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 2014  aprile 06 Domenica calendario

IL CERTIFICATO ANTIPEDOFILIA? NON SERVE PER LE BABYSITTER NÉ PER I CONTRATTI IN CORSO?


1 Che cos’è il certificato antipedofilia e quali sono i reati indicati?
È il nuovo certificato che rilascia il casellario giudiziale, obbligatorio per escludere che chi per lavoro abbia «contatti diretti e regolari con minori» sia stato condannato per reati ai danni di bambini o adolescenti. In particolare: prostituzione minorile, pornografia minorile, detenzione di materiale pornografico, turismo sessuale, adescamento di minorenne; e ancora quando sono state comminate sanzioni che impediscono relazioni con minorenni .
2 Quando entra in vigore e perché?
Il decreto legislativo numero 39, firmato dal capo dello Stato lo scorso 4 marzo, entra in vigore oggi e attua in Italia la direttiva dell’Unione Europea 93 nel 2011 emanata per contrastare l’abuso e lo sfruttamento sessuale dei minori.
3 Chi è tenuto a richiedere il certificato e quando?
Deve farne domanda il datore di lavoro presso il casellario giudiziale della Procura della Repubblica più vicina. In particolare spetta al «soggetto che intenda impiegare al lavoro una persona per lo svolgimento di attività professionali o attività volontarie organizzate che comportino contatti diretti e regolari con i minori». Per datore di lavoro si intende anche un ente o un’associazione che svolga attività di volontariato, ma «organizzata e non occasionale e sporadica» come ha precisato il ministero della Giustizia.
4 Quando non va richiesto?
Poiché si parla espressamente di «datore di lavoro» sono escluse tutte le forme di collaborazione che non rientrano in un definito rapporto lavorativo. Ad esempio, non devono richiedere il certificato le associazioni di volontariato o quelle sportive che si avvalgono di volontari. In base a ciò, la Cei (Conferenza episcopale italiana), su richiesta di molti parroci allarmati, ha escluso che possa riguardare «i soggetti impegnati nelle attività di catechesi ovvero di educazione cristiana e simili».
5 Deve chiedere il certificato chi assume una babysitter o una colf?
No, come ieri hanno precisato fonti del ministero della Giustizia. I rapporti di lavoro domestico, per la natura fiduciaria che si crea tra la famiglia e il dipendente, sono esclusi dall’obbligo del certificato.
6 Vale solo per i nuovi rapporti di lavoro o anche per quelli già stipulati?
La norma non ha efficacia, per così dire, «retroattiva». Dovrà richiedere il certificato solo chi intende effettuare una nuova assunzione. Era uno dei dubbi che nei giorni scorsi aveva fatto ipotizzare un assalto agli uffici dei Tribunali. E generato timori in molti settori, a partire da quello dell’istruzione. Come chiarito ieri dal ministero, i dirigenti scolastici non dovranno chiedere alcun certificato per gli insegnanti o il personale non docente già in attività.
7 Che cosa contiene il certificato?
Il certificato conterrà solo le iscrizioni di provvedimenti riferiti ai reati espressamente indicati nel decreto (quelli relativi alla pedofilia), e non eventuali altre condanne perché ciò violerebbe la tutela della privacy del lavoratore. Per questo l’ufficio del casellario centrale sta modificando il sistema informativo per limitare le informazioni a quelle strettamente necessarie. Dal ministero assicurano che entro un paio di giorni, il sistema sarà adeguato. Fino ad allora gli uffici del casellario rilasceranno certificati penali con tutte le indicazioni, ma è necessario che la richiesta del datore di lavoro abbia il preventivo consenso del futuro dipendente.
8 Dove si trovano i moduli per la richiesta?
Oltre che, ovviamente, negli uffici del casellario anche su Internet, nel sito del ministero della Giustizia (www.giustizia.it).
9 Che cosa rischia chi non rispetta la legge?
È prevista una sanzione amministrativa pecuniaria che può oscillare da 10.000 a 15.000 euro.
10 Quanto tempo passa per il rilascio dei certificati?
Il ministero ha precisato che i «certificati sono rilasciati entro qualche giorno dalla richiesta». In ogni caso, dopo aver fatto la domanda e in attesa del rilascio, è possibile comunque assumere il lavoratore dopo che questi abbia fatto una autodichiarazione in cui esclude di essere stato condannato per reati legati alla pedofilia.
11 Qual è la reale portata della nuova legge?
Purtroppo le statistiche indicano che la maggioranza dei casi di pedofilia si verificano all’interno di ambiti familiari degradati o in comunità dove non sempre chi abusa è un dipendente assunto con regolare contratto. Se l’obiettivo della riforma era contrastare il fenomeno fuori dalle mura domestiche, è chiaro che non sembra cogliere appieno l’obiettivo. Tuttavia non va sottovalutata l’importanza della «filosofia» della legge (e dei sui effetti pratici). Come è avvenuto, per esempio, per l’obbligo del certificato antimafia per garantire trasparenza negli appalti, pretendere che chi si appresta a svolgere un lavoro a contatto con i bambini debba avere la «fedina» immacolata, non può che sottolineare sempre di più che la vigilanza su questi reati ignobili non è mai abbastanza.