero inferiori a quelli di Lufthansa perché gli accordi commerciali sui voli Ita­lia­Francia resterebbero per ora intatti (scadono nel 2017).
I (probabili) ricorsi all’Unio­ne europea vedono vigili i legali italiani e arabi per i quali l’italia­nità di Alitalia resterebbe gra­zie alla presenza maggioritaria di soci come le Po­ste, Intesa Sanpa­olo, Unicredit, At­lantia.
Sul tavolo del­le trattative ci so­no altri due osta­coli importanti. Innanzitutto il personale. Il re­centissimo accordo per 1.900 esuberi trattati con sistemi di so­lidarietà è già da stracciare. Etihad vuole ridurre il persona­le da 12.500 a 10mila dipenden­ti, senza finzioni all’italiana. Il sindacato è in preallerta ma non ha ricevuto ancora comuni­cazioni ufficiali. Il clilma è teso: «Se sarà una proposta provoca­toria, risponderemo con provo­cazioni », dichiara Marco Vene­ziani, della Uil trasporti.
Altro scoglio: le banche. Alita­lia sta trattando la ristruttura­zione di un complesso di 850 mi­lioni di esposizione, tra crediti, fidejussioni, garanzie su deriva­ti, coperture sul carburante; di questi, circa 500 appartengono a Intesa e a Unicredit, in parti quasi uguali, il resto a Mps e Po­polare Sondrio. Per metà il debi­to a breve è già stato allungato al giugno 2015.L’altra metà è in discussione, e le opzioni sono varie: sconto, posticipo, revisio­ne dei tassi o conversione in ca­pitale. Va considerato che delle quattro banche esposte due so­no azioniste, due no; gli interes­si, cioè, sono diversi. Per ora co­munque Alitalia non ha proble­mi immediati di cassa.
James Hogan, numero uno di Etihad, ha riferito al proprio consiglio l’esito delle verifiche su Alitalia. A giorni- forse a ore­sarà inviata a Roma una lettera d’intenti con l’impegno a nego­ziare in esclusiva, base per met­tere­a punto un nuovo piano in­dustriale triennale, nel quale sa­rà disegnata la fisionomia della compagnia, del network e degli accordi commerciali. Entro maggio il piano dovrebbe esse­re varato. Prima dell’estate è prevista la chiusura dell’opera­zione; Europa permettendo.