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 2014  aprile 04 Venerdì calendario

UNA LAVATRICE RIPULIRÀ IL DENARO SPORCO (E NON È UN MODO DI DIRE)


Ologrammi, strisce iridescenti, inchiostri cangianti, cifre di controllo, filigrane digitali, tinte magnetiche. Per le nuove banconote da dieci euro la Banca Centrale Europea in termini di sicurezza si è attrezzata come mai prima d’ora. Ma stare al passo con la tecnica non costa poco. La Bce rende pubblico che solo nel 2014 spenderà oltre 600 milioni di euro per stampare nuove banconote con cui sostituire quelle rotte, strappate, scolorite, sporche. E i 150 miliardi di dollari, euro e yuan che si stampano ogni anno stanno diventando sempre più anche un problema ambientale. Perché a fronte del nuovo denaro c’è una montagna di 150 mila tonnellate di banconote spazzatura (dati della Banca Mondiale) che le banche centrali ogni anno devono eliminare.
A risolvere il problema si è applicato il fisico Nabil Lawandy della Brown University di Rhode Island, Usa. La soluzione migliore, dice, è anche la più semplice: lavare il denaro, invece di distruggerlo. Come? Con un composto chimico chiamato biossido di carbonio supercritico, già noto all’industria perché utilizzato per estrarre caffeina dai chicchi di caffè, o oli essenziali dai prodotti vegetali e nicotina dal tabacco. La scoperta che il composto è perfetto anche per fare il bagno alle banconote il fisico l’ha presentata sulla prestigiosa rivista di chimica Industrial and Engineering Chemistry Research. La Banca Centrale Europea fa sapere che proverà la macchina lavasoldi, mentre quella centrale olandese, che l’ha già testata, è entusiasta. «E altre due banche centrali di Paesi membri del G8 ci hanno contattati» dice Lawandy.
Con il prototipo della macchina lavasoldi, che somiglia a una comune stampante, gli scienziati americani hanno già dato nuova vita a dollari, sterline e yuan cinesi. «I primi risultati sono ottimi. Le vecchie banconote trattate ringiovaniscono di 15 anni». I tecnici della Federal Reserve Americana non solo non hanno riscontrato differenze tra le banconote nuove e quelle lavate, ma confermano che tutti i dispositivi di sicurezza restano inalterati. «La nostra previsione» dice Lawandy «è di raddoppiare la vita media di una banconota, che ora si attesta a dieci anni».
Ma perché non è venuta prima alle banche l’idea del lavaggio, anche considerando che lo sforzo per raccogliere le vecchie banconote (sono i cittadini a doverle consegnare agli sportelli della propria banca centrale), selezionarle e distruggerle, è ingente, anche in termini economici. Lo stesso fisico è stupito: «Semplicemente non hanno mai pensato alla possibilità di lavare il denaro. Lo hanno sempre e solo buttato via».