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 2014  aprile 04 Venerdì calendario

VOTO DI SCAMBIO, RIDOTTE LE PENE SI RISCHIANO DA QUATTRO A DIECI ANNI


IL TESTO
ROMA Alla terza lettura la Camera approva: le pene per il voto di scambio politico-mafioso saranno più leggere, 310 favorevoli e 61 contrari alle modifiche del disegno di legge votato dal Senato a gennaio. Gli emendamenti alla nuova stesura dell’articolo 416-ter, accolgono anche le modifiche sollecitate dall’Anm, tanto da far dire al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti: «Abbiamo una norma perfetta». Adesso il testo modificato tornerà al Senato per l’approvazione.
LE MODIFICHE
La vecchia norma prevedeva per il reato di voto di scambio politico-mafioso dai 7 ai 12 anni di carcere, adesso invece le pene andranno dai 4 ai 10 anni. Ma gli emendamenti hanno anche eliminato il principio della punibilità del politico «che si mette a disposizione» dell’organizzazione mafiosa, un passaggio ritenuto, proprio dall’Anm, troppo esteso che avrebbe potuto generare anche difficoltà applicative. L’altra modifica del testo, dopo l’accordo maggioranza-Fi nel Comitato dei nove della commissione Giustizia, riguarda il bene di scambio. Nel ddl approvato dal Senato, si faceva riferimento al denaro o a «qualunque altra utilità» ottenuta o promessa dal politico in cambio di voti, adesso torna la formula attualmente prevista dal codice penale: denaro o «altra utilità».
LE REAZIONI
«Hanno ammazzato il 416 ter», sono solo i parlamentari del M5S delle commissioni Giustizia e Antimafia dio Camera e Senato a protestare. Unanime invece il coro che arriva dagli altri gruppi. Plaude Forza Italia, che aveva fatto della modifica una battaglia di principio. «Siamo orgogliosi di aver contribuito a scrivere una norma efficace per la lotta alla criminalità organizzata e un testo conforme ai principi costituzionali - dichiarano deputati e senatori azzurri - Avevamo subito denunciato come il testo licenziato dal Senato contenesse evidenti profili di incostituzionalità; dapprima da soli, e poi, nel corso di questi giorni, con il sostegno di tante voci autorevoli ed indipendenti di studiosi, giuristi, magistrati, e veri protagonisti della lotta alla mafia, che hanno condiviso le nostre preoccupazioni». Per Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia alla Camera, «E’ una norma di grande rigore, che permetterà di stroncare qualunque patto tra politica e mafia. Le modifiche approvate - continua - tengono conto delle criticità segnalate dall’Anm e da diversi pm antimafia per arrivare a una norma il più possibile chiara ed efficace». Per il governo è il sottosegretario Cosimo Ferri a salutare il testo: «Rappresenta il risultato di un importante sforzo congiunto fatto dal governo e dalle principali forze parlamentari. L’eliminazione del riferimento alla condotta di dare la disponibilità per soddisfare gli interessi dell’associazione mafiosa non è certamente un passo indietro. Chi, senza essere mafioso, si metterà a disposizione della mafia verrà comunque punito a titolo di concorso esterno in associazione mafiosa».
L’ANTIMAFIA
Soddisfatto il procura Antimafia Franco Roberti: «Abbiamo una norma perfetta e veramente utile a contrastare lo scambio tra politica e mafia», dice. Roberti spiega che il testo licenziato dal Senato presentava una norma «estensiva che è stata criticata da molti magistrati e giuristi». Limiti «riassunti nel concetto di ”difetto di tipizzazione”, la norma cioè era troppo estesa e ampia».