Massimo Sideri, Corriere della Sera 3/4/2014, 3 aprile 2014
WALL STREET AFFRONTA I «RAGAZZI FLASH» BATTAGLIA DEI SECONDI PER SPECULARE
La tecnologia, l’high frequency trading , sarà pure nuova ma il vizio, l’insider trading, è stravecchio. Il primo caso ante litteram di cui si abbia notizia sfruttò qualche ora di vantaggio. Correva l’anno 1813: il 19 ottobre Napoleone veniva sconfitto nella battaglia di Lipsia. Grazie a dei piccioni viaggiatori affidati all’attendente del principe Guglielmo d’Assia, che era il loro migliore cliente, i Rothschild riuscirono a conoscere l’esito della battaglia prima dell’arrivo ufficiale dell’informazione a Francoforte. Investirono i soldi degli Assia (e i propri) e guadagnarono una fortuna. Oggi algoritmi e reti ultra broadband hanno preso il posto dei piccioni trasformando quelle ore in frazioni di secondo. Attimi impercettibili anche per il miglior Patek Philippe che secondo l’Fbi sono stati sfruttati per manipolare il mercato di Wall Street. Nella sostanza gli high frequency trader sono delle società specializzate che utilizzano i supercomputer per acquistare e vendere in automatico grossi pacchetti azionari dopo aver setacciato in poche frazioni di secondo i report sui mercati. La pratica è sotto esame da tempo e il procuratore generale di New York, Eric Schneiderman, ha già affermato che l’high-frequency trading offre a queste società dei vantaggi illeciti. Ma ora il Federal Bureau of Investigation ha fatto un ulteriore passo in avanti muovendo l’accusa di insider trading. Sotto la lente c’è anche il vizio di immettere grossi ordini di acquisto seguiti in centesimi di secondo da grossi ordini di vendita: con i comandi «immediate or cancel» sembra che il mercato si muova ma l’apparenza inganna e solo l’1% di questi ordini si conclude con una vera transazione. La puzza di bruciato sta iniziando a diffondersi. Business Wire, una società che distribuisce alert di Borsa, aveva già annunciato a febbraio di non voler più dare informazioni ai trader che usano queste pratiche. Marketwired che offre un servizio simile si è subito accodata. Ieri la società di high frequency trading Virtu Financial ha rinviato il collocamento azionario iniziale dopo le polemiche scatenate sul settore dalla pubblicazione del libro-denuncia di Michael Lewis Flash Boys . Il libro di Lewis è uscito il 31 marzo e accusa i colossi del trading ad alta velocita di manipolare il mercato azionario statunitense ai danni dei piccoli investitori tradizionali.
Anche colossi come Goldman Sachs usano l’high frequency trading . Secondo un report della Consob che riporta però un monitoraggio del 2010, l’ultimo disponibile, la quota di transazioni che a Piazza Affari vengono concluse con la stessa tecnica sono pari al 20%: una su cinque. Ed è probabile che nel frattempo il fenomeno sia cresciuto. D’altra parte le transazioni dipendono sempre di più dalle infrastrutture tecnologiche e dalla velocità di accesso: quando Piazza Affari venne acquistata dal London Stock Exchange i server che processavano le transazioni italiane vennero portati in Gran Bretagna. Ma dopo le proteste si decise di tornare indietro per evitare che gli investitori italiani potessero subire degli svantaggi di pochi attimi a causa della strada che il dato doveva compiere da Milano a Londra e ritorno: oggi i server sono in una località segreta della Lombardia.
Massimo Sideri
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