Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2014  aprile 04 Venerdì calendario

AFFARI

& BENZINA LA LEGGE DEI COSENTINO: “CHI HA PIÙ FORZA SPARA” –

La frase che spiega perché a Casal di Principe e dintorni è meglio non mettersi contro i Cosentino è stata pronunciata secondo i magistrati in un bar d Aversa nel settembre del 2002, da Giovanni, fratello dell’ex sottosegretario all’economia del Governo Berlusconi, e vera mente finanziaria della famiglia: “Chi ha più forza quello spara. Dove ci vuole la politica c’è mio fratello Nicola; dove ci vogliono i soldi ci sto io e dove ci vuole la forza c’è pure la forza”. Così Luigi Gallo, il piccolo gestore di una pompa di benzina che aveva osato sfidare l’impero dei fratelli dell’ex sottosegretario con le sue 300 aree di servizio, per più di 100 milioni di fatturato ogni anno, comprese che il suo sogno imprenditoriale era finito. Voleva aprire una pompa di benzina e aveva ottenuto l’autorizzazione prima dei concorrenti. I Cosentino lavoravano sotto l’insegna Agip, lui sotto quella della Q8 anche se un giorno Giovanni Cosentino gli disse: “la Q8 sono io”. Quando fu chiamato a un incontro negli uffici della Aversana Petroli nell’agosto 2009 capì cosa voleva dire: un dirigente della Q8, finito ai domiciliari ieri, chiedeva favori al sottosegretario all’economia per la figlia e una presentazione al ministro del petrolio dello Stato del Kuwait che Cosentino avrebbe incontrato di lì a poco al posto di Tremonti.
GALLO con la sua denuncia ha sfidato i Cosentino e ha dato il via all’operazione di ieri eseguita dai Carabinieri di Caserta e coordinata dai pm Francesco Curcio, Antonello Ardi-turo e Fabrizio Vanorio. Un vero terremoto: Nicola Cosentino il politico, e i fratelli Giovanni l’amministratore delle società familiari e Antonio, l’uomo che curava i rapporti con la Regione Campania, sono finiti tutti e tre in carcere insieme ad altre sei persone. L’imprenditore agrario e socio di fatto di Giovanni Cosentino nell’operazione Hera Comm Mediterranea, Enrico Reccia, è finito agli arresti domiciliari insieme ad altre tre persone, compreso il dirigente della Kuwait petroleum Italia, Bruno Sorrentino. L’ordinanza di custodia in carcere unisce i fratelli Cosentino e i fratelli del boss Michele Zagaria: Pasquale e Antonio, peraltro già in carcere. Secondo i pm il gestore della pompa di benzina era stato estorto dai due Zagaria per i lavori della sua area di servizio. Tra le accuse ai fratelli Cosentino spicca invece l’estorsione e la concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica. La Aversana Petroli, fondata da papà Silvio O’mericano (soprannome poi ereditato dal figlio come l’abitudine ai guai con la giustizia) nel 1975 nei primi bilanci degli anni ottanta si vantava di una “forte capacità di penetrazione nel territorio”. Parole sante. A Natale del ‘99 Gallo brinda con Giovanni Cosentino alla prossima apertura della sua pompa e firma la sua condanna, dice oggi col senno di poi. Ad aprile del 2000 ottiene l’autorizzazione e a ottobre del 2001 scopre l’amara sorpresa: “sulla stessa direttrice di marcia, a distanza di poche centinaia di metri, nel Comune di Casal di Principe, avevano avuto inizio lavori di sbancamento per la realizzazione di una stazione di servizio dei fratelli Cosentino. A questo punto - prosegue il racconto di Gallo - inizia “l’azione di contrasto, insistente e pesante, nei miei confronti dai fratelli Cosentino, da tale Giannino che, all’epoca dei fatti, era il rappresentante d’area dell’Agip Petroli e da Luigi Letizia il quale, all’epoca dei fatti, era un funzionario del Genio Civile di Caserta ma, di fatto, a seguito dell’elezione al Consiglio Regionale della Campania di Nicola Cosentino nel 1995, venne nominato quale dirigente di un Servizio dell’Ufficio Carburanti della Giunta regionale della Campania”.
Nel settembre 2002 il comune cede alle pressioni di Cosentino e sospende l’autorizzazione a costruire rilasciata al Gallo. L’architetto Tornincasa che firmò la revoca poi è morto ma raccontò al sindaco: “Sono stufo di questa situazione, oltre alle pressioni della Regione ho ricevuto pressioni anche dai miei paesani, quindi ho deciso di sospendere l’autorizzazione”.
DECISIVO IL RUOLO del viceprefetto di allora Maria Elena Stasi, poi divenuto prefetto e poi eletta deputato nel Pdl alla Camera, con soddisfazione di Nicola Cosentino. Il sindaco di Villa Di Briano, Raffaele Zippo ha raccontato un incontro con la Stasi che “era in compagnia di Cosentino Nicola, noto politico di Casal di Principe. La donna rimase in silenzio, ma parlò il Cosentino il quale testualmente gli disse “Tu devi allontanare il tecnico comunale, Nicola Magliulo, perché è indiziato di reati di concussione. Questo Magliulo mi sta dando fastidio. Se mi fai questo piacere ti sarò riconoscente, posso anche darti una mano politicamente , ti sto vicino, se ti serve qualcosa vieni quà”. Gallo vince il ricorso al Tar ma la Q8 per i suoi debiti blocca tutto. Nel 2008 arriva la liberalizzazione delle pompe di benzina e ci riprova, stavolta alleandosi con quello che considera il suo carnefice. Nel gennaio 2010 Giovanni Cosentino però getta la maschera: “mi disse chiaramente e testualmente: ‘Se vuoi che io partecipo a questa operazione insieme a te il GPL è una cosa solo mia e per i debiti che tu contrai con la Q8 attraverso la mia garanzia mi devi intestare il terreno”. A quel punto matura l’idea della denuncia. Per i pm Nicola Cosentino deve stare in carcere anche perché non ha affatto mollato la presa sul territorio: “nel periodo 21 giugno 2013 – 8 gennaio 2014 in cui il Cosentino non era sottoposto alla custodia cautelare in carcere ha avuto ben 6147 telefonate e 4656 SMS, tra gli altri con amministratori locali e politici coinvolti in altra parallela indagine che ha condotto all’arresto del consigliere regionale Angelo Polverino e dell’ex direttore dell’asl di Caserta Bottino”.