Bianca Carretto, CorriereEconomia 7/4/2014, 7 aprile 2014
FIAT DOPO IL VOLO NEGLI USA , COSÌ RIPARTE IL PIANO ITALIA
Sergio Marchionne lo ha detto chiaramente il 31 marzo, in occasione dell’assemblea di bilancio 2013: «Confermiamo che non ci sono eccedenze nel sistema italiano». E promettendo: «Anche a Mirafiori i prossimi investimenti consentiranno la piena occupazione, come è già avvenuto a Grugliasco, dove la produzione di Maserati ha consentito di riassumere tutti gli addetti, più mille unità di Mirafiori». Ora che non esistono più ostacoli alla piena integrazione di Chrysler, il suo progetto industriale, avviato nel 2009, verrà ufficializzato il 6 maggio a Detroit. Le 300 mila persone di Fiat e Chrysler ( di cui circa 63mila solo in Italia, tra operai e colletti bianchi) che lavorano nel mondo, sono la responsabilità maggiore.
Il disegno
La mappa delle fabbriche, quelle che saranno coinvolte in un modo o nell’altro nel piano di sviluppo, è molto chiara: a Pomigliano, dove si produce la nuova Panda, con un investimento di circa 900 milioni di euro, lavorano quasi 4.500 persone. A Mirafiori, in fase di ristrutturazione delle linee, si costruisce oggi l’Alfa Romeo Mito, ma arriveranno il suv Maserati ed altri modelli premium ed è già stato stanziato più di un miliardo di euro. A Grugliasco, nella ex Bertone, il sito che, come ha detto John Elkann «era morto», sono stati riassorbiti tutti i dipendenti, più mille provenienti da Mirafiori. Ora si contano circa 2.200 maestranze che lavorano per produrre vetture che si stanno vendendo in tutto il mondo. A Cassino, casa dell’Alfa Romeo Giulietta, attualmente sono in carico circa 5.000 salariati, a Melfi, ritornata alla luce grazie alla Jeep Renegade ed alla futura Fiat 500X sono 5.500, alla Sevel Val di Sangro, da dove esce il Ducato nelle sue varie versioni, la mano d’opera consiste in 6 mila uomini e donne. E’ sempre Marchionne ad affermare che, «nel 2014, prevediamo di consegnare circa 4,6 milioni di vetture. La nostra forza deriva proprio dall’unione di Fiat e Chrysler, ognuna conserverà la propria identità e metterà a disposizione dell’altra i caratteri di eccellenza».
Le grandi economie di scala sono quelle che permettono di moltiplicare architetture e prodotti, Fiat ha già completato la convergenza sulle tre piattaforme principali: Mini, su cui si costruiscono Panda e 500, Small per la 500L, 500X, Jeep Renegade e Compact per Alfa Romeo Giulietta, Dodge Dart, Jeep Cherokee, Chrysler 200. Questa è la Fiat Chrysler Automobiles in grado,entro il 2018, di assemblare oltre 6 milioni di vetture.
Università
Esiste anche una realtà già attivata per arrivare all’obiettivo. Il gruppo ha mantenuto e valorizzato un legame forte e fattivo con il mondo del lavoro giovanile, non solo attraverso partnership che lo legano al Politecnico di Torino per la facoltà di Ingegneria, un accordo che dura da circa 15 anni e che nel tempo si è sviluppato anche fuori dei confini nazionali. Con l’università di Windsor, in Canada avviene uno scambio di studenti e la laurea congiunta. E ora si sono aggiunte iniziative più recenti come i programmi Fiat Likes U e Face2Face with Fiat Chrysler. Il primo ha coinvolto otto atenei italiani (un bacino potenziale di circa 280.000 studenti), consente di beneficiare del free car sharing di automobili Fiat e offre opportunità di internship e lavoro in azienda. Il successo dell’iniziativa ha spinto Alfredo Altavilla, capo della regione Emea di Fiat Chrysler, a riproporla su un perimetro ancora più ampio in Italia, con la collaborazione di dieci università, riguarda circa 637.000 studenti, per estenderla in altri paesi europei. Face2Face with Fiat Chrysler è invece un progetto, iniziato con un workshop presso il centro di engineering di Torino, che ha visto protagonisti 110 studenti di tredici università, saranno presenti alla decima edizione della Formula SAE Italy, ai quali Fiat Chrysler offre supporto tecnico e organizzativo.
Un legame diventato un canale privilegiato per la selezione di laureati, dal 2012 ad oggi, sono stati assunti, in Italia, più di 200 ingegneri e tecnici, di questi oltre 150 sono stati inseriti nello Sviluppo prodotto, una trentina nell’area Industrial (WCM e process engineering), 25 sono andati a rafforzare i team di sales e marketing dei vari brand.