Maurizio Molinari, La Stampa 5/4/2014, 5 aprile 2014
LA GITA AZIENDALE CHE BATTE OGNI RECORD
Con l’arrivo domani dei primi charter sulla pista dell’aeroporto di Dubai inizia la vacanza aziendale dei record: sono 16 mila i dipendenti di «Nu Skin China» che hanno vinto il viaggio premio sul Golfo Persico. Protagonista è il gigante dei prodotti di bellezza sul mercato cinese che nel 2013 ha registrato entrate per un miliardo di dollari ovvero un terzo degli incassi della casa madre «Nu Skin Enterprises» quotata al New York Stock Exchange.
L’operazione di logistica appare destinata ad entrare negli annali del turismo. «Nu Skin China» ha affittato 77 aerei per portare i 16 mila dipendenti dagli scali dell’Estremo Oriente a Dubai in sette ondate di oltre 2000 persone l’una.
Andranno ad alloggiare in 39.514 camere prenotate in 40 hotel ed avranno a disposizione 409 guide turistiche per visitare ogni tappa lungo il percorso fra Abu Dhabi, Dubai e Sharjah. Oltre a musei, visite nel deserto, reperti archeologici, corse di cammelli e caccia al falco - in numeri di massa - i 16 mila dipendenti avranno a disposizione, solo per loro, per 72 ore di fila il «Ferrari World» mentre il mega-party serale è previsto a Yas Island, Abu Dhabi, dove gli organizzatori si aspettano almeno ottomila presenze. Una task force di un centinaio di manager cinesi, affiancata da oltre mille consiglieri locali, ha previsto sin nei minimi dettagli - quasi momento per momento - come portare i 16 mila dipendenti a visitare Burj Khalifa, la grande moschea Sheikh Zayed, Dubai Meydan City e il museo islamico di Sharjah partendo a orari fissi dai grandi alberghi Yas Viceroy, Shangri-La Dubai, Westin Abu Dhabi e Sheraton Mall.
L’intera operazione è iniziata, circa tre mesi fa, quando «Nu Skin China» ha fatto arrivare a tutti i prescenti una email dove affermava di voler «esprimere riconoscenza nei confronti di chi vende alla clientela», spiegando che «gli Emirati Arabi Uniti rappresentano la destinazione più adatta in ragione dell’impegno che stanno mettendo nell’intento di diventare una destinazione del turismo di fascia più alta».
Insomma, per chi fa di professione il venditore non c’è posto migliore dove andare ad apprendere degli Emirati Arabi Uniti visto che sanno vedersi al meglio, ed a prezzi alti.
In realtà c’è anche un altro motivo dietro il turismo premio di massa, perché «Nu Skin China» in patria è sotto accusa per aver tentato di «condizionare la clientela con trucchi psicologici» fino al punto da essere sospettata di essere al centro di una «truffa piramidale» come ha scritto il «Quotidiano del Popolo» di Pechino. È sulla base di tali imputazioni che la giustizia cinese ha colpito il gigante dei prodotti di bellezza con una multa di 524 mila dollari, più altri 200 mila dollari di penalità per sei top manager sospettati di essere all’origine di una gestione delle vendite dirette «che danneggia gli acquirenti».
Il sospetto è che tali manager abbiano addestrato i venditori a comportamenti ingannevoli nei confronti della clientela, per spingerla ad acquistare alcuni prodotti in particolare. «Nu Skin China», ha respinto con forza ogni addebito, adottando però una riorganizzazione della metodologia interna nelle vendite agli acquirenti che, secondo quanto scritto nell’ultimo bilancio, «avrà conseguenze sui conti dell’azienda». Da qui la necessità di risollevare il morale dei dipendenti e, in particolare, di quelli più esposti alle accuse non solo in Cina ma anche a Taiwan e nel distretto di Hong Kong, che ha un proprio regime fiscale. In tutto «Nu Skin China» ha 61.546 manager delle vendite e dunque i 16 mila sono stati scelti fra quelli più meritevoli o, forse, meno investiti dai sospetti di truffa.
«Questa operazione ci costa centinaia di milioni di dollari ma riteniamo giusto farla», scrive l’azienda in un proprio documento per sottolineare l’investimento compiuto. Gli Emirati intanto aspettano l’invasione dei 16 mila dipendenti-turisti come una sfida logistica capace di rafforzare la proiezione sul mercato del turismo internazionale. «Ci troviamo ad affrontare una difficile prova sul piano dei servizi da garantire - afferma Clive Dwyer, direttore di Yas Island - Ma siamo convinti di potercela fare». Anche perché se «Nu Skin China» ha scelto gli Emirati Arabi Uniti è proprio a seguito della promozione turistica che stanno facendo. A dimostrarlo è il fatto che i cinesi affermano di essere rimasti colpiti nel recente passato dall’efficienza nell’organizzazione di «Ferrari World» e del gran premio di Formula Uno di Abu Dhabi: due eventi che hanno richiamato un pubblico di migliaia di turisti. «Siamo stati noi a costruire questa colossale opportunità ed è arrivato il momento di coglierla», aggiunge Steen Jakobsen, direttore dell’ufficio Eventi e convenzioni di Dubai, secondo il quale «se dimostreremo di saper ospitare con successo questo mega-gruppo proveniente dall’Estremo Oriente troveremo probabilmente un pubblico globale interessato a tali numeri». Ovvero, c’è una clientela di potenziali grandi aziende che potrebbero presto seguire l’esempio di «Nu Skin China» concretizzando l’esistenza di un nuovo settore nel mercato del turismo internazionale.