Paolo Siepi, ItaliaOggi 3/4/2014, 3 aprile 2014
PERISCOPIO
O Renzi o il Senato, chi scegli? Mi faccia un’altra domanda. Jena. La Stampa.
Il collega del Pd, Zoggia sembra un raccoglitore di funghi. Vincenzo De Luca, sindaco Pd di Salerno. la Repubblica.
Secondo una certa corrente di pensiero il presidente della Camera, Laura Boldrini ha inteso dire che i miliardari russi e le vecchie zie inglesi andranno smistati in appositi campi di rieducazione, mentre i nullatenenti in fuga dall’Africa verranno sistemati in Costa Smeralda su una flotta di Yacht requisiti per la bisogna: una decisione, questa, che peggiorerebbe in maniera drammatica la nostra bilancia dei pagamenti, ma farebbe sensibilmente lievitare il conto in banca presso il paradiso. Massimo Gramellini. la Stampa.
È difficile spiegare a uno straniero dell’occidente liberaldemocratico che la fine del bicameralismo perfetto, fortunatamente sconosciuto nel suo paese, sia visto in Italia come l’anticamera di una mostruosa «deriva autoritaria» o che un ragionevole rafforzamento dei poteri del capo del governo sia il primo passo dello sprofondamento negli abissi di un regime antidemocratico. O che l’abolizione delle province sia l’avvio di una ipercentralizzazione tirannica dello stato che soffoca ogni autonomia locale. Pierluigi Battista. Il Corriere della Sera.
L’ala sinistra del Pd deve scegliere: o escono e diventano marginali, o restano consapevoli che il partito ha preso definitivamente un’altra strada. La comunista è una delle due culture del Pd ormai. L’altra anima è, in sostanza, una sorta di Dc aggiornata. Quella alla Letta, per intenderci. Ed è quella che a Renzi ha sempre replicato con riunioni, documenti, convegni. Melassa, salamelecchi da vecchia politica. Anche per questo ha perso. Fabrizio Rondolino. Il Giornale.
Sono convinto che il Renzi politico durerà a lungo: per i prossimi anni il tema politico sarà il referendum pro o contro di lui. Quello che non può durare è questo governo, o meglio questo assetto, con mezzo partito a suo favore e l’altro no, l’appoggio di Alfano. Uno scenario, questo, che è l’esatto contrario del renzismo, e che lui non può reggere a lungo. Per questo, sono convinto che, nei prossimi mesi, massimo nel 2015, si voterà per le politiche. Dipende anche da quanto il Pd prenderà alle europee. Mario Adinolfi, ex deputato Pd. Il Fatto.
Mi è sempre piaciuto il cattolicesimo comunitario e carismatico di Sant’Egidio e la figura romano-globale di Riccardi. Andrea Romano, direttore di Italia Futura. Sette.
Vivi a Padova? Sei griffato, giri sui Jeepponi, ceni in enoteca e fai le corna a tua moglie con la sua migliore amica. Sei pettegolo, un po’ ubriacone, ricco e presuntuoso. Visti i tuoi fervidi pellegrinaggi, pensi che Cortina sia Lourdes. E che il Nordest sia la Silicon Valley. Ma non sai l’inglese e spari monate nel dialetto di Arlecchino. Enrico Vanzina, Commedia all’Italiana. Newton Compton editori.
Checco Zalone ad Amici si rivolge alla De Filippi e le dice: «Come ti chiami? Maria? Ah, che nome banale, e che inutile richiamo alla cultura cattolica, tu che ne hai fatto più di Cadorna, poi».
«Fammi del male», dice il masochista. «No», risponde il sadico. Gino Bramieri.
Le sette e venti: insieme, tutti i lampioni di corso Buenos Aires si spengono. È giorno, ma un giorno lattiginoso di cielo grigio sporco. Pare una donna, la città, a quest’ora, appena alzata, pallida, ma già svelta nel governo della casa. Mi incanta di Milano, a quest’ora, l’affannoso respiro, e l’ansia calvinista di lavoro, nel clangore delle saracinesche che si alzano. Mi inteneriscono le facce degli sconosciuti pressati nei vagoni del metró: dove sembriamo tutti soli, eppure in mattine come queste io quasi avverto su di noi uno sguardo buono. Forse, i santi e le vergini di marmo sulle guglie del Duomo? Che nell’alba di inverno lentamente emergono dalla foschia e vegliano sul nostro camminare tesi, assorti, a capo chino. Marina Corradi. Avvenire.
La rosa finale del Campiello, com’è noto, non viene scelta dai trecento votanti mobilitati con la solita cartolina di precetto spedita agli industriali, agli aristocratici, ai commercianti o ai politici governativi e, tanto per mettersi la coscienza a posto da un paio di preti incompetenti e da un operaio compiacente, ma da una giuria composta dai soliti scrittori granturismo e dai direttori dei giornali di regime. Quindi è tutta una commedia messa su con un apparato finto democratico. Sergio Saviane, Video malandrino. SufarCo,1977.
Giacomo Leopardi resta religioso anche nella disperazione: il desiderio ardente di morire, che lo accompagnò sempre nella sua vita, non lo indusse al suicidio. Corteggiò la morte per anni, la invocò tante volte, ma non si lasciò mai conquistare dall’idea di togliersi la vita. Perché, spiegò nel Dialogo di Plotino e di Porfirio, suicidandosi «tutto l’ordine delle cose sarìa sovvertito». La certezza che tutto sia connesso in un ordito, è l’essenza propria della religio e l’idea che infrangere quell’ordine sia il supremo sacrilegio è quanto di più religioso si possa pensare. Marcello Veneziani. Il Giornale.
Quando davamo un ordine ai nostri reparti, poteva succedere qualche cosa o non succedeva niente. Quando Rommel dava un ordine ai suoi reparti qualcosa succedeva sempre e soprattutto succedeva subito. Paolo Caccia Dominioni, El Alamein 1933-1962. Longanesi. 1966.
Il convoglio adesso corre una corsa da diretto. Si leva dal vagone un odore di grasso di scarpe e di sudore. I primi proiettili da 50 chili che li rovesciano addosso quattro apparecchi inglesi piombati di sorpresa nel cielo di Valona durante le operazioni di sbarco. Il battaglione si disperde: bagagli alla deriva, casse abbandonate, tragicommedia di uomini in cerca disperata di scampo. Gli apparecchi volano bassi, pesanti: cominciano a mitragliare. Corro dietro a un cavallo che ha uno squarcio sul fianco: dalla ferita penzolano pezzi d’intestino violetti. Il cavallo cade in una buca e si spezza le gambe anteriori. Nitrisce con i gialli denti scoperti. Franco Monicelli, Il tempo dei buoni amici. Bompiani, 1975.
Nessun uomo che conosce a fondo la propria lingua sa padroneggiarne un’altra. George Bernard Shaw, Manuale del rivoluzionario. Piano B Edizioni.
I have never hated a man enough to give his diamonds back. Zsa Zsa Gabor, attrice.
I favori non richiesti non verranno mai ricambiati. Roberto Gervaso. il Messaggero.