Andrea Sorrentino, la Repubblica 4/4/2014, 4 aprile 2014
VERRATTI: «BATTO MOU, NON SO SE BASTA A PRANDELLI»
Nicolas Sarkozy, Gerard Depardieu e la neo-sindaco Anne Hidalgo l’hanno applaudito a lungo, come tutto il Parc des Princes che adora questo scricciolo d’uomo, poco più di un metro e sessanta e un’energia spaventosa. È stato tra i migliori, e mica in amichevole o in serie A, ma nei quarti di Champions, contro il Chelsea. Ha ricevuto i complimenti di Mourinho, ha recuperato più
palloni (8) e ha subito più falli di tutti (7), ha sbagliato 6 passaggi su 85. Insieme a Sirigu, è l’unico italiano in Champions. Che uno come lui non sappia
ancora se parteciperà ai Mondiali, è francamente
un mistero.
Eppure lei, Marco Verratti, 21 anni, sembra sereno più che mai.
«Perché faccio il lavoro più bello del mondo. Vivo in una città magnifica e non credevo di trovarmi così bene. In squadra c’è un ambiente perfetto, mi sento a casa, siamo un bel gruppo di “italiani” e si passa del tempo insieme, facciamo grigliate e serate con Lavezzi e con gli altri… Abito a Neuilly-sur-la Seine, sono papà di Tommaso da tre settimane, il Psg è una grande d’Europa, io gioco quasi sempre. Cosa chiedere di più?».
Ibrahimovic ha detto che lei è un “world class player”, i brasiliani che è una via di mezzo tra Pirlo e Gattuso.
«Pirlo e Gattuso sono due fenomeni, il paragone mi lusinga e spero di esserne degno. Ma so che nel calcio sei un mostro dopo una bella partita, e un
brocco dopo una sbagliata».
Contro il Chelsea l’abbiamo vista rischiare qualche giocata: è ancora il suo difetto principale?
«Eh, ma il mio modo di giocare è questo. Se mi togliete il piacere del rischio è meglio che torno a casa… Anche Blanc a volte mi richiama all’ordine e io, per carità, lo ascolto. Col Chelsea ho perso un paio di palloni evitabili, e contro un avversario tosto, con un grande allenatore come Mourinho. Tutte lezioni utili. È stata una vittoria meravigliosa».
Brutalmente: ma perché uno come lei non è titolare in Nazionale?
«Il vero problema che mi pongo è se sarò convocato o no, e al momento non è chiaro. Ma ci spero come qualsiasi calciatore al mondo. L’unica cosa che posso fare è continuare a far bene nel Psg, perché prima delle convocazioni non ci sono amichevoli e mi rimane solo il club per convincere il ct».
Prandelli ha detto che o lei è una risorsa, o è un problema: commento?
«Guardate, io ringrazierò a vita Prandelli: mi ha dato fiducia che avevo 19 anni e giocavo in B... E ogni volta che mi convoca è un orgoglio. Prandelli fa le sue scelte e io le accetto. In azzurro è pieno di giocatori bravissimi e lui ha ragione quando dice che devo migliorare, ci mancherebbe».
La vulgata è che Prandelli la considera un vice-Pirlo, quindi ci sarà spazio per lei solo dopo i Mondiali. Giusto?
«Non chiedetelo a me. Pirlo è un giocatore fantastico e un uomo molto simpatico, non è vero che non parla mai, anzi. Con me è sempre stato amichevole. E in campo, da lui, ho solo da imparare».