Giuseppe Pollicelli, Libero 8/4/2014, 8 aprile 2014
LA MUTI MALATA IMMAGINARIA PER USCIRE A CENA CON PUTIN
Bella è bella, Ornella Muti. Lo è ancora oggi, a 59 anni, benché milioni di italiani abbiano ben impresso nella mente soprattutto il suo splendore adolescenziale e post adolescenziale, quello che nei primi anni ’70 ha reso conturbanti e degni di visione anche film che, per il resto, non erano tutti indimenticabili.
Insomma, le fortune della Muti (all’anagrafe Francesca Romana Rivelli) nel mondo dello spettacolo, proseguite e anzi consolidatesi negli anni seguenti (quando lavorò con registi come Ferreri, Steno, Nuti e Verdone) per poi imboccare un lento ma inevitabile declino a partire dagli anni ’90, dipendono in massima parte dall’avvenenza di questa ex ragazza romana figlia di un giornalista napoletano e di una scultrice estone. È il suo aspetto esteriore, non di rado generosamente mostrato privo di veli, ad averla resa una star della nostra cinematografia conosciuta anche all’estero. Certamente non le doti recitative, che neppure il suo fan più accanito, siamo pronti a scommetterci, avrà mai reputato degne di nota. Ma non è il caso di infierire: sono tante, da sempre, le dive del grande schermo che hanno costruito la propria carriera sulla bellezza anziché sul talento, e va benissimo così.
Si poteva però pensare che chi, all’ultimo momento, per un’indisposizione dell’attrice, si fosse visto costretto a rinunciare alla visione di uno spettacolo teatrale con protagonista Ornella Muti non se la sarebbe presa più di tanto, proprio perché non ce ne voglia la diretta interessata le sue performance attoriali non sono esattamente apparentabili a quelle di una Michela Cescon o di una Maria Paiato. Invece molti spettatori ci sono rimasti male, e parecchio, e quando si sono accorti che l’indisposizione di cui sopra era solo una scusa han cominciato a far circolare a più non posso la foto che dimostrava l’inganno perpetrato dalla Muti. I fatti di cui parliamo risalgono al dicembre 2011. In quel periodo Ornella fece annullare tre date al Teatro «Giuseppe Verdi» di Pordenone dove si sarebbe dovuta rappresentare la commedia «L’ebreo» di Gianni Clementi producendo un certificato medico che attestava come l’attrice fosse affetta da «laringotracheite acuta con febbre, tosse e raucedine», malanni da cui discendeva la necessità di «cinque giorni di riposo durante cui non fare uso della voce». Era un venerdì mattina e gli operai stavano già allestendo le scenografie della pièce. Un paio di giorni dopo, però, Internet farà scoprire, implacabile come sempre, che quella riportata nel certificato, evidentemente grazie ai buoni uffici di un medico compiacente, era solo una menzogna. Sul web compare una fotografia che immortala un momento della sfarzosa cena di beneficenza organizzata a San Pietroburgo proprio quando «L’ebreo» sarebbe dovuto andare in scena a Pordenone da Vladimir Putin, che non era allora presidente russo (la carica era ricoperta da Medvedev) ma, lo sappiamo, era come se lo fosse. Nella foto, seduti al tavolo contrassegnato dal numero 9, si riconoscono tra gli altri lo stesso Putin, l’attore americano Kevin Costner e, guarda un po’, proprio Ornella Muti, per l’occasione in versione biondo platino e avvolta in un abito di colore rosso fiammante. Della cosa, come si è detto, dev’essersi accorto qualche spettatore mancato de «L’ebreo», ancora di malumore per non aver potuto apprezzare la performance recitativa della Muti e dei colleghi. E, a seguire, se ne sono senz’altro resi conto, magari dopo apposita segnalazione, i responsabili del Teatro Verdi, i quali non l’hanno presa affatto bene.
Tant’è vero che, adesso, Ornella dovrà affrontare un processo in cui il sostituto procuratore Annita Sorti ha individuato due gravi capi d’imputazione: la truffa aggravata (poiché la Muti ha ottenuto dalla direttrice del Verdi un rinvio non legittimato dello spettacolo teatrale senza corrispondere la penale pattuita) e l’avere indotto il proprio medico curante a macchiarsi del reato di falso ideologico, quello che si commette allorché si produce un documento formalmente autentico ma mendace nel contenuto. In questa sgradevole vicenda, da cui ovviamente auguriamo a Ornella Muti di uscire nel migliore dei modi, c’è una malata immaginaria, appunto la nostra Ornella, che con il suo operato ha fatto finire in secondo piano i tanti malati veri, per di più bambini, a favore dei quali sarebbe stata organizzata la «cena dello scandalo». Una cena che, a giudicare dalla foto, è stata mondana almeno quanto benefica. E allora non resta che sperare che, oltre alla malata, non siano immaginari pure i soldi che, nell’occasione, si sarebbero dovuti raccogliere.