Andrea Montanari, MilanoFinanza 4/4/2014, 4 aprile 2014
IL CANE GUNTHER VUOLE INDIETRO 4 MILIONI DA L’UNIT
Dovendo commentare la vicenda in tre parole si potrebbe dire: giustizia da cani. Perché la travagliata storia recente de l’Unità, il glorioso quotidiano della sinistra fondato da Antonio Gramsci nel 1924, si complica nuovamente. Dopo i ripetuti cambi di proprietà (dalla famiglia Marcucci al fondatore di Tiscali ed ex governatore della Sardegna Renato Soru, oggi sceso al 13,92%, passando al fantomatico cane Gunther IV all’attuale socio di riferimento Matteo Fago, 51%) che hanno provocato più d’un ribaltone alla direzione della testata (da Concita De Gregorio a Claudio Sardo finendo all’attuale responsabile Luca Landò) ora è la volta della guerra legale tra i soci.
Dopo quella sollevata lo scorso dicembre dal Fatto Quotidiano e legata al ruolo indiretto di Alfonso Dell’Erario, manager del Gruppo Sole24Ore, nell’azionariato della casa editrice, la Nuova Iniziativa Editoriale, a scatenare l’ultima bagarre è il trust che gestisce gli interessi economici del pastore tedesco, al secolo Gunther IV, secondo socio della Nie con il 18,2%. La Gunther Reform Holding, rappresentata dal manager e imprenditore pisano Maurizio Mian, secondo quanto appreso da documenti ufficiali da MF-Milano Finanza, ha portato in tribunale la casa editrice chiedendo un risarcimento di 4 milioni per il mancato rispetto di precedenti accordi relativi a finanziamenti concessi dal socio alla società che gestisce l’Unità. Nello specifico Mian è appoggiato dal professore e avvocato di Firenze Mario Pilade Chiti, tra le altre cose membro della Commissione per la riforma costituzionale, insediata nel giugno scorso dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
Mian e Chiti hanno chiesto al presidente del Tribunale di Roma la nomina di un arbitro che dirima la controversia insorta tra la Gunther Reform Holding e la Nie in merito a tre finanziamenti concessi due anni fa dal trust del pastore tedesco a favore della casa editrice, per complessivi 4 milioni. La richiesta verte su alcuni presupposti. Come da accordi siglati al momento della stipula dei finanziamenti (da 600 mila, 400 mila e 3 milioni), la holding gestita da Mian ha esercitato come previsto la possibilità di ottenere il recesso e maturato nel frattempo il diritto al rimborso della cifra totale (oltre agli interessi maturati e quelli di mora). Tanto più che la società che edita l’Unità «è tuttora inadempiente ai propri obblighi», si legge nella domanda di arbitrato depositata di recente dal trust. Una bella grana per la testata che deve far fronte a bilanci perennemente in rosso (oltre 22 milioni dal 2008 al luglio scorso), a un cash flow sempre negativo e a un calo delle diffusioni, scese a 23.661 copie totali a gennaio.