Giusy Franzese, Il Messaggero 6/4/2014, 6 aprile 2014
FISCO, OLTRE 11 MILIONI VIVONO IN ZONE A RISCHIO EVASIONE
LO STUDIO
ROMA C’è chi evade il fisco per sopravvivere e c’è chi lo fa per abito mentale. La distanza tra i due spesso si misura tra il lavoretto in nero per rimpolpare l’assegno di disoccupazione o di cassa integrazione, e la barca o l’auto di grossa cilindrata intestate a società con sede in un paradiso fiscale. Ma si misura anche dal luogo in cui si trovano: il primo (l’evasore ”povero“) è al Sud, l’altro vive in lussuosi appartamenti romani o milanesi. È la stessa Agenzia delle Entrate a mettere in collegamento grado di pericolosità fiscale e tenore di vita. Due parametri incrociati anche con il grado di pericolosità sociale. Il risultato è una mappa dell’Italia divisa in otto zone, una mappa disegnata a uso interno (per concentrare il contrasto all’evasione dove più serve), ma che tuttavia fornisce indicazioni interessanti. Nella mappa, infatti, spicca un Sud quasi uniforme con tenore di vita molto basso, forte propensione a non pagare le tasse e dove la criminalità organizzata la fa da padrone. E un Nord dove invece il tenore di vita è buono e le tasse per lo più si pagano. A parte ci sono le due capitali: quella politica e quella finanziaria. È qui, a Roma e a Milano, che la tentazione della bella vita si sposa con quella dell’evasione fiscale, il lusso sfrenato lo si mette in conto ai contribuenti onesti.
EVASORE PER NECESSITÀ
Sono oltre undici milioni e duecentomila le persone (naturalmente non tutti evasori fiscali) che vivono in zone che l’Agenzia delle Entrate cataloga a ”rischio totale“. Si tratta di 17 province (Agrigento, Brindisi, Caltanissetta, Caserta, Catanzaro, Cosenza, Crotone, Foggia, Frosinone, Lecce, Napoli, Ragusa, Reggio, Calabria, Salerno, Trapani, Vibo Valentia, Barletta-Andria-Trani) tutte meridionali. A queste se ne aggiungono altre sette, sempre nel sud Italia, dove risiedono altri due milioni e trecentomila persone e dove il tenore di vita è sempre al gradino più basso, la pericolosità fiscale resta molto alta (livello 4 su una scala massima di 5) ma c’è un po’ meno criminalità. È questo il gruppo catalogato come ”niente da dichiarare?“. In totale, quindi, 13 milioni e mezzo di persone attorno alle quali è tracciato il segno rosso di pericolo evasione.
Fari puntati poi sulle grandi città metropolitane. Gli ispettori del fisco hanno potuto verificare che spesso è proprio qui che i ricchi disonesti scelgono di vivere. Roma e Milano (in totale 7,1 milioni di residenti) si piazzano al livello 4 per pericolosità fiscale e sociale, contro un tenore di vita massimo (livello 5).
GLI ONESTI
Sono comunque una bella pattuglia, ricchi ma anche no. Più il luogo dove vivono è tranquillo, più si è invogliati a pagare le tasse. Sono 23 milioni e trecentomila gli italiani che risiedono in zone - catalogate come ”stanno tutti bene“ (Nord ricco), ”industriale“ (centro e parte del Nord) - che l’Agenzia delle entrate mette nella bassa pericolosità fiscale e alto tenore di vita. Infine ci sono le aree dove l’evasione c’è ma in modo moderato (livello 3): i nomi scelti per catalogare queste aree (si differenziano per il tenore di vita e la pericolosità sociale) la dicono tutta: ”rischiose abitudini“, ”non siamo angeli“, ”gli equilibristi“.