M.L.C., Il Sole 24 Ore 4/4/2014, 4 aprile 2014
LA TANTO DECANTATA CANTERA DEL BARÇA
I sogni muoiono all’alba. Anche quelli del Barcellona, un club, anzi Més que un club (più che un club), carico di coppe, campioni e filosofia. Dopo il caso Neymar, costato la presidenza a Rosell, la Fifa accusa la società di irregolarità nel tesseramento di dieci calciatori under 18 e la punisce vietandole di fare mercato nelle prossime due estati. In Catalogna gridano al complotto: accusano Madrid, la nemica di sempre e di tutto, di aver costruito il dossier per la Fifa. Tempo e giudici diranno che cosa è successo. Intanto, si sbriciola la poesia: la gioia dei gol di Messi era nulla al pari dell’ideale del Barcellona nel costruire la cantera, la fucina dei propri campioni, e nel difendere strenuamente, nonostante brand milionari, quella scritta Unicef sulle camisetas. È un’illusione, dunque, pensare di coniugare solidarietà e trofei. Il tiqui-taca è la sublimazione del calcio, è la personalità di un club e del suo popolo. Il Barça è calcio da robot, perfetto nella sua ripetitività, inscalfibile sul campo. Ma oggi, quel calcio è «un piacere doloroso», come avrebbe scritto Eduardo Galeano. (M.L.C.)