Giulia Zonca, La Stampa 4/4/2014, 4 aprile 2014
“I CAGNOTTO E 50 ANNI DI TUFFI: MI SONO VENUTI I BRIVIDI” ORA TANIA VUOLE ALTRI GIOCHI
Tania Cagnotto, l’ultima stagione doveva essere di relax e ha vinto 2 argenti mondiali. Quest’anno che vuole fare?
«Lo prendo ancora alla leggere e vedo se riesco a preservare il fisico per Rio».
Quindi ha deciso di tirare fino al 2016?
«Se il fisico e la testa mi reggono sì. Barcellona è stata decisiva. Sono rinata e ho ricaricato le batterie dopo la delusione di Londra. Quest’estate ci sono gli Europei e vorrei arrivarci bene senza spendere troppe energie».
Dopo 19 medaglie continentali gli Europei le interessano ancora?
«Certo. E poi ci sarà nuova concorrenza, anche interna: vedo una Maria Marconi agguerrita».
Con poco allenamento ha già fatto una gara strepitosa nelle World Series. Non le conviene stare leggera anche a Rio?
«Se voglio fare le prossime Olimpiadi, dal 2015 bisogna tornare al lavoro tosto. Del resto queste sono davvero le ultime e bisogna giocarsi tutto. Non ho l’età».
A proposito di età, quest’anno suo padre festeggia i 50 anni dalla prima Olimpiade. 50 anni della famiglia Cagnotto ai Giochi. Che effetto fa?
«L’anniversario mi fa sentire ancora di più parte di una storia. Sono orgogliosa e contenta che anche quest’anno, con gli Assoluti che stanno per iniziare, faccio tappa a Torino dove papà ha debuttato».
La Rai ha dedicato un documentario all’anniversario, «Chiedi chi erano Dibiasi & Cagnotto». Ha scoperto qualcosa di nuovo?
«Mi ha fatto impressione sentire le interviste di mia madre a 13 anni e riconoscere la mia voce. Mi sono sentita dentro quelle immagini in bianco e nero e ho avuto i brividi per l’emozione».
Però intanto ha un po’ accantonato papà come allenatore.
«Non proprio, è sempre lì. Solo che dopo i Giochi di Londra ho iniziato a collaborare anche con Oscar Bertone che mi seguirà ancora di più nel prossimo biennio. Funziona e papà non ha certo fatto resistenza».
Aveva voglia di cambiare anche lui?
«Non lo so, ma questo mondo è così piccolo che in ogni caso ci si frequenta comunque».
In anni di medaglie la sua specialità non si è allargata?
«È dura, restiamo un circolo chiuso ed è un peccato. Credo che ci sia ancora la percezione sbagliata. Io ho iniziato divertendomi ed è un aspetto della preparazione che non ho mai perso, altrimenti avrei smesso».
Agli ultimi Mondiali è quasi riuscita a battere una cinese. Non è che per la prossima sfida si indeboliscono un po’?
«La migliore si è ritirata, ma resta una scuola impeccabile. Tocca a noi diventare più forti e sto provando un nuovo tuffo proprio per alzare il livello».
E ha 28 anni ce la può fare?
«Nei tuffi l’esperienza un po’ conta. Faccio valere la maturità».
La sua compagna di sincro Dallapè si è sposata. E lei?
«C’è tempo. Volevate un’altra Olimpiade e ho dovuto rimandare».