Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 4/4/2014, 4 aprile 2014
PRIMARIE CSM: SOSPETTI, SORPRESE E L’INCOGNITA DEL SORTEGGIO
La più votata tra i giudici della Cassazione è risultata Maria Rosaria San Giorgio, della corrente centrista Unità per la Costituzione,62 anni da compiere a luglio, nei giorni in cui dovrebbe entrare a far parte del nuovo Consiglio superiore della magistratura. A suo favore si sono espressi 1.946 elettori, su un totale di 7.232. Ma oltre a lei, pur componendo ormai la metà della categoria, nel prossimo organo di autogoverno le donne potrebbero non avere altre rappresentanti. Almeno stando agli esiti delle primarie organizzate dalle tre principali correnti dell’Associazione nazionale magistrati, svoltesi la scorsa settimana.
Insieme a Unicost, erano in lizza i «conservatori» di Magistratura indipendente e la «sinistra giudiziaria» raccolta nel cartello di Area, che riunisce Magistratura democratica e il Movimento per la giustizia. Da questi due schieramenti non sono uscite donne da candidare per il prossimo Csm. Nessuna tra i pubblici ministeri, dove il maggior numero di consensi è andato a Luca Forteleoni, di Mi, sponsorizzato dal sottosegretario alla Giustizia Cosimo Ferri che in questo appuntamento ha nuovamente dimostrato di sapere tenere salde le redini della corrente anche nella nuova veste di «tecnico prestato alla politica», vincendo sulla fronda interna che aveva messo in corsa nomi alternativi a quelli più fedeli a lui. Ora lo scontro si trasferisce all’interno della corrente, dove si dovrà decidere quanti candidati far correre alle elezioni vere.
Tra i giudici di merito, la donna che ha raccolto più voti è Paola Di Nicola, di Area: con 284 sui 2.361 andati all’alleanza è arrivata quinta, e difficilmente il suo nome entrerà in lizza per le elezioni di luglio. Nessuno però esclude sorprese, e qualcuna potrebbe arrivarne anche dalle primarie telematiche (sul modello delle «parlamentarie» con cui sono state composte le liste grilline alle elezioni politiche) organizzate da un gruppo di magistrati che per contrastare la cosiddetta «degenerazione correntizia» s’è affidato prima al fato e poi a Internet. Così i promotori del comitato Altra proposta hanno estratto a sorte i nomi di un centinaio di magistrati (proporzionalmente divisi nelle tre categorie rappresentate al Csm), e tra questi 17 hanno dato la propria disponibilità a candidarsi alle consultazioni alternative che si svolgeranno via computer alla fine di aprile.
Le primarie con sorteggio e voto elettronico sono il tentativo dichiarato di opporsi agli apparati delle correnti e al condizionamento da queste esercitato sul Csm, e chissà che esiti avrà. Le primarie tradizionali, invece, hanno già detto che l’affluenza è stata buona (7.259 votanti sui 8.920 aventi diritto, pari all’81,3 per cento) e che la visibilità fornita dall’appartenenza a gruppi dirigenti e «apparati» è valsa forse per qualcuno, ma non per tutti. Sollecitando all’interno dei gruppi (soprattutto nell’alleanza di Area) discussioni, ipotesi e qualche accusa su presunti «voti di scambio». Tra i pm vincenti spicca Luca Palamara, di Unicost, presidente dell’Anm tra il 2008 e il 2012, mentre non ce l’ha fatta Giuseppe Cascini (Md), segretario dell’Associazione in quello stesso periodo, superato dentro Area dal napoletano Antonello Ardituro (a sua volta ex vice-presidente dell’Anm) e dal milanese Fabio Napoleone, entrambi del Movimento per la giustizia. Tra i giudici di sinistra il maggior numero di consensi è andato a Piergiorgio Morosini, ex segretario di Md, che nel 2013 ha deciso il rinvio a giudizio degli imputati nel processo sulla presunta trattativa Stato-mafia.