Marco Damilano, L’Espresso 4/4/2014, 4 aprile 2014
TOP E FLOP
TOP DEBORA SERRACCHIANI
Nel 2009, alla sua prima uscita nazionale nel Pd, sembrò una ribelle contro il quartier generale, in realtà aveva nostalgia di un ufo nell’era dei partiti liquidi: la Linea. «Il Pd non ha mai una linea unica. Dobbiamo votare, lasciando a casa qualcuno». Ora la linea è unica (Renzi), per Debora l’incarico è doppio (presidente del Friuli e vicesegretario). E per il presidente del Senato Piero Grasso invoca la disciplina di partito. Il nuovo assomiglia tanto al vecchio centralismo democratico.
FLOP GIANFRANCO ROTONDI
La sua idea di autoproclamarsi premier di un governo-ombra è geniale. Ma i risultati ricordano i precedenti (Occhetto 1989, Veltroni 2008). Dopo due settimane c’è già un nuovo ministro dei Trasporti. Il vecchio, il pd Vincenzo De Luca, ha già presentato le sue dimissioni. Ombra.
TOP FRANCESCA DONATO
Una pasionaria si aggira in tv, da Paragone a Floris. Una bionda lady no euro, avvocata palermitana, presidente dell’associazione Eurexit che si propone di «uscire dall’euro e ripristinare la democrazia in Italia e in Europa». Marine Le Pen è avvisata.
FLOP ROBERTO FORMIGONI
«Il papa ha detto che siamo tutti peccatori. Tutti, chiaro?», reagisce il cattolicissimo ex governatore lombardo alla dura omelia papale sui politici. In realtà Francesco distingue tra peccatori (tutti) e corrotti (qualcuno). Ma non sa che Formigoni, anche nel confessionale, è un professionista. Dell’autoassoluzione.