Anna Franco, Il Messaggero 6/4/2014, 6 aprile 2014
QUANDO LE DONNE ITALIANE SCOPRIRONO LA FELICITÀ IN UN BIKINI
LA MOSTRA
Qualche ex ragazza dei primi decenni del Novecento e signora un po’ attempata negli anni Cinquanta commentava la moda del bikini come un malcostume più che un costume, non nascondendo la critica per ciò che si vedeva sulle spiagge. Eppure il due pezzi, allora molto castigato e composto da culotte a vita alta e assai poco sgambate, era nato nel 1946 e in Italia la sua testimonial, in qualche modo, era stata Lucia Bosè, durante il concorso di Miss Italia del 1947 che l’avrebbe eletta reginetta di bellezza.
Del resto, non doveva essere facile per chi aveva visto sua madre toccare l’arenile solo se coperta con mutandoni fino alle caviglie e protetta da un ombrellino abituarsi, nel giro di pochi decenni, a tanti centimetri di pelle scoperta. Tutto questo e come è cambiata la nostra società nel concepire le vacanze, nel suo rapporto con il mare e con la villeggiatura, è raccontato nella mostra «Cambi di costume. Storie e immagini della vita balneare degli italiani», allestita presso Loggia della Mercanzia, a Genova, fino al 14 giugno.
Il primo assaggio si ha in un articolo di una rivista satirica, datato addirittura 1887, per poi passare ai cartelloni turistici del 1904 e 1905 ideati e disegnati dall’illustratore Pipein Gamba. Le donne che appaiono sono vestite di tutto punto, con tanto di cappello piumato e cintura a stringere un vitino da vespa.
LA RIVOLUZIONE
Del resto, può dirsi che la vera e propria moda dell’andare in spiaggia si diffuse dopo la prima guerra mondiale, con tanto di abiti più lineari e con Coco Chanel che, nel 1923, dopo un soggiorno a Juan le Pin, sdogana la tintarella. Corpi tonici, minor orpelli addosso, bustino in primis, le tendenze beachwear targate anni Venti si concentrano su tute in maglia fasciante, le stesse che si scollano e sgambano anche nel decennio successivo e che vengono adottate per i bambini, un po’ infastiditi dal prurito che la lana sulla pelle provocava. «Indubbiamente - racconta la curatrice Anna Zunino - i modelli di questi anni sono quelli che maggiormente incuriosiscono i visitatori e che portano alla memoria quando la partenza per le ferie era un evento atteso e pianificato con largo anticipo da tutta la famiglia». Grazie ai colorati e ironici disegni di Mario Puppo, Filippo Romoli e Leo Pecchioni, oltre che a quelli di Lora Lamm per La Rinascente, pietra miliare del nuovo corso dello shopping, si nota la voglia di divertirsi e di distrarsi dalla tragedia del secondo conflitto mondiale, che sfocia nel boom economico e poi nella ribellione degli anni Sessanta e Settanta. Con i modelli, più riconoscibili, degli anni Ottanta e con le foto a colori di Mario De Biasi, Gianni Berengo Gradin e Franco Fontana, il percorso si chiude, aprendosi simbolicamente alla corsa al lido e alla tintarella.