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 2014  aprile 05 Sabato calendario

SOROS, L’ULTIMA CAMPAGNA 80 MILIONI DI DOLLARI PER LA MARIJUANA LIBERA


Sono almeno 80 i milioni di dollari che George Soros ha speso per favorire la legalizzazione delle droghe leggere negli Stati Uniti, e la sua offensiva sta avendo successo, a giudicare da quello che è avvenuto all’inizio dell’anno in Colorado. Eppure si tratta solo di briciole, nel mare dei 3,5 miliardi di dollari che il finanziatore di origini ungheresi ha trasferito nelle casse delle Open Society Foundations, ossia le fondazioni con cui promuove le sue iniziative filantropiche.
Soros si è cominciato a interessare al tema nel 1994, quando attraverso la Drug Policy Alliance ha versato i primi 4 milioni. Da allora in poi, ogni anno la stessa cifra è andata ad organizzazioni come il Marijuana Policy Project o l’American Civil Liberties Union, per finanziare campagne favorevoli alla legalizzazione.
L’idea di Soros è che l’approccio criminale ha fallito, e va sostituito con un sistema nuovo, in cui la dipendenza viene trattata come malattia, e non reato. Il primo punto è liberalizzare l’uso delle droghe leggere, in moda da regolarne la distribuzione. Con i soldi ricavati risparmiando sull’apparato di polizia, si dovrebbero invece finanziare programmi di assistenza, per liberare i consumatori dal bisogno della droga.
Per molti anni questa è stata una posizione di minoranza negli Usa, dove in origine solo il 30% della popolazione era favorevole alla legalizzazione. Il lavoro di Soros però ha avuto un effetto, e ora i favorevoli sono saliti sopra il 50%. Il primo risultato pratico si è visto in Colorado e Washington, dove nel 2012 sono stati approvati provvedimenti per liberalizzare le droghe leggere. Visto il successo, ora la coalizione costruita da Soros punta a convincere Alaska, Oregon e Florida nel 2014, e poi Arizona, California, Maine, Massachusettss e Nevada nel 2016. Procedendo così, Stato per Stato, l’intera America legalizzerà l’erba.
Questo, però, è solo uno dei settori dove il finanziare punta a cambiare la società, senza neanche considerare le donazioni milionarie offerte ai candidati presidenziali democratici. Le Open Society Foundations si ispirano al pensiero del filosofo Karl Popper, di cui lui è da sempre seguace, e avevano iniziato a operare per diffondere democrazia e liberismo nell’Europa orientale. Ora hanno un capitale complessivo di 3,5 miliardi di dollari e si occupano di tutto, dall’istruzione alla sanità, come un vero strumento politico parallelo al governo.

Paolo Mastrolilli