Mario Gerevini, Corriere della Sera 8/4/2014, 8 aprile 2014
ENTI SOPPRESSI, STORIA (SEMISERIA) DELL’EIPLI IN LIQUIDAZIONE DA 35 ANNI, MA PROROGATO
Come la gramigna: pensi di averla estirpata ma ricresce, si acquatta, resiste al calpestamento e succhia il nutrimento ad altre piante. Così sono gli enti inutili (o impropri) che ancora sopravvivono, magari dimagriti o ridotti all’osso ma pur sempre inutili. La guerra per toglierli di mezzo dura da 58 anni. Correva l’anno 1956 (nascevano, tra gli altri, Maurizio Gasparri, Roberto Calderoli e Giancarlo Galan), e sulla Gazzetta Ufficiale venne pubblicata la legge numero 1404. Vale la pena citare per intero l’articolo 1: «Gli enti di diritto pubblico e gli altri enti sotto qualsiasi forma costituiti, soggetti a vigilanza dello Stato e interessanti comunque la finanza statale, i cui scopi sono cessati o non più perseguibili, o che si trovano in condizioni economiche di grave dissesto o sono nella impossibilità concreta di attuare i propri fini statutari, devono essere soppressi e posti in liquidazione con le modalità stabilite dalla presente legge ovvero i ncorporati in enti similari».
Il bello è che da allora c’è stato un boom di enti inutili con un saldo tra nascite e soppressioni ampiamente favorevole alle prime. La società Linee Aeree Transcontinentali Italiane-Lati, per dirne una tra mille, è stata cancellata solo nel 2007 dopo 50 anni di liquidazione durante i quali il ministero dell’Economia, titolare del 100% del capitale, l’aveva utilizzata anche come parcheggio di un pacchetto di film di Amedeo Nazzari.
Era una compagnia aerea voluta da Benito Mussolini nel 1939 per collegare l’Italia al Brasile. Cessò l’attività due anni dopo ma per chiuderla del tutto (con relativi costi) ci sono voluti altri 66 anni.
Dossier parlamentari e rapporti della Corte dei Conti hanno fotografato più volte i ritardi e le difficoltà nel bonificare la palude degli enti-zombi.
Tra i tanti casi, noti o meno noti, spicca forse quello dell’«Eipli-Ente per lo sviluppo dell’irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia, Lucania e Irpinia». Il suo compito è dare soluzioni al problema dell’approvvigionamento idrico. Non è soppresso ma nemmeno pienamente attivo: solo per alcune funzioni, comunque importanti come la gestione delle gare d’appalto.
Eppure quest’anno sono 35 anni che è stato messo in liquidazione da una legge dello Stato. Lo stesso “azionista” che però ne proroga l’attività (con poltrone e costi) decreto dopo decreto. Scrive la Corte dei Conti: “Dal 2002 è attiva Acqua spa, società a capitale pubblico cui sono state formalmente, ma non ancora effettivamente, trasferite le funzioni del soppresso Eipli».
L’ente è talmente vivo che il commissario straordinario lo considera strategico e «indispensabile al Mezzogiorno d’Italia». Il commissario Saverio Riccardi (circa 30 mila euro di compenso, 15 mila i subcommissari) non è uno arrivato lì per caso: rappresenta il governo. Si deve concludere che Eipli è un caso complicato di ente considerato inutile ma «indispensabile» seppure in fase di soppressione da 17 anni, con commissari in carica e 140 dipendenti. Uno di questi — come ha scritto 15 giorni fa «il Quotidiano della Basilicata» in un articolo dal titolo «Eipli, un altro stipendio d’oro» —, il geometra Gaetano Di Noia, 39 anni, ha ricevuto dal commissario liquidatore una promozione sul campo: «Responsabile dell’Ufficio di gabinetto» con stipendio quasi quintuplicato (circa 100 mila euro) rispetto all’inquadramento iniziale. Una specie di supersegretario del commissario. Forse ce n’era bisogno, forse no. L’Eipli intanto tira avanti.