Giuliana Ferraino, Corriere della Sera 4/4/2014, 4 aprile 2014
Prima gli affari, con la firma a Milano del contratto che sigilla la vendita per 210 milioni del 20% di Versace a Blackstone
Prima gli affari, con la firma a Milano del contratto che sigilla la vendita per 210 milioni del 20% di Versace a Blackstone. Poi, in serata, l’Ambrosetti Club a Cernobbio, dove Stephen Schwarzman, 67 anni, fondatore, presidente e amministratore delegato del fondo di private equity americano ha spiegato a un ristretto gruppo di capi azienda come «promuovere lo sviluppo delle aziende e della società, liberare valore e accelerare la crescita». Dopo l’appuntamento con il notaio in mattinata, il deal che ha segnato il debutto nella moda di Blackstone è stato celebrato con un pranzo in via Gesù, nella casa che fu di Gianni Versace, oggi usata come sede di rappresentanza della maison che nello stesso palazzo ospita lo showroom e l’atelier. A tavola undici persone: i padroni di casa Santo Versace, la sorella Donatella con la figlia Allegra, azionisti di GiVi, la holding di famiglia; l’amministratore delegato della casa di moda, Gian Giacomo Ferraris, e tre membri del vecchio cda. Poi i nuovi soci: Stephen Schwarzman, in gessato blu e camicia bianca, accompagnato da Andrew Dowler, managing director del fondo Usa, Andrea Valeri, senior managing director per le Opportunità tattiche, con base a Londra, e che per Blackstone ha seguito tra l’altro l’operazione Gardaland, e l’austriaco Robert Ramsauer, managing director per il private equity sempre da Londra. Sia Valeri che Ramsauer entreranno nel nuovo board di Versace: il primo come consigliere, il secondo come osservatore.