Libero 3/4/2014, 3 aprile 2014
IL COLOSSO DELL’EDITORIA TORNA A INDEBITARSI PER 100 MILIONI
Il colosso editoriale dei De Benedetti va sul mercato e si indebita con un bond da 100 milioni di euro. Un’operazione lampo messa in pista ieri con obbligazioni convertibili in azioni. Il Gruppo Editoriale L’Espresso - che fa capo alla famiglia di Carlo De Benedetti - ha annunciato in mattinata il collocamento di un prestito obbligazionario cosiddetto equity linked con durata di cinque anni. Non c’è dubbio: è stato un successo, tant’è che alle 15 le operazioni erano già state archiviate con richieste pari a cinque volte l’offerta. Il mercato, insomma, sarebbe stato disposto a «prestare» mezzo miliardo di euro al colosso dell’editoria che, tra altro, pubblica il quotidiano la Repubblica e il settimanale l’Espresso. Il rendimento del bond è discreto: cedola semestrale a tasso fisso del 2,625% annuo.
Come accennato, le obbligazioni emesse saranno convertibili in azioni, subordinatamente all’approvazione, da parte dell’assemblea straordinaria da tenersi entro il 31 luglio di un aumento di capitale. Se l’assemblea dirà di «no» la società - spiega una nota del gruppo - «potrà procedere al rimborso anticipato integrale delle obbligazioni con pagamento di un premio in contanti». Il prezzo di conversione iniziale delle obbligazioni sarà fissato sulla base di un premio compreso tra il 25% e il 30% al di sopra del prezzo medio ponderato delle azioni quotate in Borsa, tra il momento del lancio e il pricing dell’operazione.
Ma a che servono questi soldi finiti in cassa? La maggior parte dei proventi netti - insieme ai fondi disponibili della società - saranno utilizzati per finanziare il rimborso di un prestito obbligazionario in circolazione da 227 milioni di euro, mentre la parte residuale del prestito sarà utilizzata «per finanziare l’attività d’impresa»: insomma, un po’ di liquidità per l’ordinaria amministrazione in un momento di crisi e di difficoltà a ottenere credito dalle banche.
Il 2014 sarà un altro anno duro per l’editoria. Il gruppo ha archiviato lo scorso anno senza perdite, mantenendo l’utile a 3,7 milioni in netto calo rispetto ai 21 dei 12 mesi precedenti. Del resto, il mercato dell’editoria soffre più di altri settori gli effetti della crisi internazionale e della recessione. Tant’è che l’Espresso ha chiuso il 2013 con i ricavi crollati del 12,4% a 711 milioni. Una diminuzione cagionata dal calo della pubblicità (-15%) per 403 milioni, meno «prodotti» venduti nelle edicole (- 5,8%) per 248 milioni e discesa degli «allegati » (-25%) che hanno assicurato 33 milioni in meno sul 2012. Gioco forza ha pagato dazio pure il margine operativo lordo, di fatto dimezzato da 102 milioni a 63milioni, appesantito soprattutto dai costi una tantum della ristrutturazione (circa 17 milioni). Il buon risultato della gestione finanziaria ha consentito all’indebitamento netto di scendere a 73 milioni.