Vittorio Malagutti, L’Espresso 4/4/2014, 4 aprile 2014
RICCHI PREMI ALLE COOP, PAGA TUTTO UNIPOL
La grande Unipol è costata cara al movimento cooperativo. Il salvataggio della disastrata Fonsai dei Ligresti e la nascita del secondo gruppo assicurativo nazionale, inaugurato in Borsa ai primi dell’anno, pesano per centinaia di milioni sui bilanci delle coop azioniste. Soldi ben spesi? Da mesi Carlo Cimbri si sgola a spiegare di sì. E per ribadire il concetto, nei giorni scorsi il gran capo della nuova UnipolSai ha presentato un bilancio consolidato che gronda profitti per quasi 700 milioni, mentre al piano superiore la holding Unipol Gruppo Finanziario (Ugf) ha chiuso il 2013 con 188 milioni di utile. In Borsa applaudono a queste buone notizie. La vecchia Fonsai, fusa con la compagnia delle coop, viaggia a prezzi più che doppi rispetto a un anno fa. È una magra consolazione per i risparmiatori che in passato hanno avuto la sciagurata idea di investire i propri soldi nelle società dei Ligresti, perdendoli quasi tutti. Visto da Bologna, però, dal quartier generale dei nuovi proprietari, il panorama appare molto diverso. La scommessa di Unipol, da molti considerata un azzardo, sembra aver dato frutti concreti con largo anticipo rispetto al previsto. Va detto che la sorprendente rimonta in bilancio ha sfruttato alla grande il vento nuovo dei mercati. Il crollo dello spread ha gonfiato i risultati del ramo vita ed è cresciuto di molto anche il valore del portafoglio investimenti, concentrato sui Btp in misura molto superiore rispetto a quello dei principali concorrenti, banche e assicurazioni. Qualche analista fa notare che in caso di nuove tensioni sui tassi la situazione potrebbe ribaltarsi in senso negativo. Cimbri, però, in questi mesi deve affrontare questioni più urgenti. I soci forti di Unipol battono cassa, si aspettano ricchi dividendi come ricompensa per i sacrifici del recente passato. Detto. Fatto. La holding Ugf ha appena annunciato che distribuirà agli azionisti 120 milioni, pari all’82 per cento dei profitti realizzati l’anno scorso a livello civilistico. All’incirca un terzo di questa somma finirà in cassa a Finsoe, la società controllata da alcune importanti cooperative (Adriatica, Nordest, Estense e altre ancora) a cui fa capo il 31 per cento del gruppo. Queste stesse coop, dopo un digiuno durato un paio di esercizi, nel 2013 avevano già prelevato circa 110 milioni. Anche la controllata UnipolSai ha annunciato una maxi cedola per un totale di 550 milioni. Per mantenere la promessa, la compagnia sarà costretta a metter mano alle riserve, prelevando oltre 370 milioni a titolo di dividendo straordinario. «No problem», assicura Cimbri, che nei giorni scorsi ha parlato di «ritrovata solidità patrimoniale». Come dire che il gruppo assicurativo, reduce da un’acquisizione che ne ha praticamente raddoppiato le dimensioni, avrebbe già fondamenta abbastanza solide da potersi permettere un premio tanto generoso ai propri soci. In effetti, i mercati viaggiano al rialzo e il rischio Italia si è di gran lunga ridimensionato. Resta la grossa grana di Unipol Banca, afflitta da crediti deteriorati per 3,4 miliardi su 10 miliardi di impieghi complessivi. Ma dopo accantonamenti a raffica e una pulizia di bilancio costata oltre 400 milioni di perdite, anche i problemi dell’istituto di credito sembrano meno preoccupanti. E così Cimbri può permettersi di professare ottimismo a oltranza, annunciando che gli obiettivi di utile del piano industriale sono stati raggiunti molto prima del previsto. Quanto durerà la festa? «Di doman non c’è certezza», diceva il poeta. Alle coop lo sanno bene. E allora è meglio passare alla cassa. Prima che sia troppo tardi.