Carlo Cambi, Libero 5/4/2014, 5 aprile 2014
CRUCIANI, IL BRACCIALETTO CHE HA CAMBIATO LA MODA
Nel labirinto della crisi una famiglia di solidissima tradizione imprenditoriale con i piedi ben piantati nella terra fertile delle vigne di Montefalco ha trovato il suo filo di Arianna. E di Luca e di Marco.
È una storia rinascimentale e contemporanea, un paradigma di che cosa dovrebbe fare l’Italia. Partiamo da ieri 4 aprile: da un raro esempio di mecenatismo. Montefalco incantevole balcone dell’Umbria ha ritrovato una preziosissima lettera di Benozzo Gozzoli, che ha affrescato qui nel 1452 la vita di San Francesco. Quella lettera ha un valore storico immenso, simbolico inestimabile. Per comprarla il sindaco Donatella Tesei si è rivolta ai Caprai. Ne è nato un progetto, Montefalco nel cuore, che sarebbe piaciuto a Marsilio Ficino: la materia per darsi forma ha bisogno dell’incontro con l’anima e quando questo avviene nasce il bello e il grado del bello è la qualità. Questa è la mission della famiglia Caprai. Ai tre figli l’ha trasmessa Arnaldo, Cavaliere del Lavoro, più di 80 primavere sulle spalle ma saldissimo al timone delle aziende. Arnaldo ha cominciato col tessile e i corredi di pizzo. Ha cercato merletti ovunque: ne ha collezionati oltre seimila ora custoditi in un museo.
VINO E CACHEMIRE
Dopo il tessile è venuto il vino affidato al figlio Marco. È stato il boom del Sagrantino, il mitico 25 anni, diventato un vino cult a livello mondiale. Proprio quest’anno la cantina compie quaranta anni d’ininterrotti successi. Infine è arrivato il cachemire: la Carriaggi che confeziona il filo per tutti i tessitori, la tintoria industriale che serve le griffe del mondo e la Cruciani: la maison di famiglia. Esordio con la maglieria di qualità, ma i consumi soffrono. Ed ecco la geniale idea scacciacrisi: un abito da polso. Il mitico braccialetto di macramè. É il filo di Arianna. Arianna Caprai è l’ultimogenita di Arnaldo. Ma il creatore del fenomeno braccialetto è Luca Caprai, amministratore delegato della Cruciani, uno dei manager che più contano nel nuovo fashion system. Racconta Arianna: «Tutto è cominciato una sera di tre anni fa. Nostro padre aveva prodotto un braccialetto di pizzo per celebrare l’unità d’Italia. Luca lo ha visto e ha detto: miglioriamolo». È il mitico “quadrifoglio di macramè”. Da quel momento è esplosa la braccialetto mania. Il segreto? Aver prodotto con una griffe del lusso un accessorio totalmente made in Italy a un prezzo accessibile. Finiti al polso e alle caviglie di tutte le star internazionali i braccialetti Cruciani oggi si vendono ai quattro angoli della terra. Sono oltre 15 milioni: il fatturato 2013 della Cruciani e arrivato a 40 milioni crescendo del 30% anno su anno dal 2011.
I TRE PUNTI DI FORZA
Tre sono i punti di forza. Il primo la tradizione di famiglia, l’enorme abilità delle maestranze di Foligno, la passione di Arnaldo Caprai per i merletti. «Senza questo know how afferma Arianna Caprai non avremmo potuto produrre i nostri abiti da polso». La tradizione quando evolve diventa innovazione totale. Oggi il marketing Caprai è virale e usa i social network per costituire community. Ad occuparsene è proprio Arianna Caprai. «Per noi i social sono indispensabili: solo sulla pagina Facebook italiana abbiamo più 150 mila amici. Attraverso i social riusciamo a trasmettere nel mondo i nostri valori e a declinare paese per paese cultura per cultura i contenuti d’immagine oltre ad alimentare un’importante quota di ecommerce». E qui emerge il vero pilastro della famiglia Caprai: avere un’idea sociale dell’impresa. Dalla green revolution in vigna e in cantina alla charity con i braccialetti che sono diventati uno straordinario mezzo di raccolta fondi, com’è successo per la lettera di Gozzoli. «Uno dei modelli che è un’icona da collezione confida Arianna è quello per la raccolta fondi per Fukushima».
Aver puntato sull’accessorio ha cambiato anche il profilo della Cruciani che ha affiancato alle collezioni di moda, borse con uno stile inconfondibile che sono diventate oggetti di culto. Fino ad arrivare alla proposta per quest’estate la “Borsa d’amare” che sarà realizzata in un preziosissimo pizzo e che finirà, com’è stato per il braccialetto, ha marcare il look del jet set internazionale che Cruciani segue con i suoi show room che stanno in tutto il mondo: da Dubai a Singapore, da Monaco a Parigi con il Giappone che impazzisce per i pizzi umbri come già da anni impazzisce per il Sagrantino Caprai. Perché per uscire dal labirinto della crisi basta un filo d’Arianna che lega i valori, la tradizione artigianale, la cultura e la creatività italiana con la contemporaneità. A condizione però di avere un’anima: l’anima dei Caprai.