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 2014  aprile 03 Giovedì calendario

O VINCIAMO ALLE EUROPEE E LI MANDIAMO A CASA OPPURE MI RITIRO


[Beppe Grillo]

Si parte dal caffè. Da quello che Beppe Grillo sorseggia in aeroporto con il suo fido scudiero, un giovane sardo di nome Pietro Dettori. È un mercoledì caldo e luminoso, a Catania. Un barista gli fa: «Beppe, ma ci riesci davvero a mandarli tutti a casa?». Il leader si sfila gli occhiali a goccia: «La situazione è questa: o li cacciamo democraticamente noi a maggio, oppure arriveranno altri che lo faranno diversamente». Pochi minuti prima il comico si è concesso un “dolce” risveglio — caffè e abbondante colazione — nel suo hotel in via Etnea. È rilassato, quasi svuotato. Si lascia intervistare. Giura che si farà da parte se non vincerà le Europee, non risparmia il “ribelle” Pizzarotti. Poi saluta cordialmente la concierge. «Abbiamo pagato? ». Lo rassicurano. Ora c’è un taxi per l’aeroporto. E un volo per Napoli, prossima tappa del tour.




CATANIA. Martedì sera, prima di sorprendere gli spettatori travestito da spettro, Grillo sembrava un po’ emozionato. È così ogni volta, per chi deve affrontare il palcoscenico di un teatro.
Poi si è sciolto, Beppe. Normale pressione da “prima”?
«È sempre così, all’inizio. Bisogna sciogliersi, è ovvio. Con gli spettacoli ci devi prendere la mano. Succede un po’ alla volta, mentre si va avanti con il tour. Questo non è un problema».
Non era facile, comunque. Fare ridere parlando d’Europa è una scelta indubbiamente coraggiosa.
«Non c’è dubbio. L’argomento è ostico, lo so. E d’altra parte non l’avrei fatto, se non ci fossero state le Europee. E così ho preso questa decisione di parlare d’Europa».
A una platea che difficilmente riesce a orientarsi tra le problematiche dell’Unione.
«In realtà, calcola che chi viene a teatro da me è gente che invece conosce di cosa si parla. Come ieri sera, c’erano molto attivisti».
Sì, parecchi.
«Quindi persone che conoscono le cose che dico. Io, comunque, ne parlo in modo che anche la gente normale capisca quanto conti l’Europa, quanto decida del nostro futuro».
E intanto si avvicina la sfida elettorale per l’Europarlamento. Una battaglia decisiva per il Movimento.
«Stavolta bisogna che la gente capisca che dobbiamo fare un culo così a tutti. Perché su una cosa non ho dubbi: o vinciamo, o stavolta davvero me ne vado a casa. E non scherzo».
Calcherà il palcoscenico di dieci teatri italiani. E poi la piazza, in campagna elettorale. Punta a convincere quelli che non vanno a votare. E che potrebbero scegliere Cinquestelle. È quello il suo target?
«Noi dobbiamo mobilitare anche quella gente che va ai seggi solo per votare bianca o annullare il voto. Lo sapete quanti sono? Pare che siano due milioni! Ma capite che ci sono due milioni di persone che escono di casa non per votare qualcuno, ma per scegliere bianca o nulla?».
Lei punta a conquistarli.
«Quelli sono i nostri. Se riusciamo a prendere quei voti, sono due milioni di voti per il Movimento. Poi, per il resto, non prenderemo tantissimo dagli altri partiti, il due o tre per cento... ».
Sembra fiducioso. Ottimista. Davvero sente un’aria simile a quella dello tsunami tour che precedette le Politiche?
«Assolutamente sì. È come l’ultima volta, non c’è dubbio. Naturalmente il tipo di elezione è diversa, ma l’aria è quella. E lo sa perché?».
Dica.
«Dobbiamo mandali via davvero, stavolta. E possiamo farcela. Ma bisogna che la gente capisca che lo facciamo per loro. Che è là — in Europa — che si decide tutto».
Le tensioni con il sindaco di Parma Federico Pizzarotti non rischiano di rovinarle la campagna elettorale?
«Pizzarotti, Pizzarotti... diciamo che è uno che ha bisogno di visibilità... ». Poi Grillo allarga le braccia, accanto a lui l’agente teatrale lo osserva incuriosito. E il leader prosegue.
«Pizzarotti può dire quello che vuole, non è che la mia parola vale qualcosa. Io esprimo un parere, sono solo una voce».
Nel corso del suo show dice, a un certo punto: «Sbaglio anche per voi che non fate un cazzo». E la gente applaude, convita. Curioso, no?
«Forse è perché li scuoto. Non c’è dubbio, comunque, che vengono perché la situazione che ci circonda è quella che è...».
Altro elemento da non trascurare: pagano per assistere al suo show. Che, però, è pure un comizio.
«È una forma di finanziamento, va bene così. E poi che cosa erano i miei spettacoli, anche prima? Comizi».
E con i giornalisti come la mettiamo? Sempre tensione, ma in fondo faccia a faccia tutto (o quasi) fila liscio.
«Ma voi giornalisti, a volte, siete terribili... Mi fate paura, siete “walking dead”».
Lo dice spesso. Perché?
«Perché siete come in quella serie televisiva, non l’hai vista? Voi vi accalcate in cento, vi spalmate sulle vetrate, travolgete tutto con le telecamere. Tutti spingono, è pazzesco. E poi cercate di strappare una parola, di stravolgere una frase...».
Non risulta che sia così. Grillo, comunque, è un fiume in piena. Promette un referendum sull’euro, respinge le critiche dei militanti rilanciate da Pizzarotti — «chi è scontento non è già del Movimento» — e attacca Matteo Renzi: «Votatelo se non siete intelligenti, onesti e democratici». Lo ripeterà anche stasera, a Napoli. «Mi sento di fare così, dobbiamo vincere le elezioni».