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 2014  aprile 08 Martedì calendario

IL SERENISSIMO PANE E SALAME: «RIVOLUZIONARI? SÌ, DA OSTERIA»


Dietro ogni rivoluzionario in disarmo c’è una moglie incavolata. E dietro Mario Mainetti, leghista bresciano «scoglionato» per sua stessa ammissione, c’è la signora Giuseppina che appena si rende conto che il marito è al telefono con un giornalista comincia a urlare in sottofondo, «Mariooooo metti giuuuuuù».
Ma prima di arrendersi e riattaccare, il Mainetti, che «se fosse per me le spiegherei tutto», fa in tempo a raccontare un po’ di cose sui suoi amici di un tempo finiti in galera mercoledì scorso per avere preparato l’insurrezione Serenissima e la rifondazione della Repubblica Veneta. È un personaggio mediatico senza saperlo, Mainetti. Perché anche lui, lo «scoglionato», è rimasto invischiato nelle intercettazioni dei carabinieri del Ros che davano la caccia a ideatori e costruttori del «tanko» da portare a San Marco. E la sua è la intercettazione che fotografa meglio di tutte la crisi di identità della rivoluzione del Nord Est. Lo chiamano alle armi, lui recalcitra. È lui l’autore della famosa battuta, «Male che vada nella peggiore delle ipotesi ci troviamo a casa mia a tagliare su un salame», cui il capo e ideologo Giancarlo Orini risponde brusco, «No, più che tagliare il salame noi abbiamo bisogno di caricare i candelotti di dinamite».
Mainetti l’ha letta anche lui sui giornali, quella battuta. Ma, come a volte accade, non si è riconosciuto. Non si ricordava di averla detta. Incredibilmente, nonostante che il suo nome e il suo numero di telefono fossero riportati su tutte le copie dell’ordine di cattura, per un bel po’ di giorni nessun giornalista si è preso la briga di andarlo a cercare. Così, quando il telefono di casa squilla, Mainetti cade dalle nuvole.
Lei è quello «scoglionato», quello che dice a Orini «ho fatto due conti, mi tengo il camper e me ne vado in Grecia a mangiare le aringhe o a pescare tutto il giorno». Sussulto di Mainetti. «Io?!». Parrebbe. «Se è uno scherzo è uno scherzo di cattivo gusto». Purtroppo non è uno scherzo. «E lei il mio numero di telefono di casa dove l’ha preso?». Sull’ordine di cattura. «Ah».
A questo punto, la dolorosa verità sembra farsi strada nella mente di Mainetti. La verità di essere rimasto comunque impelagato in una storia da cui ha cercato in tutti i modi di restare fuori. Non è indagato, ovviamente. Ah se avessero dato retta a lui, i Serenissimi, quanti guai si sarebbero risparmiati. Quando Orini nei suoi fumi gli diceva «è arrivato il momento di combattere, ragazzo, qui a breve salta tutto», lui gli rispondeva con i piedi piantati per terra da lavoratore bergamasco, «stamattina sono a casa perché devo mandare via le lettere a tutti gli allevatori che non pagano». Davanti alle insistenze di Orini, lui, il Mainetti, prova più a volte a voltarla in pacciata, in mangiare e bere: «Ci troviamo a tagliare un salame». E l’altro, tetragono, gli risponde con la battuta sui candelotti.
IL SERENISSIMO PANE E SALAME: “RIVOLUZIONARI? SÌ, DA OSTERIA” –

Morale: Orini è agli arresti per insurrezione terrorista. E lei? «Ma sa, io... Orini è tantissimo tempo che non lo sento, da tempi della Lega, io adesso non ho più tempo, lavoro, faccio il rappresentante». E quella telefonata? «Ci siamo sentiti per una cena, ma io non ho più né tempo né voglia, sono cose che si facevano quando ero ragazzo». Ma Orini le parla di combattere, di dinamite. «Io penso che un conto è l’idealismo, un conto è fare delle cose da balordi. Ciò premesso a me questa sembra una cosa molto da osteria. Una cosa goliardica. E se Orini lei lo conosce è proprio così, un personaggio goliardico». Ma se lo immagina alla testa di un governo provvisorio? «Proprio no. Dopodiché, certo che se non si può più neanche stare al bar a parlare e a dire quello che uno pensa...». Se davano retta a lei, e venivano a mangiare il salame, era meglio. «Guardi che le frasi del salame sono vere, non sono mica frasi in codice! Io faccio il rappresentante e anche adesso se uno viene a casa mia trova due salami nel frigo... Ma adesso devo mettere giù perché mia moglie sta chiamando i carabinieri...».