Maurizio Acerbi, Il Giornale 5/4/2014, 5 aprile 2014
DA ALLEN A GENOVESE TUTTI VOGLIONO LEO, NUOVA STAR DEL CINEMA
Fossimo negli Stati Uniti, il suo sarebbe il classico esempio di «American Dream» che si realizza. Che lo abbia fatto nel nostro paese, è un merito in più per Edoardo Leo, l’uomo nuovo del cinema italiano e l’attore meritatamente più gettonato del momento. Certo, per arrivare in vetta, bisogna non solo fare la gavetta, ma anche saper bluffare quando conta. Quanti, del resto, hanno mandato in giro curriculum un po’ pompati per catturare l’attenzione del destinatario, anche se Leo è andato decisamente oltre. Dopo la laurea in Lettere e Filosofia (con il massimo dei voti) aveva capito, accantonata la carriera di calciatore e folgorato sulla via di Kubrick, che la recitazione potesse essere la sua strada. E così, come racconta lui stesso sul suo sito: «Ho preparato un curriculum falso scrivendo di aver frequentatoun importante corso di recitazione e di aver fatto alcune misteriose esperienze, ho fatto delle foto e cercato un’agenzia sulle pagine gialle per poter fare dei provini. Ovviamente ho trovato il peggior agente di Roma che ha preso sul serio il curriculum falso e questo pazzo mi manda ad un provino per un’importante coproduzione francese. Arrivo in ritardo di un’ora,come al solito, ma dopo tre provini mi viene affidato il primo ruolo: uno psicopatico di nome Olmo ». Ci vuole faccia tosta e un po’ di fortuna, oltre che bravura, ma quell’espediente gli ha aperto la strada, anche se di gavetta, Leo, ne ha poi fatta tanta, perché il successo, a questi livelli, non si improvvisa. Come ha confessato a Bussi di Vanity Fair : «Ho fatto tutta quella che è possibile fare in questo mestiere, dai film brutti agli spettacolini nei teatri: faccio l’attore da vent’anni. Nasco, e resto, teatrante, vado in tournée ogni anno. Nel 2010 ho deciso di provare con la regia: Diciotto anni dopo , la mia opera prima, in Italia ha avuto pochissimo successo commerciale, ma all’estero ha vinto parecchi premi. E ha dato il via a una nuova fase, quella di scrivere film ». Tanti ruoli come attore di fiction di successo (è il Marcello di Un medico in famiglia e Nembo Kid di Romanzo Criminale ), molto teatro e, negli ultimi due anni, il boom al cinema. Leggere, qui di seguito, la sua recente filmografia, per credere: Nessuno mi può giudicare , diretto da Massimiliano Bruno;
To Rome with
Love , regia di Woody Allen; Viva l’Italia , ancora con Bruno; Buongiorno papà , diretto da lui, con Bova e un indimenticabile Marco Giallini che canta Dio è morto a una festicciola di bambini; La mossa del pinguino , regia di Claudio Amendola; il gioiellino Smetto quando voglio , di Sydney Sibilia (2014);
Tutta colpa di Freud , di Paolo Genovese e, da poco nelle sale,
Ti ricordi di me? , accanto ad Ambra Angioni e per la regia di Rolando Ravello, tratto dall’omonimo spettacolo teatrale che ha registrato il tutto esaurito in giro per l’Italia. Roba da far perdere la testa, anche se Leo ha dimostrato di averla ben salda perché sa che il successo si guadagna con fatica e basta poco per ritrovarsi di nuovo nell’anonimato. La sua grande dote, oltre alla versatilità (regista, sceneggiatore, attore) è la capacità di adattarsi ai ruoli più disparati con eguale bravura, anche se la commedia resta, probabilmente, il genere che più ne esalta le non poche qualità di artista. Edoardo Leo ha, in più, il grande dono di creare empatia tra i suoi personaggi e il pubblico in sala, di farli amare da chi è seduto sulla poltroncina. Ha uno sguardo onesto, vero e la gente lo percepisce e si identifica con questo romano doc (Proietti è il suo maestro), nato, non a caso, il 21 aprile (giorno del compleanno di Roma) e romanista incallito grazie, soprattutto, al suo idolo Bruno Conti. Leo si definisce «disordinato, notturno, ritardatario, in fondo teatrante, gli stessi amici, le stesse canzoni... poi Kieslowsky, i Coen, Leone, Scola... Ettore Scola... soprattutto Ettore Scola». Che è il suo mito assoluto, quello che, più di ogni altro, lo ha influenzato nella sua carriera. Non a caso, C’eravamo tanto amati è il suo cult. Leo, fatte, al momento, le debite proporzioni, ha tutte le carte in regola per ripeterne la strada.