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 2014  aprile 05 Sabato calendario

MONDI paralleli. Non c’è nulla, come le borse, in grado di fotografare l’antropologica differenza tra uomini e donne

MONDI paralleli. Non c’è nulla, come le borse, in grado di fotografare l’antropologica differenza tra uomini e donne. I primi, essenziali. Le seconde, entropiche. Le borse della seconda metà del cielo oscillano tra il tutto e il nulla. Tra l’assolutamente necessario e il perfettamente inutile. O, in alternativa anglofona, il multitasking. E in questo loro imprevedibile ingombro diventano talmente assurde da elevarsi a performance. Al punto che, più di un artista, le ha scelte come protagoniste dei propri lavori. Il tedesco Hans Peter Feldmann, tappezzando una galleria che a Londra ha fatto per mesi il pieno di pubblico, ne ha spudoratamente riversato il contenuto in sei teche di vetro. Quasi uno spogliarello dell’anima femminile fatto di occhiali, carte di credito, scarpe, aspirine, tappi per le orecchie, biglietti da visita, inviti, scontrini inutili. Lo stesso Feldmann ha confessato: «Ricordo mia madre e la sua borsa. Guardarci dentro rappresentava un rigoroso tabù». Ma anche un fotografo italiano, Francesco Franzetti, ha immortalato una mappatura delle sacche segrete di quattordici “ragazze” di ogni età tra i 22 agli 88 anni. Cappelli di lana, chiavi. pacchetti di sigarette, pillole di varia natura, telefoni, guide stradali, auricolari. Tra le attrici c’è chi le borse le vive accumulando. È il caso di Valeria Solarino: «Amo i formati maxi perché ci metto di tutto, anche cose inutili. Ho la custodia degli occhiali ma poi li tengo fuori. Oppure conservo un mazzo di chiavi di una casa che ho lasciato due anni fa. E ancora biglietti del cinema usati, pacchetti di gomme vuoti». Neppure il cambio di modello, che avviene almeno un paio di volte al giorno, l’aiuta a risolvere il caos: «Ogni volta ci rimetto dentro tutto, anche quel che non uso. Penso di avere un rapporto morboso, come se quel sacco rappresentasse un mondo che mi porto dietro, preferisco sia piena di cose inservibili piuttosto che vuota». Per una come lei il trauma è rappresentato da pochette e affini. «Le “borsine” mi danno molto fastidio, o meglio mi piacciono ma spesso non ci sta neppure il telefono e così ricorro alle tasche e alle borse delle amiche o, in casi estremi, ne porto una seconda XXL». Un amore così, diciamolo, non teme rivali: «Preferisco le borse ai vestiti, sono felice quando me le regalano ma scelgo io il modello». Per accontentare le tante Solarino del pianeta, le borse guadagnano sempre più centimetri. Per l’estate 2014 ci sarà di tutto in formato adeguato. Da quelle in tessuti naturali alle allegrissime bicolore alle comode “postine”. Ognuna pronta ad accogliere le nevrosi delle singole proprietarie. Biberon, un pannolino di riserva e qualche biscotto sbriciolato? Incombe l’animo di una mamma ansiosa. Giornali economici e un paio di cellulari indicano una manager workaholic. Il sempiterno vizio del fumo è testimoniato da accendini, pacchetti di sigarette e gomme alla nicotina. © RIPRODUZIONE RISERVATA LE IMMAGINI Riflettere sulle proprie scelte di vita e su quelle dettate dalla moda. Parte da questo intento la mostra dell’artista tedesco Hans Peter Feldmann che si è tenuta alla Serpentine Gallery di Londra