Umberto Rosso, la Repubblica 3/4/2014, 3 aprile 2014
NAPOLITANO DIVENTA IL PRESIDENTE PIÙ LONGEVO
ROMA. Da oggi detiene un altro primato nella storia della nostra Repubblica, oltre alla sua rielezione senza precedenti. Giorgio Napolitano taglia il traguardo del capo dello Stato in carica più longevo, supera l’età di Pertini di un giorno e diventa appunto il più senior di tutti nell’album degli inquilini del Colle. Il vulcanico, amatissimo, irascibile Sandro si chiuse alle spalle la porta del Quirinale esattamente all’età di 88 anni, 9 mesi e quattro giorni: firmò infatti il 29 giugno 1985 una lettera di dimissioni, con un gesto che istituzionalmente si definisce «atto di cortesia». Lasciò l’incarico due settimane prima della scadenza del mandato per spianare la strada all’ingresso di Francesco Cossiga, intanto eletto alla presidenza della Repubblica. Il non ancora picconatore (che invece è stato con i suoi 57 anni il più giovane capo di Stato), assunse così il ruolo il presidente supplente per alcuni giorni. Finora, dunque, era stato Pertini il presidente più anziano del nostro paese. Fino a ieri. Napolitano lo “batte” proprio oggi: ha esattamente 88 anni, 9 mesi e cinque giorni (essendo nato il 29 giugno 1925). I conteggi accurati, col giorno esatto del “sorpasso”, li ha tenuti il professor Alessandro Giacone, docente in Francia all’Università di Grenoble, dove insegna Storia dell’Italia repubblicana.
Comunque, sulla scena internazionale il caso italiano non è un’eccezione assoluta. Fra i capi di Stato in carica, Napolitano attualmente è al quarto posto nella specialissima top ten. Meglio di lui, al primo posto, l’israeliano Simon Peres (nato nel 1923), seguito da Robert Mugabe (Zimbabwe) e dal re Abdullah (Arabia Saudita). “Soltanto” quinta invece la Regina Elisabetta (nata nel 1926), che giusto stamattina sarà in visita ufficiale in Italia, ospite a colazione proprio al Quirinale. Un primato di longevità al Colle tuttavia arrivato a sorpresa con tutta probabilità per lo stesso Napolitano, che un anno fa di questi tempi meditava di chiudere il settennato senza replay. Lo stallo totale, con Marini e Prodi fatti fuori nel segreto dell’ “insalatiera”, con l’sos lanciatogli da tutti i partiti, lo hanno spinto il 20 aprile 2013 ad accettare la rielezione. Che, come ha lasciato più volte lui stesso intendere, non sarà un altro settennato pieno. I tempi dipendono dagli scossoni politici. Ma questa è un’altra storia. Di record, intanto, ne ha incassato un altro.