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 2014  aprile 04 Venerdì calendario

Draghi: pronti all’acquisto di titoli L’inflazione bassa spaventa l’Eurotower. Consiglio “unanime” nell’apertura a strumenti non convenzionali Tonia Mastrobuoni Hanno parlato di nuovo, «ampiamente» di tutto, un tasso negativo sui depositi per tenere a distanza le banche che vogliono parcheggiare soldi presso la Bce, una nuova iniezione di liquidità a lungo termine come quella che al culmine della crisi preservò il sistema da una paralisi totale del credito, un taglio dei tassi di riferimento dall’attuale minimo storico di 0,25 punti base, persino una mossa all’americana, un acquisto massiccio di titoli privati e pubblici, il cosiddetto “quantitative easing”

Draghi: pronti all’acquisto di titoli L’inflazione bassa spaventa l’Eurotower. Consiglio “unanime” nell’apertura a strumenti non convenzionali Tonia Mastrobuoni Hanno parlato di nuovo, «ampiamente» di tutto, un tasso negativo sui depositi per tenere a distanza le banche che vogliono parcheggiare soldi presso la Bce, una nuova iniezione di liquidità a lungo termine come quella che al culmine della crisi preservò il sistema da una paralisi totale del credito, un taglio dei tassi di riferimento dall’attuale minimo storico di 0,25 punti base, persino una mossa all’americana, un acquisto massiccio di titoli privati e pubblici, il cosiddetto “quantitative easing”. Ma alla fine, ancora una volta, la Bce ha deciso di non decidere nulla. E quando una giornalista ha chiesto a Mario Draghi quale sia la sua opzione preferita, lui le ha regalato l’unico sorriso della conferenza stampa per poi ribadire che è il consiglio a decidere, non lui. I mercati, però, dopo la delusione della riunione di marzo - niente mosse anche allora - hanno festeggiato la caduta dell’ultimo tabù, la conferma che nell’armamentario della banca delle banche dell’eurozona è entrato ufficialmente il “qe”, cioè un altro bazooka finora sempre osteggiato dalla Bundesbank. Draghi, poi, ha letto ben quattro volte uno dei passaggi centrali del comunicato della riunione, in cui si specifica che «il consiglio è unanime nel suo impegno a usare anche strumenti non convenzionali per scongiurare i rischi di un periodo troppo prolungato di bassa inflazione». Il numero uno dell’Eurotower ha anche ribadito che i segnali di ripresa sono «confermati», anche se sono soggetti a «rischi al ribasso». Un allarme simile è giunto anche dal rapporto sull’eurozona diffuso ieri dall’Ocse. Il recupero è minacciato dalla «situazione politica incerta, da tensioni sociali e dall sfide ancora notevoli che alcuni governi hanno davanti sui conti pubblici». In sostanza non bisogna farsi ingannare dall’attuale calma dei mercati e neppure dalle stime Ocse sulla crescita (sarà dell’1% nel 2014 e dell’1,6 nel 2015): «le turbolenze potrebbero tornare». Ma tornando alla Bce: primo, «resta vigile e pronta ad agire». Secondo, forse non è un caso la grande enfasi proprio sul quantitative easing, dopo che nei giorni scorsi questa opzione era stata menzionata esplicitamente da Jens Weidmann. Ma da qui ad attivarla subito, naturalmente, ce ne passa. Anche perché non è facile, fanno sapere a microfoni spenti dall’Eurotower, scegliere la tipologia di bond da comprare. E in particolare su quelli di Stato, si sa che le riserve dei tedeschi, ma anche di altri Paesi nordici, sono pesanti. A convincere anche la Bundesbank a ricredersi sull’acquisto di titoli in massa ha contribuito una dinamica dell’inflazione che continua ad essere peggiore del previsto. Sono mesi, come ha ammesso anche Draghi ieri, che le stime della Bce si rivelano sempre troppo ottimistiche. E il dato di marzo, che ha rilevato un andamento dei prezzi al consumo dello 0,5 per cento, è stato di nuovo, ha detto il numero uno della Bce, «una genuina sorpresa». Ma, ha aggiunto, quest’anno Pasqua cade tardi e ad aprile c’è da aspettarsi un rialzo. In ogni caso Draghi insiste: Francoforte è stata continuamente costretta a rivedere in peggio le previsioni per i prossimi mesi e anni «perché ha sottostimato l’andamento dei prezzi energetici». In particolare, «il 70%» della correzione al ribasso dal 2,7 dei primi mesi del 2012 ad oggi, «è stato causato dai prezzi energetici e dei beni alimentari». Per Richard Barwell di Royal Bank of Scotland si è indebolito lo scenario di un taglio dei tassi a breve anche se, nella gerarchia delle mosse, un aggiustamento sul costo del denaro verrà sicuramente prima di un eventuale quantitative easing. Interessante in particolare un passaggio dell’analisi di Rbs: per ora i mercati continueranno a fantasticare sul “qe” ma «col tempo l’attenzione si focalizzerà sul fatto che il consiglio non ha tagliato i tassi». Secondo BnpParibas il via libera agli acquisti dei titoli è probabile «nella seconda metà dell’anno».