Enrico Marro, CorriereEconomia 7/4/2014, 7 aprile 2014
LANDINI VA AL DUELLO (PERSO) CON CAMUSSO
Settimana decisiva per il percorso congressuale della Cgil, che si chiuderà a Rimini il 6-7-8 maggio con le 17esime assise del sindacato guidato da Susanna Camusso . Nei prossimi giorni, infatti, si misurerà lo scontro tra la maggioranza del segretario generale e la sinistra guidata dal leader della Fiom, Maurizio Landini . Tra oggi e domani si chiude la consultazione interna alla Cgil sull’accordo sulla rappresentanza, poi andrà in scena il congresso della stessa Fiom, che si aprirà venerdì a Rimini e si chiuderà sabato con il duello dal palco tra la stessa Camusso, che da programma dovrebbe parlare alle 11.30, e Landini, che chiuderà i lavori alle 13. Nella due giorni, come ospiti d’onore, interverranno i personaggi di riferimento della Fiom da almeno un decennio: Gino Strada , don Luigi Ciotti , Stefano Rodotà .
Cominciamo dallo scontro sull’accordo sulla rappresentanza, quello firmato il 10 gennaio da Camusso con la Confindustria e con Cisl e Uil. Un’intesa che dovrebbe dare finalmente il via a regole certe per la misurazione della rappresentanza sindacale e la validità degli accordi contrattuali, ma che è duramente contestato dalla Fiom, che lo ritiene una replica dell’accordo Fiat di Pomigliano, discriminatorio verso la stessa Fiom.
Landini ha prima chiesto inutilmente a Camusso di ritirare la firma, che invece è stata convalidata a larghissima maggioranza dal direttivo, il parlamentino della Cgil, ma poi è comunque riuscito ad ottenere che sull’intesa si svolgesse una consultazione prima del congresso. Solo che sulle modalità della stessa — consultare solo gli iscritti, tutti i lavoratori, iscritti e lavoratori ma separatamente — Cgil e Fiom, tanto per cambiare, non si sono messe d’accordo. Di conseguenza la Cgil darà i propri risultati (forse dopo il congresso Fiom, per non esasperare lo scontro), dai quali emergerà l’ampia vittoria dei sì all’accordo, mentre la Fiom vanterà i numeri riferiti ai metalmeccanici che assegneranno la vittoria al no.
Che succederà a quel punto? Camusso insisterà perché Landini riconosca che la maggioranza della Cgil è favorevole all’accordo e che quindi anche la Fiom lo applichi, perché in materia di rappresentanza è la confederazione ad avere potere di decisione. Landini si adeguerà o invece sosterrà il diritto della Fiom di non applicare l’accordo firmato da Camusso? In questo secondo caso lo scontro potrebbe finire davanti alla magistratura interna alla Cgil. Finirà così o invece, come al solito, con una soluzione-non soluzione politica, all’insegna della tolleranza dell’anomalia Fiom nella Cgil?
Intanto, nella Fiom l’ala riformista guidata da Gianni Venturi ha aperto un proprio blog, metalmeccaniciperilsi , facendo campagna a favore dell’approvazione dell’accordo del 10 gennaio. I riformisti, che si riconoscono nella linea Camusso, avranno circa il 19% dei delegati al congresso Fiom mentre l’ala di estrema sinistra guidata da Sergio Bellavita, che già annuncia che impugnerà l’accordo sulla rappresentanza davanti alla magistratura, circa il 7%.
Landini, quindi, anche al netto di destra e sinistra interna, domina la Fiom, ma nel congresso Cgil non ha alcuna possibilità di sfondare. Il tentativo del leader Fiom di distinguersi dalla mozione Camusso ha raccolto non più del 15% dei voti (emendamento sulla contrattazione e rappresentanza), meno di quanto contava la sinistra interna (allora guidata da Gianni Rinaldini ) al precedente congresso della Cgil.