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 2014  aprile 06 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - LA NANNINI ACCUSATA DI EVADERE IL FISCO


REPUBBLICA.IT - LA MAPPA DEGLI EVASORI
ROMA - A stilare la "nuova" mappa, che accomuna gruppi di province per indicatori di fisco, criminalità ed economia è l’Agenzia delle Entrate. Gli obiettivi sono la lotta all’evasione e migliori servizi. In tutto 11,2 milioni di italiani vivono in province ad alta "pericolosità fiscale". Seguono 9,4 milioni a rischio medio alto (con le aree di Roma e Milano). Ben 23,3 milioni abitano invece in aree a basso rischio.

Lo studio. Lo studio, il cui obiettivo non è quello strettamente repressivo dell’evasione ma punta al miglioramento dell’efficienza sul territorio dell’Agenzia delle Entrate, nasce da una seria e rigida analisi statistica che ha utilizzato 245 variabili raccolte da fonti ufficiali. Non c’è stata nessuna scorciatoia statistica per criminalizzare aree, ma la volontà di comprensione di realtà complesse che richiedono una diversa risposta dell’amministrazione fiscale, anche in termini di servizi resi sotto forma di assistenza e comprensione dei problemi.
LA MAPPA DELL’EVASIONE
Da "Pericolo Totale" a "Stanno tutti bene", la scala tonale della mappa tracciata sullo stivalone italiano dagli esperti dell’Agenzia delle Entrate ha tantissime
sfumature: passa per le aree a basso sviluppo ed alta evasione ("Niente da dichiarare?" è il nome del gruppo) a quelle con molte attività manifatturiere ("L’industriale"), dalle province "Equilibriste" alle due aree metropolitane di Roma e Milano ("Metropolis"), per esaminare anche i due gruppi "Rischiose abitudini" e "Non siamo angeli", quest’ultima con un tasso di pericolosità fiscale intermedia, ma non certo ottimale.
Rischio totale per 11,2 residenti. La ricerca non conta i residenti, ma basta sovrapporre una mappa ai dati dell’Istat per scoprire che ci sono 11,2 milioni di residenti che abitano nelle province "Rischio Totale", dove l’alta pericolosità fiscale e sociale si sposa con un bassissimo tenore di vita. Subito dopo ci sono 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i "Metropolis", con i 7,1 milioni di residenti delle province di Roma e Milano e i "Niente da dichiararè". Tutti e due hanno un rischio di evasione medio alto, ma sono profondamente divisi dal tenore di vita e dalla pericolosità sociale, più alta nelle due grandi città.
Tax gap. Sono queste le aree che pesano di più nei 90 miliardi di "tax gap" calcolati dall’Agenzia in un altro studio consegnato in Parlamento questa settimana e che misura il divario tra quello che il fisco dovrebbe incassare e quello che raccoglie concretamente: colpa non solo dell’evasione ma anche di errori e di impossibilità a pagare il dovuto per mancanza di liquidità.
23,3 milioni in aree tranquille. Ma c’è anche l’altra faccia della medaglia. Ci sono 23,3 milioni di cittadini che abitano in province che il fisco considera tranquille: sono il gruppo "Industriale" e "Stanno tutti bene", nelle quali la pericolosità fiscale è bassissima così come il rischio sociale: in ordine alfabetico spaziano da Aosta a Udine ma riguardano province del centro nord spesso lontane dai grandi centri.
Sette filoni d’indagine. Lo spaccato dello studio dell’Agenzia delle Entrate, entra dentro le diverse realtà, indagando sette diversi filoni - 1) Dimensioni e popolosità del bacino, 2) pericolosità fiscale, 3) pericolosità sociale, 4) tenore di vita, 5) struttura produttiva, 6) l’accesso a servizi tecnologici, 7) presenza di infrastrutture - e, anche se potrà avere un risvolto nel misurare meglio le forze nella lotta all’evasione, potrebbe rappresentare un contrappasso per i dipendenti del fisco. Già perché - è scritto nello studio - nella valutazione dell’efficienza delle "direzioni provinciali dell’Agenzia "una Direzione provinciale può essere leader nella propria regione ma risultare poco efficiente nell’ambito del ’cluster’ (gruppo) di appartenenza".
REPUBBLICA.IT - GALLURA EVADE
OLBIA - Ville, ma anche appartamenti in multiproprietà e interi complessi turistici in Sardegna finiscono sotto la lente dell’Agenzia dell’entrate, della Guardia di Finanza e della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, che ha avviato un’indagine per elusione fiscale nel territorio del Nord dell’Isola. I controlli si affiancano ad altre attività di recupero dell’evasione come il blitz di Cortina che ha fruttato all’Erario due milioni di euro.
La magistratura di Tempio - secondo quanto pubblicato oggi dai quotidiani sardi - ha ricevuto nei giorni scorsi un dettagliato rapporto preparato dall’Agenzia delle entrate: nell’informativa risultano 2500 unità immobiliari intestate a società con sede in Stati compresi nella black-list dei paradisi fiscali e controllate da cittadini italiani.
Persone facoltose con quote di società proprietarie di ville in Costa Smeralda, ma anche multiproprietà, complessi turistici e residenziali sparsi in tutta la Gallura, riconducibili a contribuenti che non dichiarano le quote societarie. Alcuni di questi non pagherebbero le tasse, in alcuni casi invece si starebbero verificando diverse "residenze fittizie", vere e proprie seconde case intestate come prima casa a familiari. Un escamotage per pagare meno tasse e sul quale ora la Procura tempiese ha avviato verifiche.
Le società finora identificate dietro le proprietà hanno sede nelle Cayman Island, Isola di Man, Panama, Virgin Island e anche in diversi Paesi europei, come la Svizzera o San Marino. Il problema della Procura sarà adesso quello di ottenere la collaborazione di questi Stati.

NANNINI - REPUBBLICA.IT
"E’ tranquilla": queste le uniche parole di Alessandro Nannini, fratello di Gianna, in risposta alle domande dei cronisti all’uscita dalla villa nel senese che, compresi scuderie, magazzini e autorimessa, è stata sequestrata dalla Guardia di finanza di Milano nell’ambito di un’inchiesta che ipotizza un’evasione fiscale da circa 4 milioni di euro.
Secondo l’accusa la cantante avrebbe sottratto al fisco 3 milioni e 750mila euro interponendo tra la sua società milanese, la Gng Musica srl e le case discografiche Sony e Universal una società di diritto irlandese e un’altra di diritto olandese. Questo in modo da non pagare al fisco italiano le royalties dei dischi e dei concerti, ’delocalizzandole’ in Stati in cui la tassazione è più favorevole.
Con parte della somma evasa, la cantante avrebbe comperato un appartamento nel quartiere londinese di South Kensington. Altri 126mila euro sarebbero stati evasi detraendo dalle dichiarazioni dei redditi costi "inerenti all’attività canora", somme che invece per i pm di Milano sarebbero servitI per arredare e decorare un casale che la Nannini possiede a Piacenza.
Il casale si trova a circa 700 metri di altezza, sulla strada panoramica del passo del Cerro tra la Valnure e la Valtrebbia, a dieci chilometri da Bettola, paese natale dell’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, dove la Nannini è stata vista più volte soprattutto nella stagione estiva. L’autunno scorso la cantante ha anche partecipato alla battaglia di un locale comitato per scongiurare la realizzazione - a poca distanza dalla sua abitazione - di un impianto per la produzione di pellet.
La Nannini al momento si trova nella sua villa senese e preferisce restare in silenzio. A breve dovrebbe far ricorso contro il sequestro. Ieri era stata annunciata la presenza della rockstar stasera al teatro dei Rinnovati di Siena per un evento dedicato a Sergio Staino in occasione dell’inaugurazione della sua mostra antologica.
Si professa ottimista Giulia Bongiorno, legale della Nannini: "Tra la lettura delle prime carte - ha fatto sapere l’avvocatessa
- si evince che la ricostruzione degli inquirenti è densa di errori: nessuna evasione fiscale, nessuna violazione di leggi e nessun utilizzo di società fittizie. Sono, dunque, sicura che nelle dovute sedi saranno accertate l’assoluta buona fede e la trasparenza dell’artista".

IL BLITZ DI CORTINA HA FRUTTATO DUE MILIONI
MILANO - Nessun blitz a caso, ma verifiche mirate. A distanza di due anni dai controlli effettuati a Cortina durante le feste di Natale, il direttore dell’Agenzia delle entrate Attilio Befera rivendica il successo dell’operazione che ha portato nelle casse dello Stato oltre 2 milioni di euro: 1,2 milioni da Ires e Irap, 224.000 euro di Iva e 675.000 euro in sanzioni. In audizione al Senato, Befera ha sottolineato che, dei 163 accertamenti avviati, 142 sono stati definiti e solo 32 restano pendenti. "Questo - ha detto - vuol dire che abbiamo mirato bene".
Il numero uno dell’Agenzia delle entrate ha poi snocciolato i risultati ottenuti negli ultimi anni sottolineando come il costo della macchina del Fisco sia irrisorio: "Ogni 100 euro di gettito l’agenzia costa circa 85 centesimi di euro, la redditività, ossia il rapporto tra incassi da recupero dell’evasione e costo sostenuto è di 3,82 euro incassati per ogni euro speso". Con volumi in continuo aumento: "Il riscosso è passato dai 3,8 miliardi del 2001 a circa 13,1 miliardi di euro dell’ultimo esercizio". Di pari passo sono cresciuti i rimborsi arrivati, lo scorso anno, a quasi 13,5 i miliardi per 1,5 milioni di famiglie e imprese.
L’evasione stimata però resta nell’ordine dei 90 miliardi: "Non abbiamo dati sul sommerso ma solo sul ’tax gap’ calcolato sulle imposte che noi gestiamo - ha spiegato Befera - che è di circa 90 miliardi (dentro ci sono Ires, Irpef, Irap, Iva e addizionali, fuori evasione contributiva ed
evasione delle comunali locali come bollo auto e assicurazioni). Numeri in virtù dei quali, Befera ha chiesto di fare attenzione ai tagli programmati per l’Agenzia che già ha ridotto il proprio organico da 49 a 40mila unità con un aumento della produttività del 23% dal 2001: "I tagli lineari alle dotazioni finanziarie impediscono il pieno svolgimento delle attività istituzionali, soprattutto con riferimento all’azione di contrasto all’evasione". Anche perché il Fisco vince in media il 64% delle cause discusse, pari al 75% dei valori in contestazione.
In ottica futura, il direttore dell’Agenzia delle entrate guarda alla riforma del catasto che verrà completata in cinque anni, "ma speriamo di fare prima. Utilizzeremo capacità esterne all’Agenzia delle entrate" e si partirà dal decreto sulle commissione censuarie: "E’ un lavoro immane da portare avanti".

CORRIERE.IT - NANNINI
A venire in soccorso di Gianni Nannini è il fratello: «Mia sorella ha sempre pagato le tasse per le abitazioni e tutto ciò che ha in Italia». Alessandro Nannini, ex pilota di Formula Uno, commenta così l’operazione della Guardia di finanza nei confronti della cantautrice. E aggiunge: «Sono state dette anche delle cose non esatte come il fatto che mia sorella abbia una vera e propria scuderia di cavalli».
«Nessuna evasione fiscale, nessuna violazione di leggi e nessun utilizzo di società fittizie». È quanto invece fa sapere l’avvocato Giulia Bongiorno, legale di Gianna Nannini, «in relazione alle notizie apparse oggi sulla stampa in merito ad una presunta evasione fiscale della società Gng Musica», di cui la rockstar «era amministratore». Il legale, convinta che sarà accertata la «buona fede» dell’artista, ha rilevato «che dalla lettura delle prime carte si evince che la ricostruzione degli inquirenti è densa di errori».
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Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini

Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini
Case e ville, le residenze di lusso di Gianna Nannini

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Gianna Nannini, 60 anni a giugno, una figlia, di 4 anni, ieri era a Siena. Sulle colline toscane la famiglia Nannini possiede da decenni una splendida tenuta, vicino alla Certosa di Belriguardo, terra del Chianti e quindi di buon vino che anche la cantante produce. Nella residenza vive anche il fratello Alessandro, ex pilota di F1.
Nella stessa zona Gianna è proprietaria anche una villa con magazzini e pare sia questa la dimora sequestrata dalle Fiamme Gialle. Ma i controlli investono anche il casale con bosco di Bettola, nel piacentino, per la cui decorazione la cantante avrebbe speso denaro detratto illecitamente dalle dichiarazioni dei redditi come costi «inerenti attività canora».
Un «peccato» da soli 126.000 euro, perché l’accusa più importante è quella di aver sottratto al Fisco 3 milioni e 750mila euro interponendo tra la sua società milanese, la Gng Musica srl, e le case discografiche Sony e Universal una società di diritto irlandese e un’altra di diritto olandese. In questo in modo non avrebbe pagato al Fisco italiano le royalties dei dischi e dei concerti, delocalizzandole in Stati in cui la tassazione è più favorevole. Con parte della somma evasa, la cantante avrebbe comperato anche un appartamento nel quartiere londinese di South Kensington.
Su Internet, oltre alla delusione dei fan, si stanno moltiplicando le parodie. Come per esempio: «Questo fisco è una camera a gas..». Accanto al testo di «Indimenticabile», successo dello scorso anno, qualcuno ha scritto «e noi non ci dimentichiamo che non paghi le tasse...». C’è chi ha rifatto il verso ai suoi successi: da «Meravigliosa fatturaaa... (al posto di «Meravigliosa creatura») a «Frodi maaagiche» («Notti magiche», il famoso inno dei Mondiali ‘90). «Mi stanno martirizzando...», si sarebbe sfogata la cantante con chi è riuscita a parlarle.

DIDASCALIA
La Certosa di Belriguardo (nella foto) è una delle tenute di Gianna Nannini, 59 anni, quella dove la cantante produce i suoi vini. Non è l’unica casa della rocker: tra le proprietà, ci sono una villa con scuderia, magazzini e autorimessa, che è stata sottoposta a sequestro preventivo per recuperare l’equivalente di quasi 4 milioni di supposte tasse evase tra il 2007 e il 2012. Poi un appartamento a Londra, nel lussuoso quartiere di Kensington, e una dimora in un bosco di Piacenza.

PEZZO USCITO SUL CORRIERE DI SABATO
LUIGI FERRARELLA
MILANO — Con i soldi dell’evasione fiscale di cui la Procura di Milano ora la accusa, Gianna Nannini avrebbe acquistato anche un appartamento a Londra nel quartiere vip di South Kensington: ma ieri, per recuperare l’equivalente dei quasi 4 milioni di supposte tasse evase, al gip Luigi Criscione è bastato mettere sotto sequestro preventivo un’altra residenza della cantante, ben più vicina e semplice da aggredire, e cioè a Siena la villa con scuderia e magazzini e autorimessa. Sequestro preventivo di valore equivalente appunto ai 3 milioni e 750.000 euro che la cantante è accusata di aver evaso nel 2007-2012 interponendo — tra la propria società milanese Gng Musica srl e le case discografiche Sony e Universal — una società di diritto irlandese (Bad&Worth Limited) e una di diritto olandese (Z-Music Enterprise B.V.) prive di effettiva struttura, al solo scopo di sottrarre al fisco italiano le royalties dei dischi e dei concerti dal vivo, e delocalizzarli in territorio estero a ben più favorevole tassazione (5% in Olanda, 8% in Irlanda).
Una piccola quota di questa evasione, 126.000 euro, sarebbe invece stata realizzata dalla cantante detraendo nelle dichiarazioni dei redditi alcuni «costi inerenti ad attività di impresa canora» che invece gli inquirenti (interrogando fornitori e operai delle ditte) ritengono di poter provare riguardassero non i palcoscenici dei tour della rockstar, ma legname o gazebo o decorazioni per un’altra sua dimora in un bosco di Piacenza.
Il grosso delle contestazioni di «dichiarazione fraudolenta» (art.3 della legge 74/2000) per la 59enne cantante è però di aver creato una struttura artificiosa finalizzata a far figurare la società irlandese quale editrice/proprietaria dei diritti di sfruttamento delle canzoni, e la società olandese come licenziataria di questi diritti a favore delle major discografiche (estranee alle contestazioni): così Nannini avrebbe occultato al fisco italiano i relativi ricavi, non dichiarati né da lei né dalla Gng Musica srl di cui è proprietaria ed amministratrice unica.
A riprova che la società irlandese non sarebbe altro che uno «schermo» utilizzato da Nannini in territorio britannico, il Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza di Milano, mossosi dopo una verifica fiscale del 2011, rileva come la società abbia acquistato a Londra un appartamento da 1,1 milioni a South Kensington «nella disponibilità di Nannini». La difesa della cantante lo nega, perché declassa la casa a «foresteria» nella quale la società ospiterebbe musicisti e artisti per il tempo di permanenza a Londra, seppur ammette «evidente che la scelta dell’appartamento sia stata notevolmente influenzata dall’artista». Ma dal computer della società milanese della cantante la Finanza ritiene di trarre la dimostrazione «inequivocabile che l’appartamento è stato acquistato su disposizioni di Gianna Nannini che lo ha personalmente scelto; che tutti i lavori interni, compreso l’arredamento, sono stati effettuati su disposizioni di Nannini che ha scelto ogni dettaglio; e che l’appartamento è nella sua completa disponibilità, tanto che ogni richiesta viene a lei veicolata per l’approvazione, finanche la domestica da lei personalmente scelta». Sempre dalle mail sequestrate, l’accusa identifica in Walter Enrico Pizzoli non «il legale del produttore Peter Zumsteg e delle società» irlandese e olandese, come prospettato da una memoria difensiva, ma «l’avvocato fiscalista di Gianna Nannini», come invece emergerebbe dalla mail del 6 agosto 2008 tra David Irving, legale di fiducia della Nannini nella contrattazione con Sony, e il manager della major Alfredo Carinizia.
Per la Finanza, «a ben spiegare il sistema fraudolento» sarebbero altre mail come «quella in inglese, ore 16.44 del 29 aprile 2008, trovata nei computer della Gng Musica srl, e nella quale il fiscalista della cantante», nel definire una certa contrattualistica, specificava «all’avvocato inglese David Irving quale dovesse essere il flusso delle royalties» e anticipava che si stava «valutando se tale struttura fosse ancora idonea o da modificare». E altrettanto «esemplificativa» è considerata «la mail con la quale Nannini contrattava con Irving l’ammontare del compenso di quest’ultimo per le complesse e articolate negoziazioni» tra la società olandese e le case discografiche.
Nell’accogliere l’impostazione dell’inchiesta condotta dal pm Adriano Scudieri all’interno del pool finanziario dell’aggiunto Francesco Greco, il gip ha concesso il sequestro non per i 4,3 milioni richiesti, ma per una somma (3 milioni e 750.000) limata nelle contestate evasioni: 347.000 euro tra Ires e Iva sul 2007, 1.500.000 sul 2008, 1.237.000 sul 2009, 421.000 nel 2010, 148.000 sul 2012.
Ora la cantante ricorrerà contro il sequestro, sviluppando le controdeduzioni già abbozzate in una memoria del suo commercialista: Bad & Worth Lmtd sarebbe una società nata inglese e poi spostatasi a Dublino, gestita dal produttore Peter Zumsteg (ex manager della Nannini) per produrre «master» fonografici sulla base di un «demo» prodotto dall’artista. Pizzoli sarebbe il legale di Zumsteg, e la concessione dei «masters» in licenza per il tramite della società olandese Z-Music (che nella Z riprenderebbe il cognome del produttore Zumsteg) deriverebbe dal fatto che «le strutture e i professionisti olandesi sono da sempre specializzati a negoziare gestire e tutelare diritti immateriali».
Luigi Ferrarella

LE OTTO ITALIE DELL’EVASIONE FISCALE
PEZZO DI REPUBBLICA DI STAMATTINA
VALENTINA CONTE
OTTOin tutto ne ha rintracciate l’Agenzia delle entrate che ha potenziato DbGeo, un enorme database, integrato con dati di Istat, Banca d’Italia e Catasto. Mappando, per la prima volta in modo così compiuto, lo Stivale secondo zone omogenee per caratteristiche non solo fiscali, economiche e industriali. Ma anche sociali. Tenendo conto del disagio, della criminalità, dell’importo medio della pensione, dei senza lavoro e degli occupati. Con l’obiettivo di stanare chi non paga le tasse, certo. Ma calibrando gli interventi, anche in base ad un lettura del contesto. Forte con i forti, più vicina ai deboli. Almeno nelle intenzioni. Pronta forse a superare il record del 2013: 13,1 miliardi di somme recuperate, sui 90 di tax gap( differenza tra imposta dovuta e versata). «La condizione socio-economica è un fattore che influenza l’adempimento spontaneo», ha dichiarato il 2 aprile in Parlamento il direttore dell’Agenzia,
Attilio Befera. Quasi una svolta.
La mappa di Arlecchino che ne viene fuori racconta storie dentro le macchie di colore. Vero che nel Meridione si tende di più ad evadere, ma il contesto
è anche più difficile, il sommerso quasi un obbligo. Non che questo giustifichi, ma se ne tiene conto. Laddove i grandi capitali esentasse, con astuzie e alchimie, prendono il volo soprattutto al Nord. L’Agenzia delle entrate dunque prova a leggere i profili di quest’Italia. Sceglie 36 variabili (dalle 246 analizzate) e le sistema in sette gruppi: numero contribuenti, pericolosità fiscale, pericolosità sociale, tenore di vita, maturità della struttura produttiva, livello di tecnologia dei servizi, disponibilità di infrastrutture di trasporto. Emergono otto profili, declinati secondo titoli di film. Roma e Milano, ad esempio, finiscono in Metropolis, capolavoro di Fritz Lang.
Il Sud si muove tra Rischio totale, Non siamo angeli, Niente da dichiarare?. Il Nord spazia tra Stanno tutti bene e L’industriale. Il Centro cammina sul filo, tra Gli equilibristi e Pericolose abitudini. Al top della pericolosità fiscale, il Sud. Che però vince anche la palma di quella sociale (estorsioni, truffe, delitti, frodi). In teoria, dunque, oltre 11 milioni di potenziali furbetti tra Calabria, Campania, Puglia, Isole e le altre terre del Meridione. Contro 23,3 milioni di presunti virtuosi, a basso rischio (Centro-Nord). E 9,4 milioni in bilico (Roma e Milano).



Italia, otto modi
diversi di essere
evasori fiscali
Mappa per provincia, ma lo Stivale resta spaccato in due

Grazia Longo

Ancora una volta la dicotomia tra Nord e Sud. Le otto Italie raccontate dallo studio statistico dell’Agenzia delle Entrate, sul fronte dell’evasione fiscale rapportato a tenore di vita e pericolosità sociale, in realtà sono due.
L’Italia settentrionale, più virtuosa e con parametri più sostenibili e quella meridionale che detiene invece il primato in negativo.
Il Fisco assegna alle otto aree nomi di fantasia che fotografano bene la realtà. Ecco quindi 11,2 milioni di residenti che abitano nelle province «Rischio Totale», dove l’alta pericolosità fiscale e sociale si sposa con un bassissimo tenore di vita. O i 9,4 milioni di cittadini di altri due gruppi: i «Metropolis», con i 7,1 milioni delle provincie di Roma e Milano e i «Niente da dichiarare». Entrambi con un rischio di evasione medio alto, ma divisi dal tenore di vita e dalla pericolosità sociale, più alta nelle due grandi città.
Sono queste le aree che pesano di più nei 90 miliardi di «tax gap», il divario cioè tra quello che il fisco dovrebbe incassare e quello che raccoglie: colpa non solo dell’evasione ma anche di errori e di impossibilità a pagare il dovuto per mancanza di liquidità.
Maglia nera a Calabria, Sicilia, Campania, Puglia e Sardegna identificate con i chiarissimi «Non siamo angeli», «Rischio totale», «Niente da dichiarare?». Liguria e Toscana sono ritenute intermedie, non a caso vengono definite «Equilibriste», mentre ci sono 23,3 milioni di italiani più in regola con le tasse. Appartengono ai gruppi «Industriale» e «Stanno tutti bene», nei quali la pericolosità fiscale è bassissima così come il rischio sociale. Si trovano da Aosta a Udine, nelle province del centro nord ma spesso distanti dai grandi centri.
«I dati non sono certo una sorpresa - commenta il sociologo e presidente Eurispes, Gian Maria Fara -, è interessante però constatare che l’evasione è più alta dove scarseggia l’occupazione. Sia chiaro anche le regioni virtuose del Nord hanno evasori, ma lo sono in seconda battuta nel senso che oltre alla prima occupazione hanno un secondo lavoro in nero».
Fara stigmatizza inoltre il problema «dell’economia criminale, oltre a quella sommersa, nel Meridione. Il problema purtroppo è che nel nostro Paese esistono tre Pil: quello ufficiale di 1500 miliardi, quello sommerso di 540 miliardi e quello che deriva dall’attività della criminalità organizzata e che ammonta ad almeno 200 miliardi all’anno».


Sequestrata villa in Toscana della Nannini

Alla notizia, il web si è subito scatenato con una serie di parodie e ironie sulle sue canzoni. Da «Questo Fisco è una camera a gas» a «Meravigliosa fattura», passando per «Frodi magiche». Non stupisce, dunque, che Gianna Nannini, ieri si sia sfogata: «Mi stanno martirizzando». La cantante è accusata dalla Finanza di aver evaso 4 milioni di euro al Fisco e per questo sono stati posti i sigilli a una sua villa in Toscana. Le Fiamme Gialle ritengono che abbia volontariamente interposto una società di diritto irlandese e una di diritto olandese tra la sua Gng Milano e Sony e Universal per non pagare alte royalties per dischi e concerti.