Andrea Ossino, Il Messaggero 8/4/2014, 8 aprile 2014
NELLA SUITE A CINQUE STELLE CON I FONDI DELLA COOP
IL PROCESSO
ROMA Aveva approfittato dell’incarico di commissario liquidatore di una cooperativa per utilizzare come meglio credeva i fondi della società amministrata temporaneamente. Oltre settecentomila euro. Per un anno intero Nicola Ermini, noto commercialista e tesoriere della Margherita fino al 2007, aveva alloggiato in via Veneto, nella suite da duecentocinquanta euro a notte di un hotel a cinque stelle nel cuore della Dolce Vita felliniana. Ieri, il Tribunale di Roma lo ha condannato a scontare cinque anni di reclusione per aver violato le norme che disciplinano l’interesse privato del curatore negli atti che riguardano il fallimento di un’azienda.
IL FATTO
Era l’aprile del 2004 quando Ermini, commissario liquidatore della cooperativa Gran Sasso, aveva prelevato oltre trentamila euro dai fondi della società. Da quel momento il commercialista non si era più fermato. In tre anni, fino al dicembre del 2007, aveva messo le mani su oltre settecentomila euro. Il denaro, secondo la procura, sarebbe stato usato dall’ex tesoriere «per pagare dei professionisti in modo da evitare futuri controlli ed in palese violazione delle norme anti riciclaggio». Stando alla ricostruzione del sostituto procuratore di Roma Francesca Loy, che ha chiesto e ottenuto la condanna di Ermini, il commercialista, dopo aver prelevato migliaia di euro, avrebbe pagato altre persone, in contanti, per servizi inerenti la Gran Sasso. Una sorta di copertura, insomma. Come quando aveva dato oltre duecentomila euro ad un geometra per «prestazioni in favore della cooperativa».
LA SUITE
Ma quel denaro ad Ermini serviva anche per altro. Nel corso dell’intero 2007, aveva prenotato una suite dell’hotel Majestic, in via Veneto. Al costo di duecentocinquanta euro a notte, ovvero novantamila euro l’anno. I fatti contestati al commercialista risalgono al periodo 2004-2007, ma il Tribunale ha ritenuto prescritti i reati commessi fino al 2006. Condannandolo in ogni caso a ben cinque anni.
I PRECEDENTI
Per Ermini non è la prima condanna. Poco tempo fa ha subito una prima sentenza, insieme al suo ex avvocato Gaetano Berni, a un anno e sei mesi per peculato fallimentare. Noto anche per essere entrato nei cda di diverse società municipalizzate, l’ex consigliere della Margherita si era reso protagonista dell’estate più brutta del Perugia Calcio, quando per la seconda volta in pochi anni la squadra era fallita. In quell’occasione Ermini, divenuto amministratore unico della società calcistica, era stato presentato come l’emissario di una fantomatica cordata di sceicchi, gonfi di petrodollari, che si nascondevano dietro una società anonima svizzera, la Barclaps &Partners. La condanna per la vicenda della cooperativa ha lasciato di stucco la difesa. «Attendiamo le motivazioni- ha dichiarato Sibilla Fiori, difensore di Ermini - Considerando l’intervenuta prescrizione, la pena appare sproporzionata ai reati contestati. Ricorreremo in appello».