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 2014  aprile 05 Sabato calendario

LA MISSIONE IMPOSSIBILE DI COTTARELLI TAGLI SUBITO (MA IL TEMPO NON C’È)


L’obiettivo era (ed è) troppo ambizioso perché su Carlo Cottarelli, rientrato in Italia dal Fondo Monetario internazionale con il compito d’individuare sprechi possibili da tagliare, non scattino ogni volta critiche e attacchi. A pensarci bene, è la prima volta che nella macchina dello Stato si è immaginata una squadra di tecnici con il compito d’individuare risorse da poter destinare a scopi più produttivi. «Mister tagli» si è insediato il 23 ottobre dello scorso anno, scelto dall’ex ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni. Sta per traslocare a Palazzo Chigi, perché la questione viene ormai gestita con una regia unica nel governo. Il motivo è semplice: da questo lavoro dipende molto delle iniziative annunciate, a cominciare dagli 80 euro in busta paga che dovrebbero arrivare a maggio.
Una cosa è certa: il piano, che prevede di arrivare nel 2016 a risorse tagliabili per 34 miliardi, è tutt’altro che prudenziale. Ed è per questo che gli scenari di Cottarelli spesso finiscono nel mirino. Com’è accaduto sulle pensioni: è bastato che «Mister tagli» delineasse la possibilità d’intervenire con un contributo di solidarietà sugli assegni previdenziali più elevati, per far scattare il no del presidente del Consiglio, Matteo Renzi. Certo, i ruoli sono diversi, a Cottarelli è stato chiesto di scattare una radiografia delle scelte possibili. Che vanno dalle 85 mila uscite dei dipendenti statali, ai possibili tagli nella spesa per la Difesa, alle ambasciate. Allo stesso tempo, però, sembra che la richiesta sia di trovare rapidamente aree sulle quali intervenire. Due segnali che vanno in direzione opposta. Un approccio, quello di breve termine, che sembra difficile dopo tanti anni nei quali la macchina dello Stato è apparsa disattenta (diciamo pure latitante) sulla questione risparmi. Risultato: Cottarelli, al quale è stata affidata una missione per certi versi impossibile, viene tirato per la giacchetta fino al punto, di tanto in tanto, di chiedersi se davvero il governo non immagini soluzioni alternative. Difficile dire se cinque mesi sono tanti o pochi, l’importante è che quel lavoro di scavo e di ricerca dentro le pieghe del bilancio non contenga errori. Sarebbe opportuno che lo si lasci lavorare, perché dal 23 ottobre ad ora quella radiografia ci ha già fatto conoscere molte cose scandalose. Basta incominciare a risparmiare.