David Carretta, Il Messaggero 6/4/2014, 6 aprile 2014
AI GRUPPI SOLDI A PIOGGIA, C’È CHI LI USA PER PUBBLICARE RICETTE
IL CASO
BRUXELLES L’Europarlamento aspira ad essere un modello di trasparenza e correttezza. La Corte dei Conti europea svolge regolarmente controlli. I bilanci dei gruppi politici sono certificati da grandi società di consulenza. Quasi tutte le cifre sono pubblicate su internet e bastano pochi clic per scoprire quanto i deputati hanno a disposizione nel loro lavoro quotidiano: più di 4.000 euro per la gestione dell’ufficio e più di 21.000 per gli assistenti.
I consiglieri politici – come vengono chiamati i portaborse a Bruxelles – sono direttamente retribuiti dall’Europarlamento per evitare che i deputati intaschino una parte della somma o si dimentichino di pagare contributi.
PARENTI
Assumere un parente è vietato. Ma niente impedisce di farlo fare a un collega di partito. Una decina di anni fa, Matteo Salvini aveva tra i suoi assistenti accreditati Franco Bossi, fratello del più noto Umberto, mentre Francesco Speroni si era scelto Riccardo Bossi, figlio dell’ex leader della Lega Nord. Tra personale, spese di ufficio e attività di informazione, ogni anno ciascun eurodeputato gestisce direttamente o sotto il controllo del suo gruppo politico centinaia di migliaia di euro. Complessivamente, i gruppi politici finanziano con decine di milioni di euro le attività e le missioni degli europarlamentari. Nel 2012, i Socialisti e Democratici hanno stanziato circa 8 milioni e mezzo di euro per il cosiddetto «Fondo 400», destinato all’attività di informazione dei suoi deputati.
Il Partito Popolare Europeo è secondo in classifica con quasi 7 milioni, i liberali arrivano terzi con più di 3 milioni. Ma anche i gruppi più piccoli indirizzano verso i loro parlamentari cifre consistenti: Europa della Libertà e della Democrazia, di cui fa parte la Lega, ha messo a disposizione 1.349.902 di euro.
ELENCO SEGRETO
L’uso discrezionale del «Fondo 400» può portare ad abusi e scelte discutibili da parte degli europarlamentari. L’elenco delle spese non è pubblico, ma controllato dai gruppi politici e, eventualmente, dalla Corte dei Conti. Alcuni utilizzano il «Fondo 400» per pagare spot televisivi autogestiti nelle televisioni locali o stampare migliaia di pamphlet destinati agli elettori. Niccolò Rinaldi, uno dei deputati più attivi, ha pubblicato sul suo sito internet tutte le spese del «Fondo 400»: con 36.000 euro di dotazione annuale, nel 2012 ha investito 5.000 euro per organizzare una conferenza sul Quinto Centenario di Amerigo Vespucci, la presentazione del rapporto sulla povertà urbana e un convegno sui diritti dei minori. Con 6.500 euro, Rinaldi ha redatto e pubblicato un libro sulle ricette europee in tempo di crisi. Ricette economiche? No, di cucina.
Nella panoplia dei benefici di cui godono gli europarlamentari non mancano nemmeno le auto-blu. Una per ciascuno dei 766 deputati sarebbe troppo per le casse del bilancio comunitario. Così, è stato creato un servizio di limousine condiviso per i tragitti aeroporto-parlamento-casa o altri luoghi di riunione, andata e ritorno, dalla mattina all’alba fino a tarda notte: basta una chiamata. Risparmiando sul taxi, è buona prassi lasciare una piccola mancia all’autista. Se si è attenti all’ambiente, l’Europarlamento mette a disposizione «biciclette di servizio» con le 12 stelle stampate sul telaio. Per fare esercizio, esiste una palestra in ciascuna delle due sedi, compreso campo da squash, ma l’ingresso è a pagamento. In caso di contusione, il medico è gratis.